di Iolanda Siracusano
Il Sud. Con le sue ombre, le sue contraddizioni, i sogni, i dolori, le speranze, le emozioni. E’ questa “Schiamachia, fuori dalle Ombre” la mostra di Bruno Pappalardo che sino al 10 maggio si terrà a Palazzo Venezia.
Pappalardo scrive sulla tela, appunta pensieri dipingendovi intorno le ombre del nostro mondo interiore, quello dove si conservano le emozioni inconfessate e i dolori, le memorie, gli oggetti, i luoghi e i simboli.
La forma e la scrittura, diventano un unicum e si aiutano vicendevolmente l’una con l’altra, concependo il “testo visivo” del suo progetto semantico: una sorta di “biografia” di quel Sud che con l’Unità di Italia venne sbattuto nelle ombre con tutte le proprie cose, in fondo alle tenebre del mondo.
Il Mezzogiorno a cui venne negato anche il diritto di esistere, estromesso come fu dai circuiti di crescita del resto del Paese. Il Sud che, ribelle, intanto tratteneva per sé anche per autodifesa, i suoi oggetti, i suoi utensili, simboli religiosi, mitologici, magici, pagani, così come quelli delle scienze figlie della ragione.
Tutto, sulle tele si mescola in un audace sincretismo metastorico dove a dialogare sono l’arte e la realtà sociale che, nelle cavità della coscienza, non perdona nulla.