Giuseppe Mazzella

Giuseppe Mazzella

Giornalista, già responsabile dell’ ufficio stampa della Provincia di Napoli e corrispondente dalle isole di Ischia e Procida dell’Ansa. Ha collaborato a il “ Roma”, “ Il Mattino”

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De Gaulle, Ferrandino
e i riservisti della Repubblica

di Giuseppe Mazzella

Le battute del generale Charles de Gaulle ( 1890-1970), fra i più grandi Uomini di Stato del XX secolo, sono passate alla storia al pari della sua azione per la salvezza della Francia e per  la politica “ indipendente” dell’ “Europa delle Patrie” dagli Stati Uniti d’America.

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De Luca e Ferrandino

E’ celebre la battuta pronunciata mentre lasciava il palazzo dell’Eliseo nel 1947 da capo provvisorio dello Stato dimissionario perché non condivideva la “ repubblica dei partiti” che  stava nascendo con la nuova costituzione della IV Repubblica che sarebbe stata una “ repubblica parlamentare” e non una” repubblica presidenziale” come lui la voleva. Mentre saliva in macchina da un gruppo di sostenitori si levò una voce: “ a morte gli imbecilli”. De Gaulle si fermò. Guardò in faccia il sostenitore ed esclamò: “ vaste programme”, programma vasto.

Charles de Gaulle e Willy Brandt

Così è famosa la battuta con la quale liquidò nel 1968 Georges Pompidou, suo fedele Primo Ministro che nella costituzione della V Repubblica che lui aveva fatto adottare dopo il ritorno al potere nel 1958 era un “ esecutore” o addetto a quella che il Generale chiamava “ l’intendence” del Presidente. De Gaulle ricevette Pompidou nel suo studio e gli disse: “ Voi non siete più Primo Ministro. Ritenetevi in riserva per la Repubblica”. Pompidou non pronunciò  una parola di dissenso. Si mise “ in riserva per la Repubblica” e circa un anno dopo sostituì de Gaulle alla Presidenza della Repubblica.

Le due battute sintetizzano – come accade spesso per i grandi statisti – il pensiero o il carattere di de Gaulle. Tra la prima e la seconda intercorrono 21 anni. “ Eliminare gli imbecilli” resta un “ vaste programme” ma nello stesso tempo occorre assicurare la continuità della “ Repubblique” ed allora non bisogna pensare solo a stessi ma anche alla successione preparando gli Uomini di Stato e tenerli se è necessario “ in riserva “.

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Le battute di de Gaulle – che ho molto amato e studiato – mi sono venute in mente assistendo da osservatore – disilluso – alle vicende amministrative e politiche del Comune di Ischia,  la più grande municipalità dell’isola d’Ischia e l’unica fra le sei ad avere il titolo di “ Città” per la sua importanza economica, civile, culturale e religiosa che svolge per l’intera isola di 63mila abitanti.

ARRESTO FERRANDINO

Giosi Ferrandino

E’ una vicenda – tra il serio ed il comico, tra la farsa e la tragedia – che parrebbe uscita dalla penna di Frank Kafka tanto che è  surreale e fuori da ogni logica elementare di diritto ,di scienza politica e perfino di etica sull’importanza della parola scritta. Ricapitoliamo: il sindaco eletto dal popolo con una votazione plebiscitaria Giosy Ferrandino viene arrestato il 30 marzo e dal carcere di Poggioreale invia una lettera al Prefetto con la quale presenta le sue dimissioni “ irrevocabili”. Le dimissioni per legge hanno una “ gestazione” per l’efficacia di 20 giorni. Nel diciannovesimo giorno e quando sono in arrivo gli arresti domiciliari Ferrandino si rimangia l’aggettivo “ irrevocabile” e ritira le dimissioni  “nell’interesse del paese” al fine di non far arrivare il Commissario Prefettizio.

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Per circa 4 mesi  la “ Città” viene diretta  dal vice sindaco Carmine Barile il quale a sua volta si dimette da tutto il giorno stesso in cui  Giosy Ferrandino ottiene la “ libertà provvisoria” ed il Prefetto revoca la “ sospensione”. Ferrandino è formalmente in carica ma per le sue vicende giudiziarie si “ autosospende” e non partecipa ai consigli comunali e soprattutto alla seduta di bilancio dopo la quale l’ assessore alle finanze Sandro Iannotta si dimette a sua volta.

Così la “ Città” ha un  sindaco in carica ma che non esercita il ruolo, non ha più il vice sindaco e nemmeno l’ assessore alle finanze. E’ una amministrazione in agonia – denuncia la piccola opposizione rappresentata da soli tre consiglieri Carmine Bernardo, Ciro Ferrandino e Salvatore Mazzella – e chiede che il consiglio venga sciolto e si arrivi a nuove elezioni.

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Consiglio comunale di Ischia Porto

Mi chiedo come è possibile nell’ordinamento italiano “ sospendere” un sindaco e non “sospendere” anche il consiglio comunale e come sia possibile continuare una amministrazione ordinaria senza il sindaco nelle sue funzioni al quale la legge stessa lega la sopravvivenza del consiglio? E’ un caso che testimonia il momento tragico che stiamo vivendo in Italia in tema di certezza del diritto. Ma se il sindaco autosospeso Giosy Ferrandino farà l’ atto amministrativo di nomina di un nuovo vice sindaco o di una nuova Giunta che sarebbe la tredicesima della sua gestione e che è organo “ tecnico” del sindaco a norma di legge vigente e non eletta come prima dal consiglio comunale – non cessa la sua “ autosospensione”? Come il Prefetto e cioè il Governo può permettere questa “ interpretazione” della Legge?

Ma viviamo anche la tragedia di un terribile allontanamento delle nuove generazioni dalla partecipazione politica e civile non solo ad Ischia ma ovunque. Il dibattito politico su Napoli, la “ Capitale del Mezzogiorno”, e sulla sua classe politica è altrettanto scadente tanto che non vedendosi all’orizzonte una nuova classe dirigente comincia a prendere corpo la proposta di un ritorno a sindaco  di Napoli che è anche sindaco della città metropolitana a norma della altrettanto assurda Legge Del Rio che ha mantenuto in vita le Province sotto mentite spoglie, di Antonio Bassolino che è stato sindaco di Napoli per 10 anni negli anni ‘ 90  e protagonista di quello che resta il “ Rinascimento napoletano” cioè la voglia di riscatto di una città perennemente in crisi.

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De Luca e Bassolino

 

Poi Bassolino è stato per altri 10 anni Presidente della Giunta Regionale della Campania e dopo si è messo in “ riserva per la Repubblica” a poco più di 65 anni e cioè all’età più o meno del nuovo Presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Insomma siamo in tema di grandi richiami in servizio di personaggi politici che sembrano tramontati.

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Gino Di Meglio

Credo che anche nel Comune di Ischia e se possibile negli altri Comuni bisogna richiamare in servizio i “riservisti”. Personaggi che hanno partecipato alla vita politica e pubblica formandosi nelle vecchie sezioni dei partiti, confrontandosi con i “militanti”, partecipando alla politica locale non per interesse personale ma per passione o ancor meglio per realizzare la loro personalità forgiata sui banchi di scuola con le associazioni studentesche e su quelli dell’ università partecipando alla protesta ed alla proposta giovanile degli anni ‘ 70 del ‘ 900.

Franco Borgogna

Franco Borgogna

Questa  è una generazione che ha avuto Grandi Speranze e che non ha visto  realizzato i sogni della Giovinezza o almeno è riuscita solo in parte. Qui ad Ischia questi personaggi – ne cito tre per tutti come l’ avvocato Luigi Telese, l’avvocato Gino Di Meglio, il dottore in scienze politiche Franco Borgogna – non sono in “ quiescenza politica” è la Politica come deve essere che qui è in quiescenza.

luigi telese

Luigi Telese

 

Per i prossimi anni si aprono prospettive serie di progettualità politica. Si tratta di mettere in atto un diverso modello di sviluppo capace di consolidare una economia matura ma anche di vedere altre possibilità di crescita economica e civile per favorire l’ occupazione ed arrestare la “ fuga di cervelli”. Dopo la lunga fase del liberismo, dell’arrivismo, del cambiamento di facciata degli individui e della sconfitta delle ideologie, ora c’è bisogno di una grande passione civile e di un ritorno alla Prima Repubblica o di costruire la Terza. Si parte e si deve partire dai Comuni. E’ qui che si esercita la democrazia.

De Gaulle direbbe che questo è un “ vaste programme” o forse richiamerebbe in servizio chi oggi è in quiescenza perché come dice un proverbio africano il giovane cammina più veloce ma il vecchio conosce la strada.

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