di Angelo Vaccariello
Lontano dai microfoni c’è chi giura: questa volta a Palazzo Partanna è finita l’era D’Amato. Già, perché gli industriali napoletani stanno vivendo un momento di sconforto. La vittoria di Vincenzo Boccia e la sua elezioni a numero uno di Confindustria ha colto i “capitani d’impresa” di Napoli alla sprovvista
I napoletani, infatti, avevano appoggiato l’avversario: il romagnolo Vacchi schierandosi apertamente contro il salernitano. Decisione per molti versi clamorosa: una associazione che boccia un conterraneo, imprenditore del Sud, ha lasciato parecchio sconcerto.
Tranne i membri della Giunta di Confindustria Napoli che, a maggioranza, avevano scelto “il vento del Nord”. Secondo i bene informati, all’indomani dell’elezione il telefono di Boccia è diventato rovente. Oltre agli auguri di rito, tantissimi di quelli che non lo avevano votato gli hanno giurato: “Enzo, ora è il momento di cambiare. Hai tutto il mio appoggio”.
Peccato che questo appoggio non si sia concretizzato nelle scorse settimane con un voto. Poco male. Anche perché, tutti sanno che il “salernitano” non è uomo vendicativo né rancoroso.
Al momento, infatti, non prenderà alcuna iniziativa nei riguardi delle associazioni che gli hanno voltato le spalle. Si cominciano, però, a tessere le trame per le prossime elezioni.
Il primo mandato di Ambrogio Prezioso scade il prossimo anno. Il costruttore vanta una solida maggioranza anche grazie ai voti del grande sconfitto, Antonio D’Amato. Il suo silenzio la dice lunga e coloro che gli sono intorno sono parecchio disorientati: cosa fare ora? Continuare a mantenere il voto di fedeltà a “don Antonio” oppure traghettare anche Napoli in una nuova era di Confindustria che Enzo Boccia sembra aver inaugurato? Chi è ben informato sa che, almeno formalmente, non cambierà nulla.
A Palazzo Partanna continuerà la vita di tutti i giorni, mentre qualcuno cercherà di fare il salto della quaglia. Niente di nuovo sotto il sole. Anche se, di certo, sono in molti a mangiarsi le mani per non aver saputo sfruttare un’occasione d’oro come quella di schierarsi a favore del nuovo presidente di Confindustria, di aver sbagliato insomma conti e strategia.
I giochi si riapriranno con le elezioni del prossimo anno e sono tanti a scommettere che il fronte anti D’Amato gonfierà le sue fila con una certa facilità. Probabilmente la fine di un’era.