di Gianpaolo Santoro
L’avevamo annunciato una settimana fa come sarebbe andata a finire. La vergogna delle vergogne, un’altra risoluzione Unesco che stupra la storia, pugnala le coscienze, distrugge la democrazia.
La “grande regia” aveva deciso che nel giorno dell’Indipendenza Israele andava clamorosamente colpita, espropriata, privata della propria capitale, Gerusalemme. E così il comitato direttivo ha votato la follia che “tutte le misure e le azioni legislative e amministrative adottate da Israele, il potere occupante, che hanno alterato o preteso di alterare il carattere e lo status della Santa Città di Gerusalemme e in particolare la” legge fondamentale “su Gerusalemme, sono nulli e devono essere immediatamente revocati”. E c’è dell’altro. La risoluzione condanna anche Israele per i conflitti militari con l’organizzazione terroristica di Hamas, per quanto riguarda la Striscia di Gaza. Ventidue nazioni hanno votato a favore della risoluzione, 10 contro con 23 nazioni che si sono astenuti. Tra i paesi che hanno votato contro la risoluzione sono Stati Uniti, Italia, Gran Bretagna, Olanda, Lituania, Grecia, Paraguay, Ucraina, Togo e Germania.
Personalmente da tempo avevamo perduto ogni speranza sul ruolo e sulla valenza delle nazioni Unite. Vergogne si sono susseguite a vergogne da quando 69 anni fa l’Onu votò a favore della creazione di uno stato ebraico accanto a uno stato arabo.
Un pensiero unico, una politica anti israeliana, giorno dopo giorno sempre più feroce, sempre più evidente. Sempre più scandalosa.
Cerchiamo di spiegarci meglio. Qualche cifra: nel 2016 l’Assemblea Generale ha adottato 18 risoluzioni contro Israele e il Consiglio di Sicurezza ha adottato 12 risoluzioni specifiche su Israele: più di quelle dedicate alla Siria, alla Corea del Nord, all’Iran e al Sud Sudan messe insieme.
Ferma, sdegnata, forte, determinata la reazione dell’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite, Danny Danon. “Questa decisione sbagliata e ingannevole, tenta di contestare la connessione tra Israele e Gerusalemme. Ma nulla e nessuno potrà mai cambiare la storia e potrà contestare che Gerusalemme è la capitale storica e eterna del popolo ebraico. Israele non rimarrà in silenzio davanti a questa vergognosa risoluzione “. Dal canto suo sferzante il commento del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu “Non crediamo nell’Unesco”