di Franz Krauspenhaar -
L’Italia è piena di “ Furio”, il personaggio stracciacazzi di “Bianco rosso e Verdone”, la cui povera moglie torinese trova un po’ di pace solo chiudendosi in un cesso dell’autogrill esalando:”Non ce la faccio più!”
Archivio dell'autore: Franz Krauspenhaar
Un mondo di codardi…
di Franz Krauspenhaar
A me non fa paura il virus, e nemmeno una guerra, solo che vorrei crepare in battaglia, da eroe. Non come mio padre, soldato Cavalleria Wehrmacht di 18 anni, che portò a casa la pelle e i durissimi traumi davvero per miracolo. Io penso di assomigliargli, anche se sono 30 anni che perdio non lo vedo più, e mi manca. Continua a leggere
Il futuro è un muro
Costruito da Autostrade
di Franz Krauspenhaar -
Sveglio con un nervoso… sono stato male tutto il giorno, non sono stato allo stadio e ho fatto bene visto il risultato. Il futuro è un muro costruito dalle Autostrade. Questa città, che mi scivola di mano come sabbia ogni giorno di più, e questo paese, prima rovinato dagli eredi mangiamerda dei comunisti, che Dio li distrugga e li cancelli dalla storia; e poi questi populisti, sempre meglio del Pd che è un asilo per merdine bene. Continua a leggere
Palm kitsch
di Franz Krauspenhaar
Il Pd si spacca. La destra è fatta di loschi individui come Storace. I Cinque Stelle sono l’ultima sporca illusione in ordine di apparizione. Roma non è più la capitale, se non in modo ufficiale. Ci vogliono fare un nuovo stadio con i debiti di un italoamericano di Boston. Il sindaco l’hanno trovata in una confezione di Dixan, infatti la prima cosa che ha fatto è stata la ricerca del pulito nei cassonetti. Questo paese è finito, è kaputt, come direbbe Curzio Malaparte, l’unico scrittore italiano attuale sulle vicende del paese, insieme a me ovviamente. Gli altri scrivono brodi blandi… Continua a leggere
La zanzara e la scimmia nello zoo di Sanremo
di Franz Krauspenhaar
Finisce Sanremo con un premio finale al paraculismo delle credenze. Francesco Gabbani, con un testo Battiato-derivativo, nel quale accoppia il panta rei a singing in the rain, su una musica tormentonica similare a quella del Rovazzi re delle classifiche, vince il primo premio. Dietro Mannoia con un lamento femminista tipico che vorrebbe tirar su gli animi abbattuti ma dona l’effetto contrario, per cui suicidio e non se ne parli più. Una Gloria Swanson dall’ugola formato scrivania. Al terzo posto il Meta, una h in meno, una bella faccia, una bella voce ma una canzone scarsa, dove alla fine è “vietato morire”, come una volta, parlando di sesso trasgressivo, si parlava di “vietato vietare”. Continua a leggere
Sfilano le facce
dell’isola che non c’è
di Franz Krauspenhaar
Sfilano le facce, ah quello è Bettazzini, il marito di, è l’unico che non ha tracce di sudore né di sconvolgimento. È un mercante di sangue e di carne, è un simmenthaliano convinto, garretti e soci sono stati il suo pasto nella sua prima vita, quando giocò bene ma non troppo nel calcio storico fiorentino. Continua a leggere
Un calcio in culo
ai bimbiminchia
di Franz Krauspenhaar
Più tardi vado a votare. Nel rotore elicotteristico della mia testa l’editore a’ la Gianni Agnelli preso ad essere simbolo del non cambiamo mai, madama la marchesa Villar Perosa. Dunque se voto Si creo sindaci impuniti, consiglieri comunali che non dovranno mai pagare, le cavallette della sputpolitica italiana. Continua a leggere
Voiello, una pasta di Papa
di Franz Krauspenhaar
A due puntate dalla fine, si può già dire che Il giovane papa è un pasticcio senza capo né coda, pieno di tempi morti – anzi il poema filmico dei tempi morti- e con personaggi che dire insignificanti è dire poco
Letteratura Torta Sound
di Franz Krauspenhaar
Ho fatto le 2 con due giovani amici, ed ero stanco da tutto il giorno. Grandi risate, bei discorsi ecc. Rientro, e devo badare a mia madre. Ha bisogno di affetto, normale. Elargisco affetto come un bancomat al “colonnello della sussistenza” ora in congedo. Mi butto a letto, con l’ IPad tra i coglioni, anzi fra il culo e le mie meatballs. E riprendo a fare il dj del silenzio, una bella vita paradossale la mia, di notte Continua a leggere
I cazzotti di Elena
le cazzate di Clemente
di Franz Krauspenhaar
L’espulsione dal GF di quel cazzone peso massimo di Clemente Russo è solo l’ultima trovata di una tivù che non vale più nulla, una tivù morta che specula su una riprovazione di striscio. Per me un’espulsione per una cazzata detta alle tre del mattino al cazzone numero due Bettarini non vale nulla, né in termini morali ne’ giuridici, soprattutto se avallata da uno come Signorini, che fa più o meno lo stesso infimo mestiere di Corona, e dalla moglie di Totti, una che offende l’allenatore del marito a mezzo stampa, chiamiamola ancora così Continua a leggere