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La fine del sogno di Obama

di Emiddio Novi

Un recente studio negli Stati Uniti ha mostrato come già alle elementari i bambini neri vengano sanzionati con una disciplina sommaria, come l’espulsione dalla classe o dalla scuola, a un tasso doppio di quello dei bambini bianchi. La  presidenza Obama coincisa con il cinquantenario del movimento dei diritti civili, non sembra però aver superato razzismo e discriminazioni, favorito le integrazioni. Anzi…

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Barack Obama

Addio melting pot, crogiolo, amalgama, convivenza di etnie diverse, non configgenti che animano la vita pacifica di un popolo che fonde le sue diversità in un unico destino di nazione sovrana.

Negli Stati Uniti della prima presidenza di colore la società retrocede verso la segregazione razziale.

Michael Bader

Michael Bader

 

Il sociologo Michael Bader lancia l’allarme e lo fa in questi ultimi, grigi e malinconici mesi della presidenza Obama. Eppure con il primo presidente nero della storia americana in tanti erano convinti che il melting pot, l’amalgama di razze, culture, religioni diverse si sarebbe rafforzato.

E invece ecco bianchi, neri, asiatici, latino americani spostarsi verso quartieri abitati da persone della stessa etnia. I neri non riescono a convivere con i latini.

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Le gang giovanili si vanno trasformando in milizie etniche e i loro conflitti debordano in scontri razziali. Gli asiatici, anche quelli di recente emigrazione, dopo qualche anno di convivenza con i latini preferiscono riunirsi, vivere in zone omogenee in cui dominano operosità e tentativi di resistenza comunitaria.

Questa tendenza segregante della società americana, questo rifiuto del melting pot da parte delle nuove generazioni rappresenta la fine di una illusione omologatrice di un meticciato nazionale e quindi universale. Questa tendenza è entrata in crisi proprio dove per ragioni storiche di tessitura della stessa antropologia unitaria del popolo.

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Nelle grandi città americane, persino in quelle più progressiste, il ritorno alla segregazione razziale sembra inarrestabile. Ma a rendere ancora più grave la situazione americana sono anche i comportamenti elettorali che stanno risentendo di questa nuova tendenza segregante. I repubblicani si stanno trasformando nel partito dei lavoratori , dei declassati e dei disoccupati bianchi che emarginano e ritengono estranei i bianchi progressisti legati al mito del melting pot. I democratici, invece, sono ormai una grande coalizione che raccoglie il consenso di tutte le etnie minoritarie. Tra qualche anno sarà la dinamica demografica a far perdere alla risicata maggioranza bianca la sua egemonia.

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Donald Trump

Lo scontro al calor bianco che si è acceso attorno alla candidatura di Donald Trump nelle primarie soprattutto all’interno del partito repubblicano sta a indicare che la struttura tradizionale del partito rifiuta di prendere atto di questa linea di faglia che si sta aprendo all’interno della società americana.

Uno scenario da incubo , quello della segregazione razziale spontanea. Uno scenario che annuncia tempi oscuri e drammatici.

 

 

 

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