Angelo Vaccariello

Giornalista esperto di economia e Mezzogiorno Ora si occupa di marketing e comunicazione.

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Odiseea Tsipras

di Angelo Vaccariello

La Grecia non fa ricatti e non li accetta” ha detto Tsipras. Però forse pretende miracoli.  Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha definito una provocazione la decisione della Banca centrale europea di non accettare più titoli di Stato ellenici detenuti dalle banche in cambio di liquidità. Gli istituti di credito ellenici si stanno rivolgendo allo “sportello di ultima istanza” costituito dall’Emergency liquidity assistance. 

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La missione in Europa del primo ministro greco Tsipras e del suo ministro dell’Economia dal nome impronunciabile è andata come i due avevano previsto. Chi si aspettava risultati diversi è un ingenuo della politica, ma soprattutto dimentica che in economia “business is usual”: gli affari sono affari.

In pratica, il duo greco ha girato le cancellerie di mezza Europa spiegando di non avere risorse statali a sufficienza se non per i prossimi quindici giorni. Hanno chiesto un nuovo prestito ponte e, allo stesso tempo, hanno chiesto di ridiscutere il debito greco giudicando estremamente gravose le condizioni poste dalla famosa (e famigerata) Troika, un organo costituito dai funzionari dell’Unione Europea, del Fondo monetario internazionale e della Banca Centrale europea.
Il primo risultato è stato che la Bce si è sfilata, confermando che non avrebbe più rifinanziato i titoli di Stato greco. Cosa, nella pratica, di poco conto visto che Atene sono mesi che non si finanzia più attraverso l’Eurotower. Il segnale, però, è stato devastante. In pratica, Draghi ammette, seppur in maniera indiretta, che la Grecia può andare in bancarotta; ammette la possibilità di un default greco.

201 tsDopo questa mossa della Banca centrale europea, il popolo greco è sceso in piazza per protestare contro i “cattivoni” che da Bruxelles vogliono la morte della Grecia e della sua gente.
Faccio una premessa indispensabile. Ho sempre considerato le politiche neoliberiste imposte alla Grecia (e agli altri Paesi) un inutile sacrificio. Per non parlare dell’incubo tedesco dell’inflazione che ha portato l’intera Europa sull’orlo del collasso.

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Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis

Con la Grecia, però, la situazione cambia. In parole povere: un uomo pieno di debiti non ha più soldi per far campare la propria famiglia. Chiede, allora, altri soldi ai suoi amici per andare avanti. Non solo, chiede poi di rinegoziare l’enorme debito che ha alle spalle legandolo ad un ipotetico bond agganciato alla crescita. In soldoni: non vi paghiamo più.
Come ogni buon demagogo, Tsipras tutto questo lo sa bene. E’ consapevole del fatto che ponendosi al di fuori della Troika fa saltare il banco. E’ chiaro, a lui e al suo movimento, che a questo punto la strada obbligata per la Grecia è l’uscita dall’Euro, un periodo nerissimo di povertà e restrizioni (legate alla svalutazione dei titoli di Stato e della nuova moneta).

Tsipras-caricature-1a-LLLLLL-660x330La sua operazione, però, è altrettanto chiara: se la Grecia fallisce è colpa dell’Europa, della Bce, della Troika e dei tedeschi. Giammai fare un mea culpa sulla classe politica greca, insieme a quella italiana, tra le più corrotte. Giammai ricordare che le olimpiadi di Atene sono state un errore storico con lo strascico di debito che ha causato. Infine, non ricordare mai che il Paese è vissuto al disopra delle proprie possibilità.
Come un dittatorucolo dello stato delle banane, Tsipras cerca il nemico esterno a cui addebitare i fallimenti a cui va incontro.
La Grecia, però, può essere un grande esempio di ciò che accadrebbe all’Italia. Con una differenza. Se il nostro Paese cola a picco, si porta dietro molte cancellerie europee. Non dimentichiamo che la metà degli oltre 2 mila miliardi di euro di debito sono in mano a banche e Stati stranieri.

 

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