di Gerardo Mazziotti
Se a Bagnoli siamo all’anno zero dopo ventidue anni dagli “indirizzi urbanistici” del giugno 94, con i quali l’amministrazione cittadina prefigurò la Città delle Meraviglie da realizzare in dieci anni, è un fatto scandaloso del quale sono responsabili le amministrazioni di Bassolino ( 7anni), della Iervolino (10 anni) e deMagistris ( 5 anni), che, pur avendo avuto a disposizione il tempo e i fondi necessari, hanno dimostrato di essere inadeguate a gestire l’inveramento della Grande Trasformazione Urbana di Bagnoli
Dopo ventidue anni di ritardi, di sperperi, di errori, di malefatte e di fallimenti di due società create per realizzarla ( la Bagnoli SpA e la Bagnoli Futura) la gente non ci crede più. E si è convinta che Bagnoli è un luogo pieni di veleni cancerogeni dal quale stare lontani. Perciò bisogna, preliminarmente, recuperare la credibilità perduta.
Prima di proporre piani urbanistici attuativi occorre creare le precondizioni necessarie per realizzarli. E le precondizioni sono le seguenti:
1) la rimozione della colmata e la contemporanea bonifica dei fondali marini;
2) la bonifica dei suoli, già iniziata nel 1996 e mai completata dopo vent’anni (uno scandalo di cui si sta occupando un processo in corso presso il Tribunale di Napoli);
3) la demolizione dei restanti capannoni dismessi, dei pontili e dei così detti siti di archeologia industriale (non sono compresi nei Siti Unesco perché privi di qualsiasi valore storico e artistico ; meritano di essere conservate solo le bellissime candele) ;
4) l’acquisizione dei suoli Ffss, dell’ex Cementir e loro bonifica;
5) la costruzione di alloggi attraverso la sopraelevazione di edifici abitativi di proprietà pubblica, esistenti nella zona, per sistemare le famiglie che attualmente abitano nel borgo marinaro da demolire;
6) il ripristino della funivia Posillipo- Fuorigrotta degli anni ‘40;
7) il trasferimento al demanio comunale dell’isolotto di Nisida per trasformarlo in un grande attrattore turistico di livello mondiale;
8) l’individuazione dei gestori della Porta del Parco, della Clinica delle tartarughe e del Parco dello Sport (prima che vadano in rovina), attraverso un invito a manifestare interesse, corredato da un piano finanziario e organizzativo;
9) la rimozione del porto turistico di Manomozza a ridosso dell’isolotto di Nisida;
10) il rinnovo del protocollo d’intesa con le industrie hi-tech ( IBM, Microsoft, Alenia, Impregilo, Siemens, Novartis, Finmeccanica, Apple… ) che nell’aprile 2007 si sono dichiarate disposte alla re-industrializzazione eco-compatibile di Bagnoli, proposta, tra gli altri, da Sergio Cofferati, Giorgio Bocca, Arturo Marzano, Antonio Bassolino e da Vittorio Silvestrini, la sola in grado di garantire occupazione e di produrre ricchezza.
E naturalmente l’organizzazione a Bruxelles di una conferenza su Bagnoli per richiamare l’interesse degli imprenditori europei, come ho proposto sulla rivista MezzogiornoEuropa del 18 novembre, su CorriereEconomia del 22 novembre e su laRepubblica del 6 dicembre 2002.
Nel contempo bisogna organizzare un concorso internazionale di idee per garantire alla trasformazione urbana di Bagnoli l’alta qualità architettonica che la straordinaria bellezza e la storia millenaria dei luoghi richiedono.
Talché trovo inutile ( al massimo, un passatempo ) il dibattito sulle affabulazioni urbanistiche di Invitalia, rese note attraverso coloratissimi slides, perché, a parte i giudizi sulla loro qualità architettonica, nessuna di queste è realizzabile in assenza delle precondizioni.