Giuseppe Mazzella

Giuseppe Mazzella

Giornalista, già responsabile dell’ ufficio stampa della Provincia di Napoli e corrispondente dalle isole di Ischia e Procida dell’Ansa. Ha collaborato a il “ Roma”, “ Il Mattino”

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La testa di Hollande

  di Giuseppe Mazzella

Quello che sta succedendo in Francia – la Patria dei Diritti  e con i valori fondanti della “ Répubblique” del 1779 –  con la vittoria al primo turno del partito dell’estrema destra di Marine Le Pen del “ Front Nazionale” per le elezioni regionali si presta ad alcuni considerazioni che affondano le loro radici nella storia politica della Francia nel secolo XX 12342342_469182636602307_7061819149741692143_n

Da questa storia – travagliata, complessa, articolata, molto diversa da quella inglese che ha istituito la democrazia parlamentare fin dal XVII secolo e che non ha mai messo in discussione l’istituto monarchico – noi italiani abbiamo cercato di copiare tutto sebbene con anni di ritardo.

1946-40

Piero Calamandrei

Abbiamo fatto la nostra Costituzione sulla scorta di quella della IV Repubblica approvata con Referendum nel 1946 cioè abbiamo scelto la “ Repubblica parlamentare” al posto della “ Repubblica presidenziale” ed i nostri Costituenti – contro l’avviso di Piero Calamandrei – hanno scelto la massima democrazia  parlamentare con due Camere con identici poteri e tre livelli di potere locale ad evitare soprattutto un altro “ uomo del destino” che imponesse un’altra dittatura all’Italia.

Charles de Gaulle

Charles de Gaulle

I francesi  hanno fatto vivere la IV Repubblica parlamentare per 12 anni e poi non hanno avuto timore, nel pericolo di una guerra civile per i fatti di Algeria,  di ridurre i poteri del Parlamento con la V Repubblica voluta dal generale Charles de Gaulle nel 1958 ed hanno costituito un sistema  detto “semipresidenziale” che sembrava essere fatto apposto per il “ Generale” e che nessuno avrebbe scommesso un franco di allora che gli sarebbe sopravvissuto. Invece la V Repubblica ha resistito, con almeno 12 modifiche della nuova carta redatta in pochi mesi da una commissione presieduta da Michele Debré ed approvata direttamente con Referendum popolare senza passare per il Parlamento.

Oggi noi in Italia discutiamo da almeno 20 anni di modificare in senso “ presidenziale” la Repubblica, di cancellare il bicameralismo perfetto, di semplificare il sistema delle autonomie locali e di accorpare le Regioni. Cose fatte da almeno 40 anni in Francia. Il paradosso è che la V Repubblica ha avuto per 14 anni un “ presidente-monarca”, Francois Mitterrand, socialista, che non solo era un uomo della IV Repubblica ma che non aveva una tradizione giovanile “socialista”.

Francois Mitterrand

Francois Mitterrand

Mitterrand nel 1974 fu capace di unire il disordinato panorama della “sinistra” diviso in piccoli partiti dove i socialisti tradizionali della Sfio erano ridotti ai minimi termini e di fondare il Partito Socialista con il simbolo della rosa nel pugno.

La seule ideé de la droite: garder le pouvoir. Mon premier projet: vous le rendre” (la sola idea della destra: conservare il potere: Il mio primo progetto: rendervelo) era l’efficace slogan contro Giscard d’Estaing nel 1974 nella campagna elettorale presidenziale. Perse. Ma vinse sette anni dopo e stette al potere 14 anni  diventando il “presidente-monarca” ed il simbolo europeo di un “socialismo democratico” più attento alle riforme civili che all’“intendence” della politica economica e finanziaria. Se la “sinistra” al potere diventava sempre più  “rosa” e sempre meno “rossa” la “destra” diventava sempre meno “estrema” e sempre più “ repubblicana” fino a costruire  un filo sottilissimo di distinzione.

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Bataclan, il muro del pianto di Parigi

Oggi la Francia si trova attaccata –proprio perché Patria dei Diritti e dell’unica Rivoluzione moderna che dura – dalla follia dilagante del fondamentalismo islamico ed il valore più importante che chiedono i cittadini francesi è la sicurezza di vivere in maniera civile tanto che le battaglie per l’ “égalitè” passano in second’ordine.

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Francois Hollande

Per un altro paradosso un presidente, con gli ampi poteri della V Repubblica, che si trova a gestire una drammatica situazione del genere è un socialista della rosa nel pugno, Francois Hollande, che ha richiamato all’Unità Nazionale sui valori fondanti della Repubblica.

Ma la gran parte dell’elettorato ha votato alle regionali l’estrema destra del FN anche perché – per la prima volta nella storia francese – il popolo ha mostrato paura per la troppa tolleranza verso gli stranieri islamici. Chi ne esce sconfitto da questo primo turno per le regionali  è il partito della rosa nel pugno del presidente Hollande e del primo ministro Manuel Valls.

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Francois Hollande,Marine Le Pen e Nicolas Sarkozy

E proprio il primo ministro socialista ha invitato gli elettori socialisti di votare al secondo turno la “ destra moderata” quella che ha sempre rappresentato i gollisti e che oggi si chiama semplicemente “ les Répubblicains” ed è guidata dall’ ex presidente Nicolas Sarkozy il quale a sua volta ha dichiarato che non accetta accordi al secondo turno né con l’estrema destra né con la sinistra.

Vedremo cosa diranno i francesi. E’ certo tuttavia che “ les Répubblicains” oggi si presentano come l’unico baluardo alla deriva populista se non proprio xenofoba ed i più convinti sostenitori di  una Repubblica forte ed unita.  Pare proprio il tramonto della rosa nel pugno che non ha saputo assicurare ai francesi una politica adeguata ai tempi.

 

 

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Un pensiero su “La testa di Hollande

  1. Alessandro Guidi

    La drammatica violenza che si è abbattuta sulla Francia ha coinciso con una crisi economica assai pesante. Tutto ciò nel momento più basso della presidenza socialista, espressa da un leader “minore” rispetto ai predecessori (leggi Mitterrand). La somma di questi dati oggettivi ha indotto i francesi a votare per il centro e soprattutto per la destra. Ma, io credo, il fatto non è da considerarsi definitivo. L’alto senso democratico di quel grande Paese, in circostanze diverse, restituirà alla sinistra socialista il consenso e lo spazio che merita. Tanto piú ciò avverrà se i socialisti francesi sapranno liberalizzarsi, pur senza perdere le loro radici politico-culturali.

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