Gerardo Mazziotti

Gerardo Mazziotti

Architetto, giornalista e scrittore. Per 20 anni docente all’Università di Salerno. Premio internazionale per il giornalismo civile. E’ considerato “ la coscienza critica della città”.

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Le affabulazioni di Renzi

di Gerardo Mazziotti

La rimozione della colmata di Coroglio è il solo annuncio che abbiamo appreso mercoledì scorso con legittima soddisfazione e direttamente dal presidente del Consiglio Matteo Renzi perché premia una battaglia durata vent’anni. Sempre che venga effettuata contemporaneamente alla bonifica dei fondali marini

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Renzi presenta la sua Bagnoli

Ma, abituati ai ripensamenti sulla bonifica dei fondali appaltata il 9 dicembre 2009, sospesa nell’ottobre 2011 anche per non interferire con gli ipotizzati lavori di utilizzo della colmata come sede delle regate veliche della Vuitton Cup ( trasferita poi disgraziatamente a via Caracciolo e alla Rotonda Diaz e non al molo San Vincenzo come sarebbe stato saggio), riappaltata ma non aggiudicata il 10 maggio 2012 e, infine definitivamente annullata, abituati alle mille sorprese di questa grande città è ragionevole dubitare della volontà di rimuovere la colmata fino a quando non vedremo al lavoro gli operai delle ditte appaltatrici.

Gerardo Mazziotti

Gerardo Mazziotti

Per il resto i coloratissimi slides diffusi da Invitalia sono affabulazioni urbanistiche da respingere perché cervellotiche, stravaganti, bizzarre, non rispondenti alle reali esigenze di sviluppo di Bagnoli e della città.

1) Per consentire ai frequentatori del grande parco verde di raggiungere le numerose attrezzature, le piscine e i boschetti disseminati lungo la spiaggia (una bizzarrìa) è previsto l’interramento di via Coroglio, una strada che nelle intenzioni di Francesco Compagna sarebbe dovuta diventare una promenade come quella des Anglais di Nizza.con stabilimenti balneari, ristoranti, bar, discoteche, agenzie di viaggio, boutiques, ateliers e quant’altro compatibile con la balneazione da ripristinare sul litorale  da via Napoli fino al pontile di Nisida, e che invece dovrebbe diventare un lungo tunnel di sgradevole e pericolosa percorribilità ;

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2) anziché progettare il ripristino della funivia costruita negli anni ’40 per collegare Posillipo con Fuorigrotta e funzionante fino agli anni 60 (ci sono le due stazioni di via Manzoni e di viale Kennedy e il pilone centrale a Cavalleggeri Aosta, mancano solo le funi, le cabine e i motori) è prevista una funivia tra Capo Posillipo e Nisida del tutto inutile e con un impatto ambientale devastante ( Benedetto Croce denunciò la “demenzialità del pontile di collegamento con Coroglio” costruito negli anni ’40 dal fascismo quando decise di sistemarvi l’ Accademia Aeronautica perché avrebbe voluto che conservasse “ il fascino dell’isoletta Nesis cantata da Stazio, da Lucano, da Plinio e da Ateneo” );

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3) è previsto il rivestimento con pannelli di vetro dei pilastri arrugginiti e staticamente precari del lunghissimo pontile nord per trasformarlo chissà mai perché non un “ ponte di cristallo” ( per fare rispettare il Dpgrc del 28 aprile 1998 che prescrive la demolizione di tutti i pontili Alda Croce, Gerardo Marotta, Guido Donatone, Raffaele Raimondi, Carlo Iannello, Giulio Pane, Adriana Dragoni e altri abbiamo presentata alla Procura della Repubblica il 28 aprile 2005 una denuncia contro la conservazione e l’utilizzo del pontile nord);

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4) nel patrimonio di archeologia industriale dell’Unesco non figura alcun sito di Bagnoli e non a caso il piano DeLucia citato dal premier Renzi non ne prevede nessuno;

5) la re-industrializzazione hi-tegh eco-compatibile, che avrebbe dovuto costituire la premessa della Silicon Valley del Mezzogiorno, viene sostituita da un “ Miglio azzurro” per recuperare, tra l’altro, la tradizione artigianale dei maestri d’ascia di cui si è persa persino la memoria;

6) per avere una idea del livello professionale dei progettisti di Invitalia  basta il grande cerchio del parco dello sport che contiene sei campetti di calcetto, due grandi e quatto piccoli, affiancati senza soluzioni di continuità come se fosse possibile giocarci senza che i palloni e i giocatori possano andare da un campetto all’altro e senza rendere caotica e farsesca la loro contemporanea fruizione ( un errore progettuale pari all’ errore grammaticale “ ho andato” oppure “ho venuto”).

Perciò insistiamo sulla necessità di un concorso internazionale di idee, prescritto, peraltro, da una legge nazionale e da una direttiva europea.

 

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