Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo, scrittore e giornalista italiano. E’ stato per molti anni notista politico de Il Giornale al fianco di Indro Montanelli. Poi capo della redazione romana de il Mattino, direttore del Roma, editorialista del Giorno e dell’Informazione. E’ stato conduttore della rubrica politica “Il Punto” per il Gr2. Autore di numerosi saggi tra i quali "Vietnam controrapporto", "Perché i Kennedy muoiono", "Sciascia" e "L’illuminista cristiano".

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L’esame di maturità

 di Ottorino Gurgo

Con buona pace di Matteo Renzi che aveva tentato di minimizzarne il valore politico, la recente tornata elettorale amministrativa, per i risultati che ha prodotto, segna, nella vita pubblica del nostro paese, una linea di demarcazione della quale non si potrà non tener conto nelle settimane a venire

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Beppe Grillo

E’ sin troppo facile constatare che a trarne i vantaggi maggiori siano stati i “Cinque stelle” di Beppe Grillo.

E’ questo il dato di partenza di tutte le analisi che sono state compiute a commento dell’esito del voto. Ma è davvero così ?

Il successo pone ai “pentastellati” una serie di problemi che, sino ad ora, non li avevano neppure sfiorati. Perché un conto è essere il centro di raccolta di tutte le proteste, di tutte le indignazioni, di tutte le contestazioni (non nascondiamocelo, il Movimento grillino, sinora è stato soprattutto questo), un’altra è proporsi come forza di governo.

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E il successo conseguito, soprattutto in città come Roma e Torino, impone un salto di qualità; impone, cioè, come lo stesso Grillo ha apertamente dichiarato, di puntare al vertice, cioè al governo del paese.

Sono attrezzati i grillini per questo ? E’ tutto da dimostrare anche se, pur non volendo recitare il ruolo dei guastafeste nel clima trionfalistico che ancora avvolge i seguaci del comico genovese, va pur detto che laddove sono stati chiamati ad assumere responsabilità di governo, non hanno fornito prove particolarmente brillanti.

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Chiara Appendino

Grillo, che certamente non è uno sciocco, sa perfettamente che la vita politica di un paese come l’Italia, non può essere gestita da un manipolo di dilettanti, per onesti e volenterosi che siano. E sa anche che la mappa politica del nostro paese è talmente frammentata, da non consentire ad un solo partito di governarlo e da rendere indispensabili alleanze e coalizioni.

L’esempio di Roma, che per i “Cinque stelle” è divenuta una sorta di “città simbolo” potrà essere, nei prossimi mesi, illuminante. Roma è una città estremamente complessa e governarla è impresa difficilissima, gravata com’è da problemi di immense dimensioni e si trascina dietro i guasti di amministrazioni disastrose come quelle di Gianni Alemanno e di Ignazio Marino. Oltre tutto, è la capitale d’Italia e ha puntati addosso gli occhi di tutto il mondo.

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A volte anche un leader debole e inesperto può far bene se è sostenuto da uno staff autorevole e competente. Ma dov’è, qual è lo staff della Raggi ? E se, in una prova così impegnativa, dovesse fallire, quale credibilità potrebbe avere il movimento grillino ?

Indro Montanelli diceva, a proposito di Berlusconi: fatelo governare e vi accorgerete che non sa farlo, che non è il suo mestiere. Sarà il modo migliore per liberarvene.

Per gli uomini e le donne di Grillo si potrebbe ripetere lo stesso discorso. Per questo i “pentastellati” hanno bisogno, se davvero vogliono puntare alla guida del paese, di alleati solidi.

E’ opinione diffusa che a sostenerli, nell’urna, siano stati gli elettori di centro destra. E’ probabile. Ma gli elettori, non i partiti che guardano agli attuali vincitori con sospetto e con altro sospetto sono guardati da loro. L’unico a farsi apertamente avanti è stato Matteo Salvini, consapevole che da solo non è in grado di andare da nessuna parte e rischia, anzi, di perdere i consensi di cui ha goduto finora. Ma Grillo, giustamente è prudente. Crediamo possa ripetere, riflettendo tra sé, quel vecchio motto che avverte: “Da (certi) amici mi guardi Iddio, che ai nemici ci penso io”.

 

 

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