Carlotta D'Amato

Carlotta D'Amato

Consulente legale in aziende italiane ed internazionali, ha scritto numerosi articoli in materia di diritto. Le sue passioni sono politica, cultura, moda.

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Quei bambini traditi
prima ancora di nascere

 di Carlotta D’Amato

Ormai si vive in vetrina, la civiltà 2.0 ha cancellato la parola “riservatezza”. Anche la nascita di un figlio ha perso la magia. Facebook, twitter, instagram, il salotto dei follower sa tutto in tempo reale. Ma com’erano belli quei fiocchi rosa o azzurro al portone..

Gravidanza social o gravidanza 2.0: da quando le star hanno scoperto il poter mediatico dei social network tutto viene spiattellato su una pagina internet, un blog, con un tweet. E passi ancora quando si tratti dei figli in carne ed ossa, perché l’aspetto più inquietante della vicenda è quando a finire sul web siano quei figli che ancora devono nascere.

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La nuova moda consiste infatti nello sbattere sul web le foto ed i filmini delle ecografie dei futuri nascituri, mese dopo mese, dal concepimento al parto, e non mancano le foto della madre pre e post travaglio.

Ma tutto ciò non è eccessivo? Perché un bambino ancora dentro al grembo materno deve diventare già di dominio pubblico? Perché al cattivo gusto non c’è fine. Alcuna.

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Demi Moore

E se prima erano le foto dei pancioni delle futuri madri sulle cover delle riviste di moda (la prima ad inaugurare questo trend fu Demi Moore), ora anche il bambino non ancora nato è già una star, come i genitori.

Ma i vip, si sa, vivono di immagine, di scoop, di paparazzate, sempre sotto i riflettori, in tv o sui giornali, insomma, da loro un po’ ce lo si aspetta, ed in effetti se questa moda fosse rimasta limitata a loro, l’avremmo vista come una delle loro tante stranezze. Il problema, invece, è che ne sono stati contagiati tutti. Proprio tutti. Alzi la mano chi non ha avuto, anche per un solo mese, una bacheca invasa da foto di donne incinte con queste pance che, diciamocelo, se non sei Giselle Bundchen o Belen Rodriguez, proprio belle da vedere non sono. E le pance disegnate e firmate dagli amici, manco fosse il gesso che hai messo a 13 anni dopo essere caduto sulle piste dell’Aremogna?

Raffaella Fico

Raffaella Fico

E le foto in costume? E soprattutto…le foto delle ecografie ed i filmini con tanto di audio dove si sente battito del cuore e vengono indicate le dimensioni del feto? Insomma. Perché? Perché non c’è più limite nemmeno alla decenza? Perché il buon gusto, si sa, è andato a farsi friggere, ed anche l’ultimo barlume di pudore, ormai, si avvia per quella strada.

Considerazioni a parte, sul fatto, che se non si vogliono vedere certe foto, la persona la si cancella, oppure si mette un filtro su Facebook in grado di limitare la visibilità di post, immagini ecc, sorvolando sul fatto, sacrosanto, che ognuno, scrive e twitta su ciò che vuole la questione qui, è un’altra. Che anche un argomento così intimo e privato debba essere sdoganato perdendo, a mio parere, la bellezza di un momento così importante per la madre e per il padre. E se una volta sui portoni dei palazzi vedevi coccarde rosa o azzurre, ora non solo sai quando è nata/o ma sai anche quando è stato concepito, la temperatura del liquido amniotico, se dentro la pancia si cucciava il dito, se aveva il singhiozzo, in che posizione era, che se fosse capitato a me, li avrei denunciati i due mentecatti, appena raggiunta l’età della ragione (quella del bambino, perché i genitori l’hanno persa da tempo ormai).

Insomma, un tempo si mostrava orgogliosi la foto del proprio figlio che si custodiva gelosamente nel portafoglio, poi le foto sul cellulare, poi il selfie col bambino. I tempi cambiano e la tecnologia si adatta al cambiamento, è ovvio. Mi chiedo allora, in questo tripudio di partecipazione corale al lieto evento; quando ce la posterete la foto della copula che ha dato il via al concepimento? Sono sicura che la risposta sarebbe, ahimè: “Lo faccio subito!”. Siamo perduti.

 

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