Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo, scrittore e giornalista italiano. E’ stato per molti anni notista politico de Il Giornale al fianco di Indro Montanelli. Poi capo della redazione romana de il Mattino, direttore del Roma, editorialista del Giorno e dell’Informazione. E’ stato conduttore della rubrica politica “Il Punto” per il Gr2. Autore di numerosi saggi tra i quali "Vietnam controrapporto", "Perché i Kennedy muoiono", "Sciascia" e "L’illuminista cristiano".

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Yeshùa

  di Ottorino Gurgo

Perché fu decisa la morte di Yeshùa il Nazareno? Hanan il grande patriarca, ormai ritiratosi dalla vita pubblica, consegna al figlio Gionata, appena divenuto grande sacerdote, un memoriale in cui spiega le vere ragioni che indussero il Sinedrio a sostenere presso Ponzio Pilato, Procuratore di Roma la condanna di Yeshùa.

Attraverso due documenti, frutto della fantasia Yeshùa  (Ottorino Gurgo, edizione Leucotea) ricostruisce gli accadimenti che portarono i Sadducei a convincere Ponzio Pilato a mettere a morte Gesù il Nazareno. Le ragioni economiche legate alla gestione dei beni del tempio vengono espresse da Hanan, (personaggio storico reale e legato alle vicende narrate) Grande Sacerdote al tempo dei fatti al figlio destinato a prendere il suo posto.
Hanan, il grande sacerdote teneva stretto quel vecchio e nodoso bastone di legno d’ulivo come una bandiera. Era il mio migliore amico; il compagno delle mie lunghe passeggiate lungo i sentieri di quel villaggio, a otto chilometri o poco più dal centro di Gerusalemme.

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La catena di colline che corre da Gerusalemme verso Ovest, forma una curva a Nord e si dirama, poi, verso il villaggio di Qolniah, per protendersi, infine, ad occidente, con un lungo braccio al termine del quale si trova Ein Karem.

Il nome del villaggio è assai ben appropriato, sia per l’abbondanza dell’acqua, sia per la ricchezza dei vigneti. Significa “Fonte della vigna” e in questa pacifica valle, tra montagne e colline, io Hanan, figlio di Seth, vecchio Sommo Sacerdote, ho deciso di trascorrere gli ultimi anni della mia lunga vita; qui, con ogni probabilità, morirò, lontano dai clamori della città.

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Ho dunque sbagliato tutto ? Non so rispondere. Può anche darsi ch’egli avesse ragione.Ma il mondo di Yeshùa non era il mio mondo. Il mio mondo egli si proponeva di sovvertirlo, anzi di distruggerlo,  annullando tutto quello che in decenni avevamo costruito. Di questo mondo, ch’egli faceva mostra di disprezzare, io ero e dovevo essere il difensore. Questa era la missione alla quale ero chiamato. Dinanzi a me non avevo, forse, altra strada e qualunque sia il prezzo che la storia m’imporrà di pagare, e che sto già pagando, non potevo sottrarmi al mio destino”.

 ( tratto da “Yeshùa” di Ottorino Gurgo, edizione Leucotea) 

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