di Adolfo Mollichelli

Batte il Benfica anche al Da Luz ed è primo nel suo girone di Champions. Napoli milionario ed Eduardo non c’entra. Fiumi di milioni in casa azzurra e fiumi di champagne in casa De Laurentiis. Mittente l’Uefa. Segnano Callejon che festeggia col ciucciotto (auguri per la secondogenita) e Mertens il belga di tutte le serpentine, possibili ed impossibili.

Callejon

Scrollata di dosso la maledizione Champions. Napoli primo verso il sorteggio degli ottavi in Europa e quarto in campionato con fondate speranze di risalire almeno un paio di gradini. Il Napoli c’è. Altro che rivedersi alla stagion dei fiori, come sussurrava madama Butterfly.

Storia dell’assedio di Lisbona è il romanzo storico ucronico del grande Saramago. Oddio, le truppe del brizzolato sire Aurelio Primo date in bianco, come i crociati che triturarono l’Inter, e invece andate all’assalto in nero come le armate di Ben Youssuf a Valencia, non credo sapessero del tempo che trasmigra e fonde passato e presente.

Reina al rinvio

Ma la loro piccola storia l’hanno riscritta perché Lisboa antigua terra di bacalhao e fado era stata nefasta otto anni addietro quando la campagna europea era quella minore. E finì male.

Fuori al primo turno. Vittoria (3-2) al San Paolo e sconfitta (2-0) a Lisbona nella fantasmagorìa unica del meraviglioso Da Luz. Era il Napoli di Reja. E l’hanno scritta la storia nella serata più dolce ed indolore che mai si sia potuto immaginare. Come i pellerosse i neri nostri ed i rossi di Lisboa antigua, orecchie a terra hanno ascoltato i sussulti che provenivano da una terra lontana.

Ad Est nulla di nuovo? altroché, i turchi del Besiktas stavano perdendo uomini e mezzi nella campagna d’Ucraina al cospetto della Dynamo che in un sussulto d’orgoglio ha ricordato di essere stata nel passato il laboratorio di Lobanowski, lo squadrone che riforniva di campioni l’allora nazionale dell’Urss. Poveri turchi, che batosta! E va bene a zio Maurizio ed a Rui Vitoria che ha nome altisonante retaggio di quando il re del Portogallo volé ballar la samba ma essendo poco in gamba, cadendo si ferì.

Diavara

E che volete? che vi parli di schemi, tattiche e coperture preventive, di palle coperte o scoperte, di diagonali e rombi e quadrilateri?

Suvvia! Vi dirò che la partita è stata piacevole tutto sommato. E che ad un certo punto ho tolto l’audio perché le palle vive mi avevano proprio rotto. Ma sant’iddio avete mai visto voi le palle morte? Le palle rotolano e basta. Vabbè, lasciamo perdere.

Maurizio Sarri

Partita di gloria per il risultato. Partita strana per i troppi errori in zona tiro. Gabbiadini colpevolmente in fuorigioco in varie occasioni e che diavolo Manolo – lo sai che mi stai simpatico e che ti apprezzo – ma vatti a guardare i filmati di quel satanasso che fu Pippo Inzaghi che sul filo del fuorigioco fregava tutti i difensori e zac segnava montagne di gol. Perdòno per tutti nella notte magica di Lisbona che resta pur sempre una piazza difficile da espugnare. Perché il Benfica non sarà (e in effetti non è) più lo squadrone degli Eusebio detto pantera nera perché la perla dello stesso colore era Pelé e dei Coluña e degli Augusto e dei Torres e dei Simoes ma nelle ultime quindici partite (che non sono poche) nello splendore del Da Luz aveva perso soltanto due volte.

Hamsik

Perdòno per le reti che sembravano fatte e che non sono state realizzate. Vero Callejon? Perdòno per qualche errore di troppo in disimpegno – vero Diawara? – e perdòno pure per Albiol.

Va bene che si era sul due a zero e che mancava poco alla fine ma come si fa a servire in quel modo il Jimenez che s’involerà solo soletto per infilare l’incredulo Reina? La stessa cavolata l’aveva fatta Wallace della Lazio consentendo la rete nel derby all’olandese più falloso e stupido e ineducato che sia nato tra canali e bordelli con vetrina, cioè Strootman. Scusa Albiol, ma ‘na bella ponta ‘a sotto no? E va bene.

Hysai

Accontentato Aurelio Primo, ancora un po’ di Rog (per Insigne). E bene va Zielinski per Hamsik, in fin dei cont il polacco può stare con e per il capitano.

Ed eccoci a Mertens il folletto spaccapartite. Entra e serve Callejon che colpo sotto lascia quequero quequero Ederson Moraes. Riceve da Ghoulam e slalomeggia in area e il lungo Luisao (ma quanti anni ha, me lo ricordo in rosso da una vita) stende il gambone ma Dries oplà e palla c’è palla non c’è più ed il Da Luz è sbeffeggiato ancora. Il belga tascabile – così lo chiamano – a me ricorda le anguille quelle belle di Comacchio che sgusciano e vanno chissà dove come quelle che invano cerca ninnillo in Natale in casa Cupiello.

Bravo ‘sto belga che ha un nome da scossa da corrente elettrica e che è sempre più decisvo per il gioco di Sarri. Falso nueve? ma mi faccia il piacere! Dries (oddio ho preso la scossa) per fare un po’ di conti, essì le statistiche che tanto amate e che spesso chiariscono più di parole parole parole che pure Mina non le sopportava più, insomma Dries nelle ultime otto segnature azzurre in Champions c’è entrato da folletto punzecchiante in sei circostanze con quattro gol e due assist. Bravo piccoletto, tieni sempre alto l’onore dei diversamente alti. Grazie Dries.

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