di Alessio Buccafusca
Domenica riceverà dal direttore artistico Luigi Ferron il premio Capri Danza International. Danzatore, coreografo, regista, insegnante, titolare dei più alti riconoscimenti di Stato dell’URSS e della Federazione russa, Francia, Lituania, Brasile, Italia, Cuba, Argentina, Italia, Stati Uniti d’America, Unesco. Vladimir Vassiliev, 78 anni, è la leggenda. Fyodor Lopukhov, uno dei più importanti critici mondiali, lo definì “il Dio della danza”.
Sono ormai quasi 40 anni che conosco Vladimir, la prima volta che l’ho fotografato fu a Caracalla. Quella sera ballò con con Ekaterina Maximova, sua moglie. Fu una serata magica di quelle che capitano una volta ogni tanto, se capitano.
Fu una fatica scattare le foto, ero rapito, come tutti, da quei due straordinari ballerini, che rubavano il cuore e le emozioni. Furono costretti a concedere il bis, nessuno voleva terminasse quel momento magico.
Per 30 anni, è stato il primo ballerino del Teatro Bolshoi di Mosca. Virtuoso esecutore con un immenso repertorio e un raro dono artistico . Dal 1995 al 2000 è stato Direttore Artistico del Teatro Bolshoi di Mosca conservando e sviluppando le sue migliori tradizioni. Poi venne fatto fuori. La politica non dovrebbe entrare mai in palcoscenico Vladimir ne soffrì tanto. Gli chiesi perché non hai fatto come Nureyev, Baryshnikov, Makarova, andando insomma da un’altra parte? Mi rispose col sorriso sulle labbra, ma con lo sguardo fiero. “Perché la Russia è il mio Paese…”
Nel 2008 il Bolshoi organizzò una grande rassegna di danza, cinque giorni stellari per i cinquanta anni di danza di Vasisiliv.
Grande fu la mia sorpresa quando mi arrivò l’invito ufficiale: ero l’unico fotografo occidentale autorizzato a fotografare questo eccezionale evento. Non gliel’ho mai chiesto, ma ho sempre pensato che c’era anche la sua mano in quell’invito, anche se al Bolshoi non guardano in faccia a nessuno.
Un anno dopo, era la fine d’aprile Vlad era a Napoli. Mi telefonò dalla Stazione centrale, poche parole, la voce rotta dall’emozione. “ Ekaterina è morta…”. Lo raggiunsi immediatamente per abbracciarlo prima che partisse il suo treno. “Il mio angelo è volato via…” mi ripeteva piangendo come un bambino. Si erano amati per cinquanta anni.
Leggere gli articoli di Alessio Buccafusca è immergersi nella danza, nella grande danza. Solo un artista, come lo è Buccafusca, può ritrarre e fermare i magic moment dei più significativi ballerini che hanno fatto la storia della danza. Non a caso lui è diventato ed è amico di Vladimir Vassiliev, perché quello che li unisce è l’arte e l’amore per la danza. Alessio Buccafusca è tra i maggiori fotografi di danza a livello internazionale, meriterebbe, nella sua città natale, Napoli, maggiori riconoscimenti e perché no, un premio alla carriera.
Come nelle sue foto riesce a darci un tocco in più dei danzatori che ritrae, così in questo articolo Buccafusca ha rivelato un aspetto più intimo del grande Vassiliev rendendolo ancora più grande agli occhi dei lettori
Credo che l’ingresso al Bolshoi Alessio Buccafusca se lo sia meritato per l’unicità con cui ha rappresentato la danza con le sue foto. E la sua pregnante sensibilità traspare perfettamente dalla intima dolcezza del suo rapporto con i ballerini e la danza, che descrive con parole sempre intense e chiare.