di Franz Krauspenhaar
Ho fatto le 2 con due giovani amici, ed ero stanco da tutto il giorno. Grandi risate, bei discorsi ecc. Rientro, e devo badare a mia madre. Ha bisogno di affetto, normale. Elargisco affetto come un bancomat al “colonnello della sussistenza” ora in congedo. Mi butto a letto, con l’ IPad tra i coglioni, anzi fra il culo e le mie meatballs. E riprendo a fare il dj del silenzio, una bella vita paradossale la mia, di notte
Pezzi soprattutto di vecchia musica elettronica dato che sto facendo l’editing con un collaboratore del mio disco solista – in quel contesto il mio nome sarà Nerolux, e il disco, di 18 pezzi, si chiamerà Torta Sound. una torta a tanti strati, come quelle ciofeche americane a tutto zucchero e coi colori delle mise della regina Elisabetta.
Bene, ho quasi finito il lavoro ma insisto nell’apprendimento furioso via YouTube. Chiaro che alle 5′ con una mezza cervicale e il braccio che addolora quando gli pare da luglio 2015, anno veramente del cazzo che vi si frega, lo stallo si fa duro. Insomma, ho fatto colazione poco fa, e sana, che i tempi della merda sono finiti. Una birra media con i due baldi, che qui in realtà è una lercia piccola un po’ potenziata, ne bevo una alla settimana….
Ora non so se Dylan parlerà, forse è più facile che parli Darione dalla tomba. Speriamo che Jacopo faccia silenzio stampa, che, per il suo bene, l’e’ meji. Il mondo è buggerato, il grottesco non avvertito dai più impera. È uno strato di disperazione che è il linoleum sotto al quale abbiamo scavato la dioporcautana.
E per finire, mi fanno pena quelli che chiamano poveretti, miseri e invidiosi quelli che contestano il Nobel al vecchio Bob. A parte che non posso essere invidioso di uno che fa cose altre rispetto a noi comuni mortali. Noi facciamo letteratura, magari a cazzo di cane, ma è letteratura – non fatemi incazzare.
Miseri perché? Perché abbiamo il coraggio di avere un’ idea diversa da Riotta, che ha detto una solenne cazzata dicendo a Baricco che lui con la letteratura non c’entra? Lui, che disistimo da sempre, è però dentro la letteratura mani e collo, anche perché è un impresario di spin Doctor da Premio Carnielli…
E poveretti un supertelepippone di cazzo. Semmai abbiamo il coraggio di andare controcorrente, e dovrebbe essere l’altra fazione ad esserlo, ma qui si nuota in un film di Bunuel degli inizi.
Abbiamo il coraggio di ricordare a gente di Potere, agli svedesi in vena di un rock senile, che fino a ieri conoscevano solo il surf e il geghege che ballavano sul ghiaccio nudi, che la letteratura si fa sui libri e che quest’ operazione è stata fatta per guadagnare una credibilità verso quelli veramente “aperti”. Aperti?
Il rimodernamento del premio, l’apertura rivoluzionaria, verso altre possibilità? Dandolo all’immenso artista Dylan che non tanto è stato premiato per le sue poesie, ma per la sua epopea cantautorale di più di 50 anni. Molto meglio della stragrande maggioranza dei poeti – mi voglio rovinare- ma che si esprime con un’arte Diversa.
Lo recensiscono i critici musicali, di solito. Questa cosa della miseria poi non l’ho digerita. E adesso a mattina impestata, metto su in cuffia Horses di Patti Smith. Se, visto l’andazzo, il Nobel prossimo lo danno a lei, sarà la fine completa e comunque cazzi loro, ma almeno ci sarà un “singing Nobel for Literature” la cui arte amo senza riserve.