di Adolfo Mollichelli
Archiviato anche il ritorno con il Legia Varsavia, battuto con un eloquente 5-2. Il Napoli si consegna ai sedicesimi di Europa League col piglio della grande. Neppure le corazzate della Champions hanno saputo fare meglio. Punteggio pieno, 18 punti, 6 vittorie su 6, 22 gol fatti, solo 3 subiti. Numeri da capogiro
Apre le marcature il ragazzino arrivato in prestito dal Chelsea: Chalobah, nativo della Sierra Leone, passaporto inglese. Alla seconda da titolare, gioca bene e segna un gol da favola, tunnel sul malcapitato Pazdan e tocco dolce finale. A segno anche Insigne, Callejon e Mertens. Il folletto belga potrebbe segnare ancora dopo uno slalom in area polacca, difensori saltati come birilli, la conclusione è fortunosamente sventata sulla linea. Si rifarà allo scadere del match con un tiro dalla distanza. Una doppietta che fa morale, il peperino belga è tornato.
Ed ora, il campionato. Il Napoli che verrà intriga non poco. Contro la Roma per dimenticare Bologna. Un test che farà chiarezza sullo stato psicofisico degli azzurri. Torneranno i nostri eroi misteriosamente scomparsi in Emilia al rendimento dei cento giorni e passa vissuti da invincibili? Credo proprio di sì, che il doppio Destro sia stato assorbito senza traumi eccessivi. Meglio inseguire che calarsi nella difficile parte della lepre solitaria. Non è un caso che la squadra di Sarri sia caduta una volta raggiunta la vetta della classifica dopo un quarto di secolo!
Lassù è più facile che venga a mancare l’ossigeno al cervello. Questione di abitudine. E di serenità perduta. Azzurri contagiati dagli osanna prematuri di radio, tv, siti e voci da bar dello sport. La Napoli del tifo che ammalia, ti prende e ti porta già dove non ancora sei arrivato. Un solo uomo con i piedi per terra, eppure vola alto con i droni, lo zio Maurizio che dopo il sofferto successo sull’Inter aveva ammonito: non ancora abbiamo i punti della salvezza e parlate di scudetto!
Non era una battuta esagerata, ma la consapevolezza di vivere in un ambiente che stava surriscaldandosi troppo. Forse, anche un invito a se stesso a scendere qualche gradino della scala dell’euforia. Una partita vinta alla guida dell’Empoli valeva bene un tripudio. I successi in serie – tra campionato e coppa – sulla panchina del Napoli vanno accolti con la gioia dentro e con l’estintore tra le mani.
La sconfitta di Bologna ha varie matrici.
Primo un approccio sbagliato che ha determinato incredulità nel vedere gli avversari giocare a specchio impedendo imbucate e linee di passaggio, andava trovato un antidoto.
Secondo ha inciso non poco (in senso negativo) la mancanza di precisione in zona gol in momenti determinanti, errori di Callejon ed Higuain.
Terzo l’incertezza di Reina, evento rarissimo, sul gol che ha chiuso la partita.
Si va incontro alla Roma, ora, una squadra senz’anima e con poche certezze. Basterebbe il Napoli che si è fermato a Bologna per avere ragione della Roma che ha tremato davanti al Bate Borisov.
La qualificazione agli ottavi della Champions di De Rossi e compagnia bella certifica che Garcia ha saputo mettere il lato B al centro del villaggio: 6 punti, una sola vittoria, 16 gol subiti.
E pensare che il Napoli dovette dare l’addio all’Europa dei grandi con 12 punti e in un girone molto più complicato. Tanto per capirci!
La Roma sembra aver smarrito il fraseggio propedeutico all’infilata letale. Si è affidata a due frecce al curaro: Salah e Gervinho, quando l’egiziano e l’ivoriano sono stati costretti a fermarsi, è calata la notte. Resta il centrocampo il reparto più temibile: Nainggolan è tignoso, Pjanic è genialoide e pericoloso sui calci
piazzati, De Rossi è valido baluardo a protezione di una difesa che non riesce a muoversi da reparto.
Una difesa che va affrontata puntando uomo contro uomo e Insigne potrebbe essere decisivo in quest’opera di demolizione. Come Higuain, al quale consiglierei di affrontare Manolas il greco col ghigno del più forte, senza deleteri isterismi. Deve sapere il Pipita che il greco picchia ed è veloce.
Porti pazienza. E il gol verrà e sarà bello battere un portiere che è un codice fiscale. Se Szczesny, determinante col Bate Borisov, sarà preferito all’ex De Sanctis.
Si gioca un’ora dopo le fatidiche cinque della sera. È uno spareggio per i primi posti della classifica.La leadership, seppure per una giornata, ha dato alla testa. Da terzo,il Napoli può ricominciare la scalata.