Franz Krauspenhaar

Franz Krauspenhaar

Scrittore e poeta milanese di origine tedesca per parte di padre, madre calabrese. Autore poliedrico, attento alla forma e alla varietà delle esperienze letterarie possibili.

Graffi sul mondo sempre più cane  
La storia di Gualtiero Jacopetti e del cinema controccorente 
di Franz Krauspenhaar

Graffi sul mondo
sempre più cane

di Franz Krauspenhaar
Sbaglierebbe chi pensasse che l’intellettuale italiano è sempre dentro il potere, dentro un ben conosciuto e maleodorante costume. Il nostro paese, disgraziato e corrotto in buona parte, ha dato e dà ancora alla collettività personaggi, anzi personalità, forti, capaci di essere veramente vivi, di andare controcorrente.

Così, “Controcorrente”, si chiamava la rubrica fulminante di Montanelli su Il giornale. Una dichiarazione d’intenti, uno stile di vita, una pulsione irrefrenabile. Da Montanelli al protagonista del libro di cui parlerò il passo è abbastanza breve.

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Gualtiero Jacopetti

Parliamo di Gualtiero Jacopetti, giornalista e uomo di cinema controverso, di cui Folco Quilici disse, riferendosi a una sua opera, “un grave insulto alla dignità umana.”. Un uomo controcorrente, che si esibiva “senza rete”, l’inventore e l’autore del documentario- mondo, dopo un breve passato di direttore di giornali e di cinegiornali, come La settimana Incom. Il primo a usare un linguaggio tagliente e sarcastico, a farsi beffe della realtà, rappresentandola coi suoi occhi spesso mistificatori, a creare un blob d’immagini condite da parole ma in maniera più raffinata, facendo del cinema che mischiava il vero col verosimile e col falso, dipingendo il vero ma aggiungendo la cattiveria e la mistificazione perché il mondo è “cane”, e non c’è niente da fare: se tutti mentono, vale la pena spingere ancora più in là quel pedale. Tra cinema documentaristico e fiction, sforna dall’inizio degli anni 60 una serie di lungometraggi (il primo dal titolo, appunto, Mondo cane) nei quali si vuole raccontare la stranezza e sostanzialmente la furia e la grottesca ferocia del mondo. Viaggiando per tutti i continenti con la sua troupe e coadiuvato dal collega Franco Prosperi, il “maledetto toscano” Jacopetti, faccia e modi da playboy, gusto forte per la dissacrazione in ogni campo, registra nella sua macchina da presa fatti strani, usanze, abitudini senza alcun intento scientifico, ma facendo dell’intrattenimento alternativo. C’era davvero il gusto un po’ perverso di essere dall’altra parte della barricata, orgogliosamente antintellettualistico con un certo gusto per l’essere “contro”. In realtà dentro a queste visioni c’era la barbarie e il disprezzo non tanto del “mondo cane”, ma dell’uomo Jacopetti, cinico soprattutto per reazione potrei dire “chimica” a una società ormai completamente asservita al consumo. Finalmente quest’uomo controverso, criticato, spesso accusato di reati sessuali, ma anche elegantissimo gentleman e bon vivant, viene ritratto e analizzato in un libro che è una biografia ma anche uno studio sul costume del nostro dopoguerra, un esame del giornalismo e del cinema e di molti personaggi di quegli anni.

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Lo scrittore Stefano Loparco, già autore di un libro su Edwige Fenech come fenomeno di costume, ci consegna questo “Gualtiero Jacopetti, graffi sul mondo” (Edizioni Il foglio,pagg 339, euro 16) che è davvero un volume che dice il più possibile con un approccio da studioso di cinema ma anche da, detto senza retorica, indagatore dell’animo umano. Una biografia per così dire letteraria ma al contempo un libro di consultazione pieno di notizie, di rimandi, un’opera complessa. Loparco chiama Jacopetti nella quarta di copertina “una sorta di Don Chisciotte del XX secolo”, perché gli piaceva combattere battaglie perdute fin dal principio. Ci sono uomini che tengono alla propria libertà più che alla propria vita, e Loparco ci racconta così di quest’uomo, scomparso in età molto avanzata da pochi anni, senza enfasi, senza farne un eroe, raccontandone gli eccessi e le ambiguità, facendo un ottimo servizio alla verità, se essa esiste, che vuole certe persone come un prisma dalle facce innumerevoli, e dunque difficilmente riassumibili, più di tanti altri.

Gualtiero

La contraddittorietà di un’indole fa più bella la storia, e questa storia, vera e raccontata anche da coloro che furono vicini al giornalista-cineasta, sarebbe potuta essere la trama di una serie di film rocamboleschi. La prima biografia di un uomo difficile e per nulla accomodante, una sorta di “poeta maledetto” del suo tempo, che fu descritto dai critici come “necroforo dell’immagine […] Netturbino cinematografico”, “Cronista della feccia del mondo”, è un libro che si legge come un avvincente romanzo e ci spinge con forza nei territori del mito: giornalista, regista di film discussi, avventuriero nell’anima, sfortunato e perdente “di successo”, citando l’autobiografia di Albertazzi, Jacopetti viene servito con maestria e senso della misura da Stefano Loparco, dal quale ci aspettiamo nuovi “mondi personali”. C’è amore per il personaggio ma soprattutto amore per il cinema e la comunicazione in genere, e naturalmente per una letteratura del vero che documenta sempre con dati alla mano. Un lavoro complesso e sicuramente di difficile realizzazione, che ci restituisce la storia di Jacopetti come forse non era possibile fare in maniera più esaustiva.

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Un pensiero su “Graffi sul mondo
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