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La ciumba di Macri

 di Gianpaolo Santoro

 Una chiacchierata di qualche anno fa con Paolo Macry, politologo attento e sempre acuto, oggi assume il valore di una piccola profezia. Il professore ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università di Napoli Federico II  componente dell’Editorial Board del “Journal of Modern Italian Studies” ci parlò con entusiasmo di suo cugino Mauricio, allora governatore di Buenos Aires…

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Mauricio Macri

Il prossimo 22 novembre l’Argentina sceglierà il suo nuovo presidente: e le cose si complicano non poco per quello che sembrava l’inquilino predestinato di Casa Rosada, Daniel Scioli, il delfino di Cristina Kirchner, trascinato al primo ballottaggio della storia Argentina. Scioli ha ottenuto il 36,3 per cento dei voti, staccando di poco Mauricio Macri (34,7) che ha a sua volta distanziato il terzo antagonista, il peronista “dissidente” Sergio Massa (20 per cento).

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Cambiemos, dal cilindro di Macri

Questo il responso freddo dei voti, ma quello politico pende tutto dalla parte di Macri e del suo “Cambiemos”. E non è un caso, ad esempio, che a Buenos Aires Anibal Fernandez, altro fedelissimo di Cristina Fernandez de Kirchner, sia con grande sorpresa dalla giovane “macrista” Maria Eugenia Vidal. Insomma sembra spirare in Argentina un vento nuovo, un forte vento di cambiamento e di discontinuità.

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Macri “assalto” alla Casa Rosada

Macri è leader emergente di un peronismo moderno che punta alla liberalizzazione dell’economia e tende a lasciare fluttuante il cambio peso-dollaro, in pratica il contrario della ricetta che nella linea del continuismo Kirchneriano professa Scioli, un sistema di sussidi e il forte controllo dello Stato sull’economia. In Argentina attualmente tutto in mano al pubblico: aerei, petrolio, poste, fondi pensionistici e forte, fortissima, è la politica di sussidi pubblici.

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Cristina Kirchner e Maradona

L’emblema di questo programma nazional popolare è stata l’operazione  “Fútbol para todos”, avviata con la Coppa America del 2011, quando dalla Casa Rosada  impugnando la maglietta della Nazionale con il suo nome e con Diego Maradona al fianco, Cristina Kirchner proclamò enfaticamente la liberazione del calcio, cioè partite della nazionale e di club tutte trasmesse in chiaro dalla tv pubblica Canal 7 ( le pubblicità durante le partite riguardanti esclusivamente le attività del governo argentino). “Non voglio più che i gol vengano sequestrati” disse la presidentessa mischiando blasfemamente calcio e desaparecidos.

Mauricio Macri e Juliana Awada

Juliana Awada e Mauricio Macri

Imprenditore affermato, già presidente del Boca Juniors, Macri si è affacciato prepotentemente alla politica come una sorta di Berlusconi argentino, il primo Berlusconi si intende, quello che riusciva ad aggregare ed affabulare, rapire le folle ed i voti. Come il cavaliere la sua popolarità aumenta a dismisura grazie ai successi del Boca (il ritorno alla vittoria della Coppa Libertadores) ed al suo innato carisma: successi calcistici, ricchezza di famiglia e una vita mondana molto attiva si rivela ancora una volta un cocktail di grande successo. Per il suo matrimonio con Juliana Awada, fascinosa imprenditrice tessile di ascendenza libanese, nella tenuta Macri di La Carlotta a Tandil, 350 km a sud di Buenos Aires si festeggiò per tre giorni di fila e fu una passerella di esponenti di spicco di politici, grandi imprenditori e uomini dello sport: dal leader del movimento giustizialista Francisco De Narváez, alla modella Valeria Mazza, all’attore Martin Seefeld, all’ex attaccante del Boca Guillermo Barros Schelotto, riflettori accesi su un mondo che faceva sognare.

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Paolo Macry

“La parabola dell’imprenditore con la passione del calcio che scende in politica- ci disse Paolo Macry- fa assomigliare in qualche modo la sua storia a quella di Berlusconi. Ma con una differenza sostanziale però: mio cugino, al contrario di Berlusconi, ha deciso di cominciare dal basso è andato avanti per gradi, è arrivato al comando di Buenos Aires solo al secondo tentativo (il primo, nel 2003, era fallito) e dopo aver ottenuto un seggio nel congresso nazionale. In poche parole non è stata una irruzione sulla scena politica ma una sostanziale e graduale ascesa frutto di un grande lavoro e di un disegno politico. Sono stato più volte a Baires, una città che amo molto in tutti i suoi aspetti e con le sue contraddizioni. Mi chiede se mi piacerebbe dargli una mano? Non ha bisogno del mio aiuto Mauricio ha un staff di grande qualità, fra i suoi collaboratori ci sono, politologi di primissimo piano di mezzo mondo. Comunque, ovviamente io sono al suo fianco…

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La ciumba vincente di Macri

“Vi prometto che a partire dal 10 dicembre l’Argentina migliorerà di giorno in giorno” l’annuncio di Macri in una notte magica quella del ballottaggio, una notte al ritmo di cumbia villera (una variante della musica folk  colombiana nata nei quartieri poveri di Bayres) in mezzo ad un coro di fan che urlava “Mauricio presidente”. L’Argentina sogna il cambiamento, la fine del lungo potere dei Kirchner. Sembra spirare un vento di libertà.  E confessiamo che anche noi facciamo il tifo.

 

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