Giuseppe Merlino

Giuseppe Merlino

Ingegnere Chimico ha insegnato per 35 anni nelle scuole superiori. Ha un blog di successo (Progetto Scienza e Conoscenza)

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Il pericolo viene dal cielo

 di Giuseppe Merlino

Secondo il Financial Times, il pericolo di una catastrofe ambientale è sempre più concreto. Per molti scienziati oggi l’allarme climatico non riguarda più solo lo scioglimento dei ghiacci artici o la desertificazione. E’ in atto ormai uno stravolgimento. Se nell’ultimo decennio del secolo scorso gli eventi climatici estremi erano 4 o 5 l’anno, all’inizio degli anni 2000 sono passati a 15-20. Ma nel 2013 sono stati 351 e nel 2014 oltre 400.

E’ cominciato il conto alla rovescia della XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle nazioni unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre. L’obiettivo della conferenza è quello di concludere, per la prima volta dopo oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni. Ma non sarà facile.

mondo 13 - 1Kevin Anderson, climatologo al Tyndall Centre for Climate Change Research, ha scritto che le proiezioni sui cambiamenti climatici avanzati in questi anni dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) sono… “wildly overoptimistic”, espressione che nel contesto del discorso di Anderson potrebbe suonare come “molto, molto, molto ottimistiche”.

Egli sostiene che gli sforzi che si stanno facendo per limitare la crescita della temperatura terrestre al di sotto dei 2 °C rispetto agli anni Novanta sono insignificanti rispetto a quanto si dovrebbe fare. “Sono necessari – afferma il ricercatore – tagli drastici nell’uso di energia e di beni materiali, e bisogna modificare radicalmente gli stili di vita, almeno fino a quando avremo un completo passaggio dai combustibili fossili ad altre forme di energia.”

climate-change-1-770x427Cambiamenti-climaticiNel suo studio, Anderson sostiene che molti ricercatori nascondono i risultati del loro lavoro, affinché risultino più appetibili ai politici, perché parlare apertamente della necessità di un ripensamento radicale della nostra società in chiave di riduzione dei consumi (e in ultima analisi, di riduzione del benessere) non è molto popolare. Affermazioni che suonano come un campanello d’allarme per Hoesung Lee, da pochi giorni presidente dell’Ipcc, in vista dei negoziati sul clima che si terranno a Parigi a fine novembre 2015. Se si vuole contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2 °C, dichiara Anderson,”è necessario un taglio nelle emissioni di anidride carbonica dal 40 al 70 per cento entro il 2050″.

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Secondo il ricercatore l’obiettivo è raggiungibile, e probabilmente senza troppi scossoni nell’economia mondiale, ma è necessaria una transizione rivoluzionaria nella società e nell’uso dei combustibili fossili.

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