Franz Krauspenhaar

Franz Krauspenhaar

Scrittore e poeta milanese di origine tedesca per parte di padre, madre calabrese. Autore poliedrico, attento alla forma e alla varietà delle esperienze letterarie possibili.

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Palm kitsch

di Franz Krauspenhaar

 Il Pd si spacca. La destra è fatta di loschi individui come Storace. I Cinque Stelle sono l’ultima sporca illusione in ordine di apparizione. Roma non è più la capitale, se non in modo ufficiale. Ci vogliono fare un nuovo stadio con i debiti di un italoamericano di Boston. Il sindaco l’hanno trovata in una confezione di Dixan, infatti la prima cosa che ha fatto è stata la ricerca del pulito nei cassonetti. Questo paese è finito, è kaputt, come direbbe Curzio Malaparte, l’unico scrittore italiano attuale sulle vicende del paese, insieme a me ovviamente. Gli altri scrivono brodi blandi…

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Franz Krauspenhaar

E adesso, poveruomo, per citare un vecchio romanzo tedesco pubblicato poco prima del Nazismo?

Adesso che questa politica fa la mossa di spaccarsi e poi rimane unita al capezzale del cadavere di Renzi, che presenterà ricorso alla morte e risorgerà come Lazzaro di Telemike senza nemmeno bisogno di un brodo blando, ma caldo.

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Il poveruomo italiano si può attaccare a una tipica palma milanese e sostituire le scimmie dello zoo definitivamente scomparso. La destra, ormai parcellizzata come una bomba a mano dopo lo scoppio, è appunto un convegno di carne morta. Dal cattofascismo di Forza Nuova al mamelismo mesmerico di Cretini d’Italia.

E Casa Pound? E’ gente che sa anche portare solidarnosc, ma dovrebbero fucilare qualche leader imbarazzante come le pastiglie Falqui.

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All’altro capo della corda, c’è quel ceffo residuato katanga che in TV, appena morto Castro, cerca di ridicolizzare un vecchio cubano fuggito dall’isla bonita da decenni e testimone di ammazzamenti in massa, tra i quali quello di un paio di fratelli. E questo compagnuccio con la testa mussoliniana, in tutti i sensi, vuole ridicolizzare una vittima. Ma naturalmente nessuno, o quasi, ci dirà che Castro era a suo modo un fascista. Un fascista rosso, di quelli che sono sempre andati di moda in Italia. Ma, diversamente da loro, con una sua persino rispettabile coerenza.

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