Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

C_29_fotogallery_1020153__ImageGallery__imageGalleryItem_8_image

Certezze in bilico

di Adolfo Mollichelli

L’Europa che conta ha detto che le certezze riflesse nel campionato appartengono soltanto al Napoli. Perché è stata l’unica a vincere. Mentre la Juve ha continuato a soffrire anche se ha rischiato di battere il Barcellona nel finale. La Roma, forse troppo impettita (lassatece passà, semo romani), è franata nel catino del Wanda (la signora Icardi non c’entra) Metropolitano, infilata dal biondo Griezmann che reclamizza una lama da barba. Nell’Europa cosiddetta minore, è stata grande Italia con Milan, Lazio e soprattutto Atalanta, prima delle nostre squadre a vincere al Goodison Park che è la casa dell’Everton. Liverpool oh cara.  

C_29_fotogallery_1020153__ImageGallery__imageGalleryItem_1_image

Tre punti per Sarri contro lo Shakthar del galletto Fonseca. Gli azzurri non più infilati nel grigio pigiamino si giocheranno tutto nella città di Erasmo in attesa del favorino di Guardiola contro gli ucraini.

Cazzimma. Ma quant’è musicale ‘sta parola che pure ha due doppie consonanti, forti. E’ stata cazzimmosa la scelta del Napoli di studiare gli ucraini di samba: vediamo questi stupidi dove vogliono arrivare.

C_29_fotogallery_1020153__ImageGallery__imageGalleryItem_12_image

E’ stato cazzimmoso il tourbillon di prima nella ripresa. E’ stato cazzimmoso, geniale, artistico, poetico il tiro a giro, curva pericolosa, del petisso di Fratta. Un coriandolo. Forse un aquilone con il filo lungo lungo fino in Puglia dove l’omaccione dalle smorfie truci si sta macerando: Insigne! ma come ho fatto a non capire, a non vederti, a non dare ascolto a De Rossi. Pare che con la buonuscita ricevuta dal vecchio Ta, l’omaccione abbia prenotato visita privata dal novello Freud che ha studio a Solna.

La squillante vittoria azzurra sui brasiliani travestiti da ucraini, maturata nella ripresa dopo una prima parte di sofferenza e studio, la considero un capolavoro. Perché ha dimostrato ancora una volta la maturità del gruppo sarriano. Ha concesso poco quando lo Shakthar sembrava che dovesse tracimare da un momento all’altro. Ha trovato le contromisure giuste per non fare palleggiare pericolosamente i rivali in cui ha brillato una stellina, quel Bernardo esile e tecnico che non è il servitore di Zorro Ha dilagato infine con la solita euclidea lucentezza con Zielinski e Mertens (di testa, addirittura).

2215496-46209310-2560-1440

La Juve, ancora scossa dalla scoppola doriana, ha stentato nel gioco contro i catalani che hanno messo in campo Messi solo per uno scampolo di gara.

Napoli e Juve rischiano di ritrovarsi insieme in Europa League. Se le combinazioni dell’ultimo turno dovessero rivelarsi nefaste. Alla Roma, invece, basterà vincere contro i pellegrini del Qarabaq per andare avanti.

Griezmann

Griezmann

Dopo-coppe e mannaggia a sVentura hanno continuato ad intrecciarsi. Cosa volete, non è una mia fissazione ma la realtà dei fatti. Perché Bonucci (e pure sfarfallone Donnarumma) è stato capace di lisciare un pallone facile facile da respingere concedendo il brivido freddo a quel poverino di Montella che già ha le coronarie farlocche come gli invisibili padroni cinesi.

Poi, ha dilagato il Milan seppellendo l’Aek di Atene sotto cinque sberle. Come all’andata. La Lazio ha tenuto testa allo scalpitante Vitesse che un po’ all’olandese riesce ancora ad esprimersi.

_98883209_gettyimages-877964188

Lo scettro di regina di Coppa (seppur minore) è tutto dell’Atalanta che è andata a disegnare calcio atletico in casa della seconda squadra di Liverpool la patria dei Beatles. Gasperini è la fortuna di Percassi che è presidente ex calciatore e imprenditore. E fa bene al calcio.

Due sono i vivai all’avanguardia in Italia: quello dell’Inter e quello dell’Atalanta. Cinque sono le società che hanno saputo (e voluto) dotarsi di impianti propri: la Juve, il Cagliari, il Sassuolo, l’Udinese e ancora l’Atalanta.

Cristante_Getty

Bryan Cristante

Vivaio bergamasco ricchissimo. E poi, c’è Gasperini che tramuta in campioncini prospetti di giocatori interessanti. O che ti lancia nell’agone nazionale e quella internazionale un tipetto come Bryan Cristante che era sbocciato nel vivaio milanista e poi ha peregrinato tra Benfica e Pescara prima di trovare il maestro giusto (Gasperini). Cristante è un fior di centrocampista: ha fisico, tempi di gioco ed attitudine al gol, ne sanno qualcosa anche Napoli e Juve.

Nel Milan scalcagnato di questi grami tempi cinesi militano Cutrone e Locatelli, giovani e più che interessanti. Ne tenga conto il prossimo ct azzurro. Che, certamente, non sarà un incapace.

 

CondividiShare on Facebook0Tweet about this on TwitterPin on Pinterest0Share on Google+0Share on LinkedIn0Email this to someone

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Altri post dello stesso Autore