di Angelo Vaccariello
Sembrava una minaccia paradossale, una sparata propagandistica, uno spauracchio e nulla più. Quando due anni fa venne varato il redditometro (lo strumento con il quale il fisco determina il reddito presunto del contribuente, in base alle spese da questi effettuate nell’anno di imposta, in pratica, il reddito del contribuente deve essere compatibile con le spese da questi sostenute) fra le tante voci prese in esame c’era pure il matrimonio. Ma non se ne sono avute notizie sin quando non ha deciso di scendere in campo l’Agenzia delle Entrate di Benevento…
Dopo le dichiarazioni dei redditi arriva la dichiarazione di nozze. Il matrimonio è un momento importante. L’organizzazione dell’evento bello e gioioso comporta anche tanto impegno, a volte tensione, preoccupazioni e anche spese consistenti. A questo avrà pensato l’Agenzia delle Entrate di Benevento quando ha deciso di chiedere conto delle spese sostenute a tutte le coppie convolate da poco a nozze. Stanno arrivando nelle casa delle neofamiglie delle lettere con le quali gli agenti del fisco sanniti non si preoccupano di fare gli auguri agli sposi bensì chiedono l’esibizione della documentazione fiscale che dimostri le spese sostenute. Possono essere controllate le nozze di coloro che hanno contratto matrimonio negli ultimi cinque anni.
Quindi dal 2010 in poi. Bisogna dichiarare tutto: dai fiori all’estetista, dal ristorante al parrucchiere; poi fotografo, bomboniere, abiti. Con nomi e cognomi e importi delle prestazioni. La spesa per affrontare un matrimonio può anche arrivare a 25.000 euro e, secondo il Fisco, gran parte di essa non è coperta da nessun documento fiscale. Con la comunicazione inviata si pone l’obbligo in capo agli sposi di restituire agli uffici il modulo opportunamente compilato. Rispondere è obbligatorio.
Per gli inadempienti è prevista una sanzione pecuniaria. Nessun documento da allegare in copia: solo nomi, indirizzi e importi di spesa. E’ questo un modo alternativo e insolito per contrastare l’evasione fiscale. Doppio l’obiettivo: le spese sostenute dalle famiglie per il matrimonio (come si giustificano cerimonie e ricevimenti di lusso con introiti bassi) e le imprese che hanno fornito i servizi. Molto di più rischiano, ovviamente, quest’ultime ristoranti, fiorai, fotografie e così via. In caso di evasione dovranno pagare le imposte, maggiorate delle sanzioni e interessi. E di molti casi gli importi possono più che raddoppiare.