Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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Valzer delle punte per la pratica Spezia

di Adolfo Mollichelli

Tutto ok. Ma con qualche sofferenza di troppo. Azzurri ai quarti e non poteva essere altrimenti. Avevano la pratica più semplice da espletare: lo Spezia, una delle due squadre cadette (l’altra è il Cesena che affronterà il Sassuolo) approdate agli ottavi di coppa Italia.

Fotosud - SPORT NAPOLI SPEZIA (NEWFOTOSUD RENATO ESPOSITO)

Senza Sarri in panchina, squalificato per due turni in seguito al “frocio” dato a Mancini all’epoca tecnico dell’Inter. I fatti risalgono al 19 gennaio dello scorso anno, partita di coppa che i nerazzurri vinsero per 2-0. Momenti di gloria per Calzona (chi era costui?) il vice di zio Maurizio.

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Gol lampo di Zielinski, pareggio di Piccolo (un altro napoletano ingrato) con deviazione di Albiol, golazo di Giaccherini che Conte chiamava Giaccheriño, chiusura di Gabbiadini attaccante con la valigia al terzo gol consecutivo. Domani, il Napoli conoscerà il nome della squadra che incontrerà nei quarti, la vincente tra Fiorentina e Chievo.

Napoli con nove uomini nuovi in partenza, rispetto al match con la Samp. Centrocampo fru-fru con Zielinski, Diawara e Rog. Il giovin croato ha confermato di essere delizioso. Maksimovic ha confermato di essere un difensore pericoloso, per la sua squadra. Maggio un giocatore sfiorito.

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Esordio di Pavoletti accompagnato dai commentatori Rai con un’enfasi esagerata. Il gigante ex Genoa toccherà una palla una e la spedirà alta a un metro e poco più dalla porta vuota.

Napoli col solito vizietto: a tratti irresistibile, spesso spocchioso e becca sempre gol. Mi va di citare i ragazzi dello Spezia (città che mi ricorda i tempi del Car in Marina): Migliore fa onore al suo nome, Maggiore vale quanto meno un tenente colonnello, Piccolo è un bucaniere spelacchiato, Granoche lo chiamano el diablo, quanto a Pulzetti beh nomina sunt consequentia rerum. Basta così, parliamo d’altro.

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Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia e non sa quello che trova. L’antico adagio calza a pennello per descrivere la situazione che si è creata in casa Napoli per quanto concerne il reparto d’attacco. Ricapitoliamo: Gabbiadini è in partenza, Pavoletti è appena arrivato dal Genoa, Milik è in via di guarigione. Milik il croato prima dell’infortunio s’è fatto conoscere ed apprezzare per le sue doti di uomo d’area e non solo.

Di Pavoletti – che è arrivato a Napoli dopo un lungo infortunio – si sa che è un uomo d’area (quindi un doppione di Milik), che è prezioso nel “far salire la squadra” e che non è più giovanissimo. E, intanto s’è mangiato un gol sporcando la sua prima al San Paolo. Gabbiadini ha dimostrato di essere un freddo e dotato di una pazienza da fare invidia a Giobbe. Non è una punta centrale ma sa giocare – e segnare – anche nel cuore dell’area. Il bergamasco silenzioso si è intristito quando in casa azzurra gli hanno cucito addosso un vestito sbagliato: quello di vice di Higuain o, se volete, sosia minimo dell’argentino.

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Tutte le volte che è stato chiamato in causa, Manolo raramente ha deluso. Ed ha segnato tanto in rapporto ai minuti che gli hanno lasciato giocare. Prezioso nel finale di Firenze, con il rigore realizzato nel finale che ha portato in dote alla squadra un punto prezioso. Contro la Samp, sempre Manolo, subentrato ad un centrocampista per la serie disperazione ha dato il la alla rimonta rocambolesca del Napoli portando in dote un punto e mezzo, l’altro punto e mezzo spetta a Tonelli.

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Nel panorama degli incazzati perenni – chi gioca poco, chi non tollera le sostituzioni, chi si ritiene intoccabile, chi dimentica che il calcio è un gioco di squadra e che se non sei Messi devi darti una calmata – quella di Manolo Gabbiadini il bergamasco è una parabola da celebrare con i toni giusti. Educazione, rispetto, signorilità e un sinistro meraviglioso. Andrà via Manolo e contribuirà alle fortune della sua prossima squadra in Premier o in Bundesliga, ne sono certo. Basta impiegarlo nella zona di campo che gli è più congeniale: sulla fascia destra pronto a convergere verso il centro. Gabbiadini possiede un sinistro che a me ha ricordato da sempre quello di Riva, la stessa potenza senza dover prendere alcuna rincorsa.

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Perdurante l’ostracismo – o l’impiego sbagliato – di Gabbiadini, e l’assenza forzata di Milik, la squadra ha trovato in Mertens il goleador tascabile che molti immaginavano ma in pochi credevano.

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La presenza contemporanea di Insigne, Mertens e Callejòn (quest’ultimo, l’unico vero insostituibile per Sarri) ha consentito un maggior numero di inserimenti a sorpresa dei centrocampisti (magnifico Zielinski) e libertà di trovare la posizione letale ad Hamsik. Nel nome e nell’applicazione del più ferreo sarrismo, il Napoli ha dato spettacolo travolgendo gli avversari. E riuscendo a bissare, quasi, i punti nello stesso numero di partite dello scorso campionato con il mostruoso Higuain dalla sua parte: soltanto tre i punti in meno.

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Che cosa accadrà ora con un Milik ed un Pavoletti in più ed un Gabbiadini in meno? Proviamo ad analizzare la situazione. Con il ritorno alla piena efficienza di Milik non credo che Sarri rinuncerà alla forza d’urto del croato. Forza d’urto che dovrebbe garantirgli anche Pavoletti non appena l’ex genoano avrà assimilato almeno un po’ i movimenti che gli saranno richiesti per entrare di diritto nell’orchestra sarriana.

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A questo punto, il dubbio atroce sarà tutto di Sarri: come faccio ad accantonare il Mertens punta centrale? E mi crescerà uno tra il belga ed Insigne perché Callejòn, lui no, è unico e prezioso con i suoi inserimenti alle spalle delle difese avversarie e per l’aiuto che offre alla fase difensiva.

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Non vorremmo essere nei panni di Sarri. L’unico che continuerà a gongolare ed a vivere spensierato e ricco sarà Aurelio Primo che con la cessione di Gabbiadini incasserà un altro bel malloppo dal quale detrarre la spesa per Pavoletti. Embé, tutto dalla vita non si può avere. Napoli, fortuna sua!

 

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