di Gerardo Mazziotti
“La prima delle 12 buone notizie di oggi è lo stanziamento per Bagnoli. L’obiettivo è bonificare del tutto l’area da qui ai prossimi 24 mesi: è un’operazione che si può fare, abbiamo un commissario straordinario nella persona del dottor Salvo Nastasi. Dopo 21 anni di indolenze e di ritardi l’operazione Bagnoli è finalmente pronta alla sua attuazione. Si tratta di 50 milioni direttamente pronti già dal 2015″.
Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri di venerdì scorso. C’è da restare basiti di fronte a tanta impreparazione e a tanta superficialità. Che denotano una totale ignoranza della questione.
La bonifica delle aree dismesse ebbe inizio nel novembre 1996 con la Bagnoli SpA, una società Iri,che ebbe una dotazione di 320 miliardi di lire saliti a 400 dopo la vendita di alcuni impianti alla Corea e alla Cina.. Ma nel 2002 ci si accorse che “ la vera bonifica non era mai cominciata”.. Ma nessuno, nemmeno la Magistratura contabile e penale, chiese una pubblica rendicontazione della ingente somma spesa per demolire alcuni capannoni e per pagare l’esercito di amministratori, esperti, consulenti e collaudatori in corso d’opera.
E il 22 aprile 2002 fu creata la BagnoliFutura, una società partecipata dal Comune e dalla Provincia di Napoli e dalla Regione Campania. La prima preoccupazione di questa Stu ( società di trasformazione urbana) fu quella di sprecare alcune centinaia di milioni di euro per ottenere nel novembre 2003 l’assegnazione a Napoli della Coppa America. Scrisse Marco Demarco sul Corriere del Mezzogiorno del 27 novembre 2003 “ Pur di sedurre Bertarelli Napoli si è esposta al di là di ogni pudore: ha offerto le contropartite più generose, è ricorsa alle forma più spregiudicate di gestione amministrativa, ha messo a soqquadro le gerarchie istituzionali, ha tentato di sovvertire le regole fiscali europee, ed è arrivata perfino a scegliere i consulenti graditi al team di Alinghi, li ha pagati, ha messo nelle loro mani i piani urbanistici ed ha accettato che li modificassero senza troppo spiegazioni. Neanche Lauro sarebbe arrivato a tanto”.
E’ noto che, a dispetto del corno rosso stretto tra le dita della sindaca Iervolino la mattina del 26 novembre 2003, Alinghi preferì Valencia. E mezza città cadde in depressione. Solo nel luglio 2004 la BagnoliFutura si riprese dalla delusione e appaltò i lavori della bonifica limitatamente a 188 ettari e per l’importo di 115 milioni di euro, con inizio nel marzo 2015 e con l’ultimazione entro l’aprile del 2007. Sempre che, nel frattempo, venisse risolto il problema del recapito finale dei così detti “inerti”. Mai risolto. Anche questo tentativo è miseramente fallito per tutta una serie di motivi mai spiegati. La BagnoliFutura è fallita nel 2014 dopo avere dilapidato centinaia di milioni di euro (quanti esattamente?).
Allo stato i suoli sono sotto sequestro penale dal 2013 ed è in corso nel Tribunale di Napoli il processo a 19 responsabili del fallimento della bonifica (presidenti, managers e funzionari della BF, dirigenti ministeriali e comunali) accusati di truffa e di disastro ambientale. La bonifica dovrà ripartire da zero e interessare tutti i 330 ettari dei suoli dismessi, bisognerà acquisire l’ex cementificio e i suoli di Caltagirone e quelli delle Ffss, rimuovere la colmata di Coroglio e,contemporaneamente, disinquinare i fondali marini antistanti, demolire tutti pontili e il borgo marinaro, rifare il pontile di Nisida..
Per inverare la grande trasformazione urbana di Bagnoli occorrono almeno 682 milioni di euro. Quanti ne aveva previsti l’Accordo di Programma del 22 dicembre 2007, firmato a palazzo Chigi alla presenza del presidente del Consiglio Romano Prodi. Con 50 milioni di euro non si rimuove nemmeno la colmata.