Alessio Buccafusca

Alessio Buccafusca

Considerato tra i maggiori fotografi al mondo di danza classica, professore di Fotografia creativa presso l’Università “Upam“ di Napoli e professore di Fotografia di Danza presso l’Università di Belle Arti di Napoli.

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L’uomo dell’erba

di Alessio Buccafusca

Phuket- Ho conosciuto Mike i terribili giorni dello tsunami, quando l’ira degli dei sembrava essere calata sull’isola. Esattamente undici anni fa. Avevo portato all’ospedale una ragazzino vivo per miracolo, la sua famiglia era stata spazzata via dalla ferocia delle acque, i genitori e la sorellina erano morti. Mike chiedeva inutilmente aiuto. Voleva un’autoambulanza, ma nessuno gli da va retta. E del resto intorno a noi era l’apocalisse

MrcccSi parò quasi davanti al mio jeppone. “Aiutami ti prego, c’è la madre di mia moglie che ha bisogno di cure, presto deve essere trasportata in ospedale!”. Riuscimmo a prendere  l’anziana signora ed a portarla in ospedale in tempo.

Mike, ha un paio di occhiali color arcobaleno, è uno che fa mille lavori e nessun lavoro.

Mr  mike, l'autista

Mister Mike

Risolve problemi, “aiuta” i turisti, li accompagna, li porta in giro, fa scoprire piccoli “segreti” e i vizi dell’isola. Qualsiasi cosa ti serva, non c’è mai problema. E poi è, conosciuto come il “capitano” di Mister Deng, un uomo molto conosciuto a Phuket, soprattutto in certi ambienti, diciamo così non proprio raccomandabili. E questo ruolo gli conferisce un certo “rispetto”. E poi maneggia soldi, che da queste parti è qualcosa di importante.

Maryuna connection

Maryuna connection

Mr Deng è quello che noi definiremmo un boss,  ha sempre venduto fumo, ma ultimamente la marijuana è andata in disuso. C’è ancora qualcuno che la cerca, generalmente vecchi cinquantenni-sessantenni “romantici”.

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Alessio Buccafusca

Ora è tutta coca. Un supermercato di coca, inutile nasconderlo. In ogni angolo, in ogni spiaggia e, soprattutto, in ogni night club.  Il mercato è controllato dalla mafia russa. Ma non è stato facile…

Siamo rimasti sempre in contatto io e Mike, mi chiama “Khun Alessio” che tradotto sarebbe ardito Alessio, chissà avrà idealizzato la vicenda della suocera che, tra l’altro, è ancora viva e arzilla nonostante i suoi settanta e più anni. E mi chiama Khun anche perché mi ha visto sempre girare con la mia inseparabile macchina fotografica, immaginando chissà quali avventure in giro per il mondo.

Fatto sta che Mike mi viene a trovare una mattina e mi dice che il giorno dopo devo andare con lui. “A far che?” gli chiedo. “Devo farti conoscere Mister Deng. Gli ho parlato di te, gli ho raccontato quello che hai fatto. Dobbiamo andare… Lui sta per partire e ti vuole conoscere prima di andare via…

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Il Saxfone

L’appuntamento è fuori al Saxfone, uno dei locali dove difficilmente te ne vai annoiato. Mi preleva un ragazzo con una moto, uno di quelli che conosce l’isola come le sue tasche e pare non conosca dove sia il freno. Giriamo come trottole per una mezz’oretta, andiamo avanti e indietro per vicoletti, fin quando non ci fermiamo davanti ad una Toyota, con i vetri scuri.

Cambio veicolo e riprendiamo a girare senza senso, evidentemente, suppongo, per evitare di essere seguiti. Ancora un po’ di giro dell’isola, poi ad un tratto  finalmente una faccia amica. Si cambia per la terza volta mezzo di trasporto, ma questa volta mi aspetta Mike, col solito sorriso rassicurante. “Khun Alessio, please, mi devi dare l’orologio, il cellulare. Si la macchina fotografica puoi tenerla al collo, senza usarla ovviamente…”

IMG_xxxxxxxxxNoto che l’auto sulla quale stiamo andando incontro al destino ha il quadro completamento buio, spento. Non da segni di vita il contachilometri, non funziona il segnalatore della benzina. Era scesa nel frattempo la notte in tutto questo girare e non avevo idea di sapere da che parte dell’isola stessimo, eppure ho sempre pensato di conoscere Phuket abbastanza bene. Ad un tratto Mike gira a sinistra, per un viottolo sterrato, balliamo un belo po’ andando incontro al buio, non si vede niente. Mike deve intuire che sono disorientato “Kuhn non si preoccupi, siamo quasi arrivati…”

12921178_10209416994770308_146546550_nFinalmente scorgo una piccola luce, una villetta di quelle con “intorno niente”. Appena spento il motore, compaiono dal nulla due Tai armati di mitra. Mike, prima consegna loro la sua pistola e poi li saluta con una certa confidenza. Io sono perquisito, proprio come nei film, le gambe, la cintura, la tasca posteriore. Una cosa facile, scarpe di ginnastica, jeans e maglietta nera comprata da queste parti, avevo pensato bene di non creare nessun “problema”.

Mi sfilano anche la maglietta, mi lasciano a torso nudo, con la macchina fotografica al collo. L’unica cosa che mi trovano addosso è un pacchetto di Merit che, penso bene, di lasciare a loro. Non si sa mai: apprezzano e sorridono. Si sente il rumore di una moto, Mike mi prende sottobraccio e mi porta velocemente dentro la villetta. La casa era vuota ma non abbandonata, insomma aveva l’idea di essere un rifugio da usare occorrenza. Si apre la porta e fa il suo ingresso il famigerato mister Deng.

Una maglietta beige, il volto coperto dalla mia maglietta nera. Chiedo se posso fotografare, acconsente. “Perché ha voluto incontrarmi?” chiedo subito. “Perché  sto abbandonando la mia terra e voglio raccontare la mia storia. Ad un giornalista non di queste parti, e poi di lei mi ha sempre parlato Mike. Io amo la mia terra ma ora sono costretto ad abbandonarla. Non è più consigliabile per me stare a Phuket. Voglio lasciare un messaggio, voglio spiegare come stanno le cose…”

Escursione_con_Elefante_1Mi racconti la sua storia… “Ho 55 anni, sono figlio dell’isola. Sono cresciuto senza una famiglia, i miei genitori morti quando ero ancora un bambino. Sono cresciuto un po’ qua, un po’. Amico di tutti e di nessuno. I cani, , i galli e gli uccelli sono stati gli amici della mia gioventù. Mi procuravo da vivere raccogliendo la notte il caucciù. Non so leggere e non so scrivere. Conosco solo la legge della giungla. Quando sono diventato più grande ho lasciato le montagne e sono sceso giù in paese. Sono nato una seconda volta. Ho trovato presto un lavoro al mercato, guardavo il mondo, bevevo la coca cola, mi sono comprato anche un libro. C’era una signora di una lavanderia che mi insegnava le lettere, piano piano a leggere.  Ho cominciato a frequentare le spiagge, i turisti.. Ho visto che tutti chiedevano sempre “donne”?  “fumo”? Ho capito che era facile, molto facile fare i soldi. Ed ho cominciato a coltivare l’erba… Fra coltivatori, venditori e tuttofare, ho diecimila persone che lavorano per me…”

lap danceChi vendeva la marijuana? “La rete principale di spaccio è costituita dalle Coyote, le ragazze che lavorano nei night dell’isola, facendo lap dance, strip tease e compagnia ai tavoli. Poi i lady boy  (quei ragazzi thailandesi che si vestono, si comportano e parlano come una donna, assumendo in tutto e per tutto un’identità femminile, fino a svolgere un ruolo sociale femminile molto importante nella cultura Thai ndr). Ma ora l’erba è diventata pericolosa, per chi la fuma e per chi la vende. Ora sono arrivati i russi ed hanno imposto la cocaina. Ed hanno anche grandi appoggi…”

Che intende dire? “ Se la polizia trova un turista a fumare uno spinello in spiaggia e per strada lo prende, lo arresta e lo porta in carcere. Subito, senza mezzi termini. E ti costringe a passare una notte in cella. E lo mettono nel padiglione dei Birmani, i famigerati “pagoauuts”. E non si può immaginare quello che succede. I turisti vengono sodomizzati, violentati, abusati. Un trauma. Poi dopo 24 massimo 48 ore ritornano in libertà…Questo solo per chi fuma…Si devono sapere il pericolo che si corre a Phuket per un semplice spinello…”

PoliziaMi sta dicendo che la polizia ha tolleranza zero per il fumo e che invece chiude un occhio per eroina e cocaina? “ Sto dicendo che il mercato deve essere della cocaina. Così hanno deciso. Eroina ce n’è stata sempre poca da queste parti. L’erba è diventata il pericolo numero. C’è la tolleranza zero. E’ incredibile ma è così. Chi la fuma corre davvero seri pericoli. E non perchè ci siano leggi speciali. Perché secondo lei ho deciso di andare via, di lasciare la mia terra?”

127878_oE’ in pericolo?  “Si hanno tentato di farmi fuori. Nonè stato facile ma abbiamo alla fine una trovato una sorta di accordo. Ora comandano altri. E non mi fido.  Io sono buddista, sono contrario ad uccidere, a fare guerre, provocare morte. Perciò ho deciso di “vendere” tutto. Ho detto quello che volevo dire, ora devo andare via. Si ricordi: il fumo ancora per un po’ sarà pericoloso. Poi quando ne avranno preso il totale controllo, tutto tornerà come prima…

“For yuo…” Mi restituisce la maglietta e mi “regala” un panetto di marijuana. Sento il rombo della moto. Mister Mike mi accende una sigaretta. E’ soddisfatto, glielo leggo negli occhi. Siamo rimasti soli, i Tai con i mistra non ci sono più. Risaliamo in macchina, mi restituisce l’orologio, il cellulare. Vedo che ricolloca la sua pistola nella cintola dietro la schiena. Mi rilasso e socchiudo gli occhi. Mi aspettano di nuovo un bel po’ di giri a vuoto, poi il Tojota, poi il motociclista “pazzo”. Sento il rumore di un aereo, dobbiamo stare dalle parti del Phuket International Airport, ma non è che ne sia sicuro.

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2 pensieri su “L’uomo dell’erba

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