di Antonello Grassi

“Cooperare con efficacia per impedire questi crimini, che offendono l’intera famiglia umana”. E’ l’appello lanciato dal Papa all’Angelus ricordando che “anche nei giorni scorsi numerosi migranti hanno perso la vita nei loro terribili viaggi”. Appelli, annunci, dichiarazioni. Televisione, giornali…

Accadrà domani. Si parlerà, come per i Casamonica, di ciò che qui e ora è sotto i nostri occhi, fa parte del paesaggio ma non vediamo o facciamo finta di ignorare, oppure suscita in noi una lieve rassegnata indignazione. Ma domani o dopo – come vorrà il caso (lavoro, sanità, emigrazione, rifiuti, tifo, sesso…: tutto può fare al caso) – un evento mostruoso, cioè buono per lo spettacolo andante, trasformerà la routine in fenomeno pronto per i media. L’inevitabile processo di deformazione farà il resto. Si griderà allo scandalo e sul cadavere fresco, come per il patriarca zingaro malavitoso, i corvi gracchieranno: vergogna, il popolo non ne può più, la misura è colma, vadano a casa i responsabili, abbiano il coraggio di difendersi in parlamento.

La giostra del risentimento tornerà a girare. Le Tv-che-stanno-dalla-parte-del-cittadino tenteranno di battere il ferro caldo per ragioni di audience e porteranno per un quarto d’ora i loro riflettori nelle tane del popolo-cavia dando voce agli abbrutiti. L’invidia di coloro che non hanno opportunità, dei buoni per forza, sarà trasformata in sacrosanta rabbia. I sedicenti partiti del bene e della giustizia soffieranno sul fuoco del livido rancore e dell’egoismo sociale. Scrittori e cronisti vanesi, aspiranti icone sexy, potranno esibire il loro ghigno di pasciuti giovinastri ribelli su giornali e trasmissioni alla moda, alimentando il proprio mercato. I quotidiani avranno venduto (forse) qualche copia in più.

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