Io, dopo molti anni di assenza dal mondo equestre,avevo ripreso quasi quarantenne pimpante, a montare presso il Centro Ippico Agnano.
La mia naturale predisposizione allo sport mi aveva consentito con modeste ambizioni,di riprendere anche le gare in concorsi regionali. Si era costituito un gruppo numeroso di amatori/veterani,per nulla intimoriti dal confronto con giovani leve. In una tiepida domenica primaverile, portai Anna bambina di 4 anni al Cia. con me. Avrebbe giocato con i figli dei miei amici in un ambiente all’aperto, spensieratamente. Lucio Licciardi come me aveva portato Davide, suo figlio e altri ancora. Marina Benusiglio faceva lezione al gruppo, mentre Marilì, ancora in fasce veniva spupazzata da una scuderia intera.
Il posto era (ed è) bellissimo. E’ nel ricordo di tutti quella fantastica organizzazione dell’allora presidente Nicola Corsale della settimana del cavallo italiano. Caterina sua figlia, giovane amazzone anche allieva di Emilio Puricelli, esordiva in quel periodo come istruttrice pony. E fu amore a prima vista tra Anna e Caterina, e non vi furono giochi con bambini, ma solo giochi con i pony: e il primo atleta in casa mia, divenne mia figlia.
Dopo un tirocinio di base con i pony della scuola e pressappoco dopo un anno, dati i progressi e la spiccata inclinazione (ahimè) di Anna, feci quello che allora mi parve una mandrakata! Individuai da un branco pony di provenienza gallese (tutti sporchi, con pelo/orso) quello che mi pareva il più affidabile. Era strano,testa da cavallo,panza enorme(essendo femmina, pensai forse è gravida ahahh… ) ma occhio tranquillo e calma imperturbabile.
Nella nostra famiglia e vita entrò , con un costo iniziale minimale (a volte si è fortunati).E Saphire diventò la balia di Anna.Tra tutti i cavalli montati da mia figlia (e vi sono pur stati soggetti da finali Campionati Europei junior e young rider) è Saphire Nolton il più generoso e indimenticabile. Nata in una campagna del Galles per fare il pony da scuola e le barriere a terra con i primi ridicoli saltini, riuscì con Anna ad arrivare alle categorie di 115, passando per categorie di dressage ed equitation, esibendosi in tutti i campi più difficili da Fieracavalli di Verona al Pavarotti International di Modena. E dunque Anna a 6 anni e 3 giorni compiuti, cominciò a gareggiare nelle categorie riservate con la sua ponetta. Era sempre la più piccola del gruppo,ma sempre attenta e concentrata.
All’epoca in Campania c’era un nutritissimo gruppo di giovani e giovanissimi cavalieri, che si sfidavano spesso nelle manifestazioni tenute nell’impianto di Marina di Castello, formidabile invenzione di Sergio Pagnozzi. Il centro era localizzato vicino Pinetamare, nei pressi dell’albergo Holiday Inn, col quale pure era convenzionato e tanti cavalieri di livello nazionale e internazionale prendevano parte ai concorsi. E’ lì che con gioia ho visto i nuovi e geniali interpreti dell’equitazione moderna, esprimersi dopo la mia ripresa equestre.
Indimenticabili i Gran Premi in notturna estiva (dopo bagordi in piscina dell’albergo e altro…) disputati da Andres Penalosa, Bruno e Vincenzo Chimirri, Francesco Franco, Antonio Alfonso, Gianluca Caracciolo e tanti altri talenti. Grande è stato il contributo all’equitazione campana di quell’impianto, dava l’opportunità di crescere e misurarsi con i migliori. Quando chiuse i battenti, l’equitazione regionale prese a languire…troppa distanza era sopravvenuta con il paritetico e nuovo centro di Arezzo (per ironia il più vicino a 400 km).
Ma tant’è, all’epoca i concorsi erano affollatissimi di atleti e cavalli. I Campani competevano agguerritissimi. Vi era fortissimo antagonismo principalmente tra la Scuola Napoletana d’Equitazione e la Società Ippica Napoletana (con la quale nel frattempo Anna ed io ci eravamo tesserate). La Sne è da sempre stata la madre di tutte le Scuole della città. Dalle sue costole sono nati sia il Cia che il Sin.
Perché? Io penso che la connotazione della Sne, quale non solo club sportivo, ma a volte prevalentemente circolo, abbia dato la spinta a fuoriuscire a coloro che intravedevano esclusivamente la pratica sportiva. Quindi prima con il Cia poi con il Sin, la Sne si era your self creata antagonisti (con il senno di poi c’è da dire che mentre i due centri/costole con alterne fortune, nel tempo hanno cambiato denominazioni, presidenti, consigli, soci… la Sne è rimasta uguale).
La rivalità sportiva tra gli allievi di Maurizio Talarico e Fabiola di Capua (rispettivamente istruttori cavalli e pony della Sne) e gli allievi di Flora Paciello e Caterina Corsale (istruttrici cavalli e pony del Sin) era più che palpabile, era parossistica, come appartenere a fazioni di guelfi e ghibellini. In prossimità dei Campionati Regionali, e specialmente quelli a squadre, per non parlare delle selezioni per Verona o Piazza di Siena, si viveva un clima infuocato. Allora, a me pareva spropositato tanto accanimento e partigianeria, oggi sempre con il senno di poi, riconosco che quel furore sportivo, che non c’è più, contribuiva come per Marina di Castello a infervorare i protagonisti e a spingere l’equitazione campana a più alti livelli.
Nel luglio 1996, alle selezioni regionali dei Giochi della Gioventù, erano iscritti circa una quarantina di binomi (pensate un po’ che decrescita, nella nostra regione, con gli attuali numeri del Progetto Giovani!), tutti preparati e agguerriti. Per Anna fu un onore essere selezionata tra tanti bravi (Giovanni Giuliani, Gianluca di Maio, Valeria Romano, Bianca Torchia, Davide Licciardi, Elena Romanelli, Chiara di Gennaro, Fiorenzo Conte, Carolina Guarniei, Viola Palescandolo, Lia Gesuè e tanti altri valenti) e ancor di più rappresentare la Campania in finale con Enzo Varriale (istruttrice Carlotta Cipriano) e il suo pony velocissimo Ronco!
Ma anche questa è un’altra storia…