Gerardo Mazziotti

Gerardo Mazziotti

Architetto, giornalista e scrittore. Per 20 anni docente all’Università di Salerno. Premio internazionale per il giornalismo civile. E’ considerato “ la coscienza critica della città”.

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La bolla del bullo

di Gerardo Mazziotti

In tutti gli ottomila comuni italiani vige, e viene rigorosamente rispettata, la regola secondo cui qualsiasi intervento edilizio e urbanistico deve essere autorizzato dal sindaco, previo parere, obbligatorio ma non vincolante, delle commissioni comunali dell’ edilizia e dell’urbanistica. Fa eccezione il comune di Napoli, ancorché  amministrato da un sindaco che, da ex magistrato, ha posto “ il rispetto della legalità” al centro della sua azione di governo

Lo dimostra la annosa vicenda del metrò collinare la cui realizzazione è affidata alla società MetropolitaNapoli con un disciplinare che l’autorizza a operare senza alcun controllo dell’amministrazione cittadina.

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Ho i miei dubbi sulla legittimità giuridica di questo disciplinare ma sta di fatto che tutte le stazione del metrò sono state realizzate secondo progetti privi di autorizzazione sindacale.

E il fatto più stupefacente è che questo “modus operandi” è stato accettato dalle amministrazioni Bassolino, Iervolino e deMagistris e non ha provocato l’indignazione del mondo culturale e ambientalista cittadino. Mi viene in mente che sulla ripavimentazione di piazza della Signoria di Firenze Bruno Zevi promosse un dibattito internazionale al quale partecipò anche Andrè Malraux.

Gerardo Mazziotti

Gerardo Mazziotti

E’ dell’altro ieri la notizia che, dopo tre anni di sospensione,  riprenderanno presto i lavori della linea Duomo della metropolitana che prevede una grande bolla di vetro per illuminare la sottostante stazione di piazza Nicola Amore. Sulla cui realizzazione deve decidere il Soprintendente ai beni architettonici e non il sindaco. Ribadiamo che  la nostra contrarietà si basa su un giudizio estetico decisamente negativo e sui complessi problemi strutturali, funzionali e gestionali ma sopra tutto sul rispetto delle ” memorie storiche cittadine” coniugabile col “diritto alla memoria” di alcuni paesi europei.

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Fontana della sellaria

Questa piazza è nata con l’avvio dei lavori del Risanamento in un’area dove una volta insisteva la cosiddetta piazza della Sellaria o del Pendino, in cui erano presenti la fontana della Sellaria e  la cinquecentesca fontana di Atlante. Il toponimo originario era piazza Agostino Depretis ma, successivamente, fu attuato uno scambio di toponimi con la via Nicola Amore come fu stabilito nel 1894 di chiamare l’attuale via Depretis.

Nel 1896 il regio commissario Ottavio Serena deliberò che la piazza accogliesse la fontana del Nettuno, che, dopo molte peregrinazioni in varie piazze cittadine, si trova attualmente in piazza Municipio.

Nicola Amore

Nicola Amore

Al centro della piazza fu quindi posta il 7 febbraio 1904, dieci anni dopo la sua morte,  una statua raffigurante il sindaco Nicola Amore. Il cui nome è legato alla legge speciale per Napoli del 1885 e al primo grande rinnovamento urbano,noto come “risanamento”, che, tra le tante opere, realizzò la grande arteria che collega piazza Garibaldi a piazza Municipio, dedicata a Umberto 1° ma che i napoletani preferiscono chiamare “ il rettifilo”.

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La statua di Nicola Amore a piazza Vittoria

Da quel giorno la piazza ha assunto la denominazione che tuttora conserva.

La statua venne spostata in piazza Vittoria  il 5 maggio del 1938 per eliminare qualunque ostacolo lungo il rettilineo che venne percorso a bordo di un’auto scoperta da Hitler e da Mussolini in occasione della rassegna alla Regia Marina nel golfo di Napoli.

E da quella  “giornata particolare”  la statua non fece mai più ritorno nella sua piazza perché tutti i podestà, i sindaci e i commissari prefettizi, che nell’arco di 78 anni si sono succeduti a palazzo San Giacomo, hanno preferito lasciare al suo posto un’aiuola fiorita.

MASSIMILIANO FUKSAS

Massimiliano Fuksas

Questa sconsiderata  scelta ha consentito all’architetto Massimiliano Fuksas, progettista della stazione Duomo del metrò collinare, di “bucare” la piazza e di collocarvi un semiguscio d’uovo in acciaio e vetro per ” fare entrare la luce solare nella sottostante stazione”.

Una scelta ingiustificata visto che tutte le stazioni metropolitane del mondo, comprese quelle napoletane, sono illuminate con l’energia elettrica. E lo sarà necessariamente anche questa nelle ore serali e notturne. Perciò un invito al sindaco deMagistris di riportare la statua di Nicola Amore nella piazza che porta il suo nome.

 

 

 

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Un pensiero su “La bolla del bullo

  1. mimmo

    posso dire che a me la cupola di vetro piace? …. e comunque passo per un ‘conservatore’ ….. un po’ come quando andai a parigi, molto diffidente nei confronti della piramide davanti al louvre … e invece trovai che avesse il suo fascino ….. si puo’ accostare il moderno al classico, se fatto con gusto …

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