di Gerardo Mazziotti -
Ai lati del seggio presidenziale della Camera dei Rappresentanti degli Usa campeggiano dal 1789 due grandi fasci littori. Esattamente uguali a quelli che nel 1925 furono posti ai lati del seggio presidenziale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. I padri fondatori degli Stati Uniti d’America decisero di mutuare dall’antica Roma tutta la simbologia della nuova nazione.
Eressero il Campidoglio, fecero dell’aquila il simbolo dell’America, si dotarono di motti latini (il più famoso ed efficace è “E pluribus unum”, che tra l’altro è perfettamente coerente con l’idea dei fasci littori).
I fasci littori si trovano anche nello studio ovale alla Casa bianca. Ma non hanno nulla di fascista anche se più che alla Roma repubblicana l’America sembrerebbe assomigliare alla Roma imperiale.
Mussolini li assunse il 23 marzo 1919 come simboli del fascismo e furono piazzati dappertutto anche nel nostro paese. A cominciare dal balcone di palazzo Venezia.
Ma dopo la tragica caduta del regime furono rimossi dalla Camera dei deputati, dai Ministeri, da tutti gli edifici pubblici, dalle aule dei Tribunali e delle scuole, dalle stazioni ferroviarie e dalle case cantoniere.
Sopravvivono, ma pochi se ne accorgono, nei pali di illuminazione di alcune strade di molte città ( al corso Vittorio Emanuele e al parco Margherita di Napoli) e nei tombini stradali. E sono immortalati nell’affresco eseguito nel 1940 su una parete del Padiglione dell’Impero, noto come Cubo d’Oro, alla Mostra d’Oltremare di Napoli, che raffigura Mussolini a cavallo..
E sopravvivranno fino a quando non deciderà che vanno rimossi il deputato Pd Fiano Emanuele, primo firmatario della proposta di legge che introduce nel Codice Penale il reato di propaganda del regime nazifascista e che è stata approvata dalla Camera dei deputati martedì 12 settembre scorso. “È nostro compito combattere l’ideologia nazi-fascista, la carica di violenza razzista e di odio che essa comporta. Di quelle idee non si può fare apologia o propaganda, questo è il concetto che sta alla base della nuova norma” ha detto Fiano.
Non si rende conto che è una legge inutile perché sono vigenti la legge Scelba del 1952 contro l’apologia del fascismo e la legge Mancino del 1993 contro i gesti, le azioni e gli slogan legati all’ideologia nazifascista.
Due leggi liberticide che andrebbero soppresse perché in palese contrasto con l’articolo 21 della Costituzione secondo il quale “ Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. La Costituzione dice “ tutti”. Nessuno escluso.
Tant’è che in difesa di questo diritto è stata costituita il 27 febbraio 2002 l’Associazione Articolo Ventuno, che riunisce esponenti del mondo della comunicazione, della cultura e dello spettacolo; giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero.
La Norma XII della Costituzione vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista. E dovrebbe bastare. .
Ma il deputato Fiano è ossessionato da un “pericolo fascista”, che non esiste. Dipendesse da lui, farebbe demolire tutte le opere del regime perché evocatorie del Duce.
Però, come tutti gli antifascisti doubleface, è un geloso conservatore di alcune “eredità fasciste”. Non lo indigna la legge razziale numero 897 del 25 aprile 1938 che, nell’introdurre la obbligatorietà della iscrizione agli Albi ai fini dell’esercizio di una professione, ha stabilito che “ Non possono essere iscritti e,se iscritti, devono essere cancellati coloro che non siano di specchiata condotta morale e politica”. Una legge che ha impedito agli ebrei, agli antifascisti e agli omosessuali di esercitare le loro professioni. E che, essendo in palese contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, avrebbero dovuto abolirla già nel 1948.
Ma il Parlamento non ha la capacità di sostituirla con una legge professionale aderente alle mutate condizioni politiche del paese. E questa capacità non ce l’ha nemmeno il deputato Fiano Emanuele.