di Gianpaolo Santoro
C’è una domanda che rimbalza ogni qualvolta mi imbatto in qualcosa che riguarda Federica Mogherini: ma come può l’unione Europea averla scelta come immagine nel mondo ed Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza? Fascinata dal potere seduttivo intellettuale degli ayatollah, e più generalmente, da regimi dittatoriali, fondamentalisti, persecutori della libertà, può mai, continuo a chiedermi questa ragazzuola che faceva l’assistente di Veltroni, davvero rappresentare a qualsiasi titolo, anche il più perverso, l’Occidente e sin anche questa ibrida Europa che ha scelto di “unire i portafogli per unire i cuori” sbagliando tutto?
Dopo aver fatto passerella al parlamento iraniano per ossequiare il turbante bianco di Hassan Rouhani (e dopo non aver detto una sola parola sulla rivolta sedata col sangue degli studenti, venti morti più di tremila arresti) miss Pesc è andata a rendere omaggio al regime castrista di Cuba.
E nel suo discorso inaugurale all’Università di San Geronimo de L’Havana, subito ha voluto far capire da che parte sta, senza giri di parole. “A prescindere dai cambiamenti delle politiche a Washington, il messaggio che sto portando qui è di amicizia con l’Unione Europea”, lasciando chiaramente intendere di voler continuare a puntare sulla politica del disgelo, un accordo di cooperazione Ue-Cuba, sulla scorta di quello voluto da Obama e liquidato da Trump, che tra l’altro “ci permette di discutere la situazione dei diritti umani: Europa e a Cuba condividono princìpi come la giustizia, la libertà e la solidarietà”.
Nessun refuso, nessuno errore: sì ha detto proprio così donna Federica come se il valore ed il concetto dei diritti umani da questa parte del mondo e nell’isolotto tardomarxista fossero in qualche modo comparabili, come se fossero in qualche modo equivalenti, comuni …
Ma possibile che abbia detto qualcosa del genere? L’interrogativo ha avuto una risposta nei fatti, nei comportamenti. Federica Mogherini, nella sua visita ufficiale a Cuba ha completamente ignorato i dissidenti cubani, come se non esistessero, come se l’intellettuale Armando Valladares, in carcere per 22 anni (otto dei quali isolato in una cella minuscola, nudo, senza mai vedere la luce) l’uomo che Amnesty International definì “la coscienza di Cuba”, fosse una invenzione propagandistica contro il regime, il frutto di un piano della Cia…
Un silenzio ed un disprezzo verso la vera storia di Cuba che hanno indotto Martha Beatriz Roque Cabello, fondatrice della Asamblea para promover la sociedad civil cubana, a inviare all’Ue una dura lettera di protesta.
“E’ una vera offesa per i cittadini del nostro paese –ha scritto la Roque Cabello – in particolare per coloro che hanno dovuto andare in esilio, i prigionieri ed ex prigionieri politici, i sottoposti a persecuzione per pensare in modo differente, coloro che vanno in prigione senza commettere alcun delitto”.
Rabbia, sorpresa e sgomento anche da parte della blogger Yoani Sánchez. “Nel paese in cui arriva Federica Mogherini continua a esserci una dittatura: E si fa finta di non saperlo”.
Lo ha ricordato in un tweet Guy Verhofstadt, che non è solo capogruppo dei liberali dell’Alde nel Parlamento europeo ma anche rappresentante ufficiale dell’Ue nei negoziati sulla Brexit: “Quasi 900 detenzioni arbitrarie di oppositori del governo hanno luogo a Cuba ogni mese. Federica Mogherini ha appena visitato l’isola ma non ha incontrato rappresentanti della società civile o dell’opposizione politica”. Anche questa volta ha fatto finta di niente, non ha visto niente. E non aveva neanche il velo davanti agli occhi…