Carlotta D'Amato

Carlotta D'Amato

Consulente legale in aziende italiane ed internazionali, ha scritto numerosi articoli in materia di diritto. Le sue passioni sono politica, cultura, moda.

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Tuccillo brothers
Due scugnizzi al GF

 di Carlotta D’Amato

Ha riaperto la casa chiusa più spiata che ci sia. E’ tornato il Grande Fratello, il “Nineteen Eighty-Four”  della porta accanto, il grande occhio che riflette (ormai con molte diffidenze) il modo di pensare, agire, vivere dei giovani italiani (anche se non tutti sono tanto giovani). Quest’anno si gioca a coppie. Ed ecco al Gf i Tuccillo brothers, i due fratelli diversi della sciabola napoletana. Due scugnizzi.

C’è chi sostiene che sia un programma inutile, trash, terribilmente ripetitivo. C’è chi lo guarda e nega di conoscere i concorrenti ed i vincitori delle passate edizioni; c’è chi alla domanda “lo hai visto il GF?” ti risponde indignato come se non fosse alla sua altezza, quando in realtà l’ultima cosa che ha letto sono state le istruzioni sulla confezione dello shampoo e non apre un libro dalla licenza liceale, se non quello di Fabio Volo.

Guardare il Grande Fratello nel nostro paese, diciamocela tutta, è una cosa da sfigati, da analfabeti, da ignoranti cronici, alla stregua di Uomini e Donne, Amici, Miss Italia, Il Festival di Sanremo. Fa schifo la trasmissione e dunque fai schifo anche tu, recita il più basso dei sillogismi aristotelici e la più bieca della gente comune. Siamo ciò che vediamo, per loro. Per me invece, si è ciò che si dice, che si studia, che si legge. Ma io sono out e loro sono avanti.

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Fatto sta che io il Gf, lo guardo e l’ho sempre guardato, certo se in tv non c’era di meglio, se non avevo nulla altro da fare. E’ un passatempo, come lo sono i programmi di intrattenimento, e qui finisce. O meglio, dovrebbe finire per coloro i quali hanno un minimo di onestà intellettuale, ma siamo in pochi.

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Quest’anno, invece, il Grande Fratello lo guarderò e di gusto perché tra i concorrenti ci sono due miei carissimi amici, Peppe e Luigi Tuccillo, l’uno architetto l’altro avvocato, due persone straordinarie a loro modo. Molto è stato scritto e non dirò nulla di più. Vi basti sapere che quando ho saputo del loro ingresso nella casa di Cinecittà, ho pensato che i selezionatori o chi per loro, non avrebbero potuto fare una scelta migliore, quanto meno per risollevare il programma dal grigiore intellettuale e culturale delle passate edizioni. Sono un concentrato di tutto ciò che ancora c’è di bello e interessante; legati, legatissimi l’uno all’altro (come con i restanti 3 fratelli maschi e le 4 femmine, 9 fratelli in tutto), sono leali, forti, intelligenti, appassionati. Ed in più hanno tanto da dire, tanto da raccontare. Ho avuto la fortuna di non perdere i rapporti in questi anni, nonostante la vita abbia portato me e loro lontano da Napoli, ma ci abbia fatto ritrovare a Roma, e per caso.

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Luigi è un avvocato con la passione per la scrittura; ha pubblicato il suo primo romanzo “La colpa della verità” e si appresta a scrivere il secondo, ha vissuto all’estero, insomma, è un uomo di mondo, è irriverente è capace di reinventarsi ogni volta daccapo e di riuscire alla grande in ogni impresa. Peppe…beh Peppe è Peppe. Non si può non volergli bene; è la persona più spontanea che conosca, senza filtri, scatenato, pieno di vita. Peppe è sordo da quando era piccolo, ma credetemi, se passaste una sola ora con lui, vi rendereste conto che è a voi che manca qualcosa, non a lui. E chi lo conosce lo sa. Hanno una capacità questi fratelli Tuccillo ( e la riconosco anche negli altri due che conosco meglio): hanno una marcia in più, hanno una visione della vita che fa invidia, sono liberi da ogni conformismo ed io li stimo e li ammiro profondamente per questo e siccome sono spesso acida e cinica, per una volta concedetemi di essere sentimentale.

Non so come andrà a finire la loro avventura mediatica ma in ogni caso, vi terrò aggiornati. Ne sentiremo ancora parlare. Sono guerrieri, ma d’altronde sono napoletani.

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