di Giuseppe Mazzella
Gli inglesi non saranno mai europei per il semplice fatto che non lo sono mai stati. Tutta la loro lunga ed interessantissima storia lo conferma, il loro modo di “ordinare” lo Stato e di organizzare la Giustizia, sono completamenti diversi da quelli del Continente. L’unica rivoluzione che hanno vissuto è quella del 1688-89 che George Macaulay Trevelyan descrive del suo libro del 1945 edito da Giulio Einaudi con la traduzione di Cesare Pavese
Nello stesso giorno in cui i britannici andavano al voto per decidere se restare o meno nell’Unione Europea su “ Le Monde” appariva una intervista allo storico inglese Vernon Bogdanor che sosteneva che “ i britannici non si sentono europei come i francesi, i tedeschi e gli italiani e si sentono più vicini all’America, all’ Australia, all’ India o alle Antille” e che “gli abitanti del Regno Unito hanno un rapporto utilitaristico e pragmatico con l’Unione Europea”.
Citava Churchill che nel 1930 diceva “ noi siamo con l’Europa senza farne parte” e rimarcava che “ il sistema politico non è mai cambiato dal 1689” cioè dall’unica “ rivoluzione” che hanno fatto e che ha posto il Parlamento al centro del sistema politico.
Chissà, forse aveva ragione il generale Charles de Gaulle a non volere gli inglesi nell’allora Mercato Comune Europeo fondato a Roma da sei Paesi nel 1957 esercitando il diritto di veto nel 1963 – per ben due volte – a costo di passare per “ ingrato” perché la Gran Bretagna era stata la sola a combattere il nazismo nel 1940 e la sola ad ospitare sul suo suolo i “ francesi liberi”.
“ L’Inghilterra è insulare, marittima e scambia con i Paesi più diversi” affermò de Gaulle. Aveva perfettamente ragione. La natura fisica del suo territorio, la sua capacità di espandersi nel mondo con il commercio per “ fare affari”, rende il caso della Gran Bretagna completamente diverso dal resto d’Europa.
Il primo e secondo “ Impero Britannico” sono nati per esigenze di sviluppo economico non per spirito nazionalista. Non è un caso che la Teoria Economica è nata in Gran Bretagna con Adamo Smith e che la “ sovrastruttura politica” al modello economico è stata teorizzata da Stuart Mills. Inglesi. Inglese era Kipling che teorizza una “ missione civilizzatrice” degli inglesi nel mondo e soprattutto nel sub-continente indiano. Inglese era anche Keynes.
C’è ancora da sottolineare che gli inglesi sono stati i primi a dare una organizzazione “ democratica” al loro Impero. Dopo la perdita delle 13 colonie americane del 1776 hanno costituito un secondo Impero, ancora più vasto del primo, ma già cominciarono a definire un nuovo “ diritto internazionale” con lo status del “ Dominion” per il Canada nel 1867, nel 1901 per l’ Australia e la Nuova Zelanda ed ancora nel 1931 con lo Statuto di Westminster con il quale l’ “ Impero” cambia nome e sostanza e diviene “ Commonwealth”, una associazione del tutto informale tra la Gran Bretagna, i “ dominions” e le sue colonie sparse per il mondo che potevano andarsene quando volevano.
Il punto è sempre il solito, l’interrogativo di sempre. Il progetto di una Europa “ politica” sognato da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni a Ventotene nel 1941 è ancora possibile potrà essere pienamente realizzabile? Secondo Vernon Bogdanor con l’Inghilterra non era possibile. Ed è per questo che gli inglesi hanno votato la Brexit.