Angelo Vaccariello

Giornalista esperto di economia e Mezzogiorno Ora si occupa di marketing e comunicazione.

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Il colore della crisi

di Angelo Vaccariello

Il colore dei soldi, “The Color of Money” ricordate? Oggi i colori della crisi, sono il bianco ed il celeste, quello delle bandiere della Grecia e della Finlandia.  Abbiamo vissuto tutti l’angosciante odissea della Grecia sull’orlo del tracollo. Con meno clamore ma, con altrettanta drammaticità, un altro Paese è ad un passo dal baratro, la Finlandia. Dal 2008 a oggi il  sistema economico finlandese si è contratto del 7 per cento e la disoccupazione ha superato il 10 per cento. Nel 2015 il rapporto fra deficit e Pil  sarà superiore al 3 per cento ( il limite considerato “sano” per i paesi dell’eurozona). Le ultime elezioni politiche, tenute nell’aprile del 2015, sono state vinte da Juha Sipilä presidente del Partito di Centro Finlandese. Ma risanare la situazione appare impresa disperata

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Finlandia e Grecia, i colori della crisi

Ci voleva il Wall Street Journal per aprire ancora una volta gli occhi agli europei. Mentre spirano sempre più forti venti di guerra, i media si sono dimenticati che l’economia del vecchio continente non è proprio in ripresa. Dopo la Grecia, si affaccia un nuovo malato. Si tratta della Finlandia. Il giornale finanziario statunitense, infatti, evidenzia come negli ultimi sette anni Helsinki abbia bruciato il 7 per cento del proprio prodotto interno lordo. Tranquilli: peggio ha fatto solo l’Italia, distruggendo l’8 per cento della propria ricchezza.

Juha-Sipila, il primo ministro finlandese

Juha Sipila

Come mai? Nel Paese del Nord forte è il dibattito circa la moneta unica: è forse colpa dell’Euro? Per evitare di guardare meglio all’economia interna, gli euroscettici cavalcano il refrain che l’Euro li sta strangolando. Ma al di là di tutti i veri motivi, però, sono due. Il primo è che il crollo di Nokia. Ricordate i cellulari con la batteria che durava di più. Ebbene, Nokia non ha saputo innovare e il suo crollo ha destabilizzato il mercato del lavoro.

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Jyrki Katainen

L’azienda, infatti, era il primo datore di lavoro della Finlandia. A complicare la situazione si sono messe anche le sanzioni verso la Russia. Helsinki, infatti, è uno dei principali Stati esportatori verso Mosca. Il mancato commercio ha creato un crollo del 30 per cento dell’export. A questi elementi, poi, bisogna aggiungere la crisi del mercato della carta e delle altre materie prime. Risultato? A breve Bruxelles dovrà intervenire come ha fatto con la Grecia. La cosa più divertente di tutte? Due commissari europei finlandesi, Olli Rehn e Jyrki Katainen sono sempre stati i più critici verso l’Italia, coloro che non avrebbero mai e poi mai aiutato il nostro Paese. Contrappasso storico.

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