Carlotta D'Amato

Carlotta D'Amato

Consulente legale in aziende italiane ed internazionali, ha scritto numerosi articoli in materia di diritto. Le sue passioni sono politica, cultura, moda.

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La carne è debole…

 di Carlotta D’Amato

 La carne è cancerogena, il pesce ha il mercurio, la mozzarella la diossina. Poi ci sono le verdure tossiche, gli Ogm, i pomodori coi diserbanti e i friarielli c’a nun s’ ponn magnà! E allora un bel piatto di pasta! Ma che siete matti? La pasta ha il glutine, la farina fa male, nel pane c’è il lievito. Cosa resta? Il caffè si, ma amaro perché lo zucchero raffinato è veleno, il dolcificante meglio di no, magari quello di canna…

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E questo giusto per qualche mese ancora. Già, perché anche il caffè è tra le sostanze sotto investigazione da parte dell’Iarc, l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro e nella settimana dal 24 e il 31 maggio dell’anno prossimo si svolgerà il grande processo al caffè..

Insomma, cosa ci è rimasto da mangiare? Come ci nutriremo da adesso alla fine dei nostri giorni, che con questo andazzo, passeranno miseramente? Praticamente nulla. i cibi senza grassi idrogenati, l’olio di palma per carità! Per non parlare dei formaggi che sono ipercalorici. Vi confesso che quando arriva l’ora di pranzo, lo sconforto prende il posto della fame? Ma come siamo diventati?

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Sanguinaccio (sopra) e ragù

Negli anni 90 eravamo più sani e forse più felici. La domenica si mangiava il ragù col pacchero di Gragnano, la braciola di maiale e le tracchie. A Natale, poi, era il trionfo del palato e a Carnevale la lasagna piena zeppa di roba non mancava mai. Ed i nostri genitori ci parlavano del sanguinaccio che si preparava con il sangue del maiale raccolto in un recipiente al momento della macellazione, roba che oggi sembrerebbe uscita da American Horros Story la serie che spopola in America alla quale ora parteciperà anche Lady Gaga, nei panni della Contessa Vampira. E a Pasqua? Il capretto era il re del pranzo per non parlare del casatiello per tutte le stagioni.

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E ora? Il ragù vegetariano, la pasta è di kamut, la carne di maiale manco a parlarne, la lasagna si ma vegana! Il capretto no perché non si uccidono gli animali sennò gli animalisti ti guardano male, il casatiello ha la sugna, vuoi morire di infarto? E basta! Quasi quasi salto il pranzo e mi bevo un bicchiere di latte. Facile a dirsi. Il latte si, ma senza lattosio si usiamo quello di riso o di soya che sa di tutto fuorché di latte. Lo posso dire? C’avit accis! Visto che mangiare cibi freddi fa dimagrire, mi faccio un piatto pieno zeppo di cubetti di ghiaccio così rispetto tutte le regole.

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E se l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato la morte della carne rossa lavorata e dell’insaccato e i gli oncologi ed i produttori sono insorti gridando allo scandalo e invitando ad evitare inutili allarmismi, c’è già un evento mediatico programmato per il 2 novembre che invita al suicidio di massa per chi senza bistecca e prosciutto proprio non sa stare.  Fatto sta che, a prescindere da quello che si mangia e da come lo si cucina, quello di cui proprio abbiamo bisogno è una sana educazione alimentare. Una volta la dieta mediterranea la faceva da padrone con un apporto bilanciato delle sostanze nutrienti, oli, frutta, pasta, verdura da fare invidia al mondo soprattutto per la genuinità dei prodotti.

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Sushi e frittura di pesce

Oggi, invece, siamo noi che guardiamo agli altri paesi, importando stili di vita e di mangiare che proprio non ci appartengono geneticamente. Abbiamo dato libero sfogo alle mode vegane, americane e australiane in primis, all’uso della soia e dei prodotti asiatici, agli spaghetti di riso e al glutine dimenticando quello che abbiamo in casa nostra in nome dell’esterofilia. E poi, naturalmente, Sushi, Makizushi, Oshizushi, Nigirizushi, Gunkanzushi, Chirashizushi, Gomokuzushi, Narezushi, Funazushi, ma insomma come lo volete sto sushi? Un pesce all’acqua pazza, o ‘na fritturina di paranza non si può?

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Mentre, al contrario, gli stranieri ci copiano tutto, dai formaggi, alla pizza, passando per il parmigiano reggiano e i tanto bistrattati salumi.

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Pensavo a questo sabato sera, mentre ero in attesa di un tavolo, in fila, in piedi per un’ora e mezza, davanti alla pizzeria Di Matteo ai Tribunali. Lo dovevo chiedere alle duecento persone che erano attorno a me cosa ne pensano della dannosità del lievito e della tossicità del legno usato per il forno, della mozzarella di bufala con la diossina, il pomodoro della terra dei fuochi.  Ma fatemi il piacere…e su!!!

 

 

 

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