di Adolfo Mollichelli
Ricacciata indietro la Roma che all’ora del ragù aveva schiantato il Chievo. Missione compiuta in quel di Torino. Il Napoli torna a vincere in trasferta e vede vicinissimo il posto d’onore e, soprattutto, l’ingresso diretto in Champions che significa oro
In tutti i sensi: milioni già sicuri e nessuna preparazione anticipata, fastidiosissima di suo e figuratevi nell’anno di Europei, Coppa America ed Olimpiadi.
Hamsik si beve Acquah (acquaio’ l’acqua è fresca?) come e quando vuole ed è così che si spacca la partita. Due recuperi e due assist, e due gol: Higuain e Callejon.
Subito, per dimenticare il giallo ad Albiol e per dire grazie al centrale spagnolo che con un movimento intelligente rende vana la segnatura di Belotti che chiamano gallo e giù la cresta.
Napoli bello, come al solito. Torino molle e senza grinta e questa è una novità.
Il tutto dura un tempo e mezzo. Perché Ventura ritocca il Toro, gli mette un po’ di corna (Baselli per Acquah, Molinaro per Zappacosta e infine Immobile per Martinez) e gli azzurri sono costretti al solito finale di sofferenza dopo aver dominato in lungo ed in largo. E con i soliti cambi sarriani che sono di un uomo per un altro ma quasi mai tattici: Mertens per Insigne, David Lopez per Hamsik e El Kaddouri per Callejon.
Nel frattempo Peres aveva ringalluzzito i suoi col gol che dimezzava il bottino messo al sicuro (?) da Higuain e poco dopo da Callejon. Ancora una volta, Reina mi è apparso buffo sul pallonetto di Peres: non c’è stata spinta sui garretti e solita manona a cacciar via insetti fastidiosi.
Detto che Allan è tornato ad essere il mastino di sempre, uno che lavora per la comunità senza sosta, un plauso particolare va al Pipita che ha sfiorato la sua decima doppietta e altroché se l’avrebbe meritata. Dopo il gol di fino anche un palo ed un paio di interventi di Padelli a dirgli di no.
Higuain sale così a quota 33 gol e raggiunge un mito del passato: Antonio Valentin Angelillo, argentino come Maschio e Sivori (il mio idolo) con i quali formò nel River Plate il celebre trio: gli angeli dalla faccia sporca.
Ora il Pipita ha un altro grande del passato nel mirino: lo svedese Nordhal detto il pompierone recordman con 35 reti nei campionati a venti squadre.
Sarebbe bello se gli azzurri aiutassero Higuain nell’impresa nell’ultima fatica con il Frosinone derelitto ma orgoglioso.
Immagino che Aurelio Primo acceleri il vertice con i suoi collaboratori per pianificare l’anno che verrà. Ancora novanta minuti e avuto i denari potrà anche far vedere il cammello.