di Alessio Buccafusca

Una lettera aperta di Luciano Cannito alla città di Verona. Ma sarebbe meglio dire una lettera aperta all’Italia della cultura, quella cultura di cui tanto si sente parlare in questi giorni. “Investiremo due miliardi per la sicurezza ed un miliardo per la cultura” ha enfaticamente annunciato Matteo Renzi. Bene. Intanto la Fondazione Arena di Verona ha annunciato il progetto di chiusura o esternalizzazione del Corpo di Ballo.

Luciano Cannito e Alessio Buccafusca

Una decisione che significa tagliare le gambe ed i sogni a circa centomila giovani che fanno danza in Veneto. Un grande movimento che crea scuole di danza sul territorio, costumisti, scenografi, maestri di ballo, aziende di abbigliamento per la danza e per gli accessori, personale amministrativo, pianisti, musicisti, compositori. Cultura, insomma.

Centomila giovani che non vedrete mai con i caschi integrali e spranghe, andare in giro a devastare rabbiosi le città o vederle bighellonare ai barretti con lo spinello in bocca?

Cannito tra la Fracci e la Savignano

“Leggo – ha scritto Luciano Cannito, coreografo, regista, direttore artistico e
vicepresidente della Commissione Lirica Siae- che si pensa di chiudere il Corpo di Ballo per appoggiarsi a Compagnie esterne quando il Teatro ne abbia la necessità. L’ho già sentita questa, tante volte. Pare essere la madre di tutte le soluzioni per risolvere tutti i problemi delle Fondazioni Lirico Sinfoniche Italiane…La verità è che una simile soluzione spegne da un giorno all’altro una delle arterie creative e produttive di cultura di una città, esattamente come è già accaduto in altri luoghi dove hanno messo in atto questa geniale soluzione… Risparmiare un milione di euro l’anno vale davvero la cancellazione di tutto ciò? Il ministro, Franceschini  un politico intelligente e di cultura potrebbe dare uno slancio alla danza e non portarla al massacro. ”     

Luciano Cannito e Alessio Buccafusca

Luciano Cannito è un “rivoluzionario combattente” del mondo della danza. Spesso in controtendenza. Ama stravolgere vecchi schemi, è sempre in prima fila per la difesa di un corpo da ballo. Lui ama portare in scena la vita dei nostri giorni. In “I have a dream-I care, con la regia di Beppe Menegatti,  abbiamo avuto Carla Fracci nella parte di Madre Teresa di Calcutta, Luciana Savignano in quella della leader birmana Aung San Suu Kyi, Sabrina Brazzo in quella della giornalista russa Anna Politkovskaya. “ Mi dicono che sono un ufo perché mi piace andare in controtendenza. Ma a furia di seguire i trend artistici, il pubblico muore. Nella danza siamo stati abituati a portare in scena la storia remota: ma quando si toccano personaggi come Don Puglisi che è stato ammazzato nel ’93 si scopre che l’impatto è impressionante.”

Si sente tanto di parlare di cultura, di voler investire nella cultura. Qual è il futuro della danza in Italia?  Siamo ad un bivio, potrebbe essere roseo con il riaffermarsi della “storia sociale”: il balletto è nato in Italia con il “metodo Cecchetti, è cresciuto in Francia ed è diventata la regina delle arti in Russia. Ma se non si percorre questa strada il futuro per la danza italiana è molto triste. Siamo vittime di un modo sbagliato di fare politica. Basta guardare, ad esempio quello che succede in Germania.

Ambra Vallo e il San Carlo Ballet

Perché che cosa succede in Germania? Basta parametrare le realtà: in Germania ci sono circa 50 compagnie di danza , ogni teatro ha la sua compagnia e la loro scuola, Hamburg Ballet, Frankfurt Ballet, Dortmund Ballet, Stuggart Ballet, un sistema efficiente che crea grande movimento, un indotto spaventoso e che fa sensibilmente crescere il Pil. In Italia, invece , hanno chiuso i corpi di ballo di Torino, Genova, Venezia, Bari e ora si parla di Verona. E’ scomparso il Maggio Danza. Un suicidio.

Perché queste scelte? Non si ha la piena consapevolezza che la danza è arte non un intrattenimento. Hanno colpevolmente pensato di risparmiare eliminando i corpi di ballo e facendo venire Compagnie di grido dall ‘ estero nei nostri meravigliosi teatri. Una scelta folle.

Rossella Brescia e Luciano Cannito

Che cosa auspica, come si può recuperare il tempo perduto?Il mio augurio è che tutti i giovani ballerini possano continuare i loro studi e coltivare la loro passione sapendo di avere uno sbocco professionale. Certo non tutti potranno diventare ballerini professionisti, ma molti potranno restare nel mondo della danza come insegnanti, coreografi, assistenti, costumisti e tanto altro ancora. E soprattutto potranno coltivare il loro sogno e la loro passione.

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