di Angelo Vaccariello
Con l’annuncio di un referendum sull’accordo che stava per chiudere a Bruxelles, Alexis Tsipras ha definitivamente messo fine alla trattativa con i partner europei. A questi ultimi, in verità, non sarà sembrato vero che la Grecia, da sola, si ponesse al di fuori della trattativa.
A Berlino e nelle capitali del Nord Europa avranno tirato un sospiro di sollievo. Finalmente l’indisciplinata, bugiarda e spendacciona Atene è fuori dall’Euro (e non si sa cosa succederà all’Unione).
Non è tutto. La porta in faccia sbattuta al centauro Varoufakis è un calcio nel culo a tutti i Paesi del Mediterraneo: “Occhio – è il messaggio implicito che arriva dall’Europa – che dopo la Grecia potrebbe succedere a voi e noi non metteremo un euro per aiutarvi”. La chiusura della trattativa è tanto più incredibile perché è avvenuta nel momento in cui le distanze tra i due blocchi (Fmi, Ue e Bce da un lato e Tsipras dall’altro) si erano praticamente annullate. Solo che dalle parti di Berlino hanno continuato a fare richieste ridicole e insostenibili per chiunque anche per chi (come il sottoscritto) sposa una visione liberale.
Cosa succederà ora? Salvo sorprese, tra poche ore si conclude il programma di aiuti alla Grecia. Nelle casse greche non ci sarà più un euro e il Governo dovrà chiedersi come pagherà gli stipendi e i servizi pubblici.
Forse non è questa la cosa più grave. Con la chiusura dell’accordo, la Banca Centrale Europea non potrà più finanziare le banche elleniche: ecco spiegate le lunghe file di correntisti agli sportelli. Banche e Borsa chiuse lunedì, poi si vedrà. Si viaggia a vista. E gli istituti di credito troveranno gli euro per restituire i soldi?
A questo punto la Grecia dovrà tornare a battere moneta, la dracma con ogni probabilità. E ora i fautori del “No euro” potranno finalmente capire quanto idiota sia la loro campagna.
Il governo, infatti, non è ancora pronto per stampare la moneta. Lo farà e, una volta che il default sarà evidente, ci vorrà almeno una settimana affinché la dracma torni in circolazione. Con quale valore? Di certo meno della metà dell’attuale euro: al danno dell’uscita dell’euro, si aggiungerà la beffa di una moneta che è quasi carta straccia.
Ancora: dove troveranno i soldi le banche greche per finanziarsi? Quale paese occidentale o istituto di credito darebbe soldi a chi non li restituisce? Certo, c’è la sponda Putin. Ma può bastare?
Con la chiusura alla Grecia l’Europa è andata in pezzi. Non ci sono altre considerazioni da fare.