Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo, scrittore e giornalista italiano. E’ stato per molti anni notista politico de Il Giornale al fianco di Indro Montanelli. Poi capo della redazione romana de il Mattino, direttore del Roma, editorialista del Giorno e dell’Informazione. E’ stato conduttore della rubrica politica “Il Punto” per il Gr2. Autore di numerosi saggi tra i quali "Vietnam controrapporto", "Perché i Kennedy muoiono", "Sciascia" e "L’illuminista cristiano".

C’era una volta Silvio Berlusconi 

  
 L’elezione di Mattarella, la fine del Patto del Nazareno, il Cavaliere è politicamente morto?
 
 
 

 
 
di Ottorino Gurgo

C’era una volta Silvio Berlusconi

 di Ottorino Gurgo

L’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, soprattutto per il modo in cui è avvenuta, sta provocando effetti a dir poco dirompenti, un terremoto che va al di là di ogni previsione e che appare destinato a modificare profondamente il quadro politico del nostro paese.

 

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Si può dire che non vi sia formazione politica che il “ciclone Mattarella” (denominazione che, in verità, mal si addice a un uomo mite come il nostro capo dello Stato) non abbia investito.

La prima vittima del “ciclone” è senz’alcun dubbio Silvio Berlusconi la cui carriera politica sembra avviata, ormai, sulla strada di un inarrestabile declino. L’ex Cavaliere aveva puntato tutte le sue carte sul “patto del Nazareno”, occasione irripetibile per ridare al suo partito un ruolo politico e a farne, nell’impossibilità di essere maggioranza, forza condizionante dell’azione di governo. In parole povere, ripetere, in qualche misura, ciò che fece Bettino Craxi con la Dc diventando forza condizionante e indispensabile di governo.

 

L’idea non era malvagia, ma non si può recitare la parte di Craxi senza essere Craxi. E così, pur non essendo uno sprovveduto, ha commesso un micidiale errore di ingenuità: quello di cedere alla richiesta di Matteo Renzi di far precedere il voto per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica dall’approvazione della legge elettorale.

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E’ accaduto, perciò, che, una volta ottenuto il sì di Forza Italia alla riforma elettorale, l’astuto Renzi si sia guardato bene dal coinvolgere l’ex Cavaliere nella scelta del nuovo inquilino del Quirinale, facendo, invece, di questo evento, l’occasione per ricompattare il Pd.

Spiazzati e isolati, Berlusconi e il suo partito sono stati, così, i grandi sconfitti delle elezioni presidenziali. Una sconfitta resa ancor più bruciante dal tentativo di recuperare l’alleanza con il Nuovo centro destra di Angelino Alfano, in precipitosa ritirata dopo che Renzi aveva lasciato chiaramente intendere che se il Ncd non avesse votato per Mattarella, Alfano avrebbe dovuto lasciare il Viminale.

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Era inevitabile, alla luce di questi avvenimenti, che, umiliati e offesi, i parlamentari di Forza Italia si ribellassero, affrettandosi, dopo esser saliti vent’anni fa sul carro del Cavalier vincente, a scendere ora dal carro dell’ex Cavaliere perdente. Ma ha un futuro Forza Italia senza il suo fondatore e leader carismatico ? Difficile far previsioni. Eppure una seria forza di centro-destra, sia pure in posizione minoritaria, è necessaria per l’equilibri politico e per garantire quell’alternativa che è elemento indispensabile per una autentica dialettica democratica.

Dubitiamo fortemente che a occupare questo spazio possa essere la Lega di Salvini, troppo settaria per raccogliere consensi al di là della “Padania” (le virgolette sono necessarie trattandosi di un’espressione geografica artificiale e inesistente) e destinata a contendersi i voti dei grillini, all’insegna di un’antipolitica sterile e incapace di trasformare in proposta la sua demagogica protesta.

 

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