Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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I rigori del teorema

di Adolfo Mollichelli

Torna a vincere in casa. San Paolo di nuovo amico dopo che vi avevano passeggiato l’Atalanta ed il Real Madrid. Due rigori così così e terzo gol contro natura: lancio in verticale di Jorginho e infilata da torero di Lorenzo il Magnifico. Crotone matato e va bene che non c’è da esaltarsi troppo data la pochezza dei figli di Pitagora.

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Insigne, due gol

 C’era un bel po’ di gente, calorosa e festante nel tempio che sorge nella zona che era stata messa a ferro e a fuoco nel sabato della vergogna. A proposito Salvini, venga a prendere un caffè a casa mia e le spiegherò un po’ di storia risorgimentale e borbonica, visto e considerato che ne mastica poco.

Comunque, ritorni a Napoli perché sono in molti qui a pensarla come Voltaire: non condivido quello che dici ma sono pronto a morire perché tu possa esprimere le tue idee. Perdonatemi, ma ce l’avevo sul groppo. Odio populismo e masaniellate vari.

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E dunque, che calcio sia. Cambia Sarri ben cinque uomini. Se non fai tirare il fiato ad alcuni euclidei contro i pitatorici, quando? Anche perché questi ultimi non avevano cognizione di alcun teorema. Anzi, uno lo avevano enunciato: tutti dietro e speriamo bene.

E stava andando benino perché – come dirà zio Maurizio – a volte gli azzurri si compiacciono: triangolo qui, triangolo lì, come siamo belli, come siamo bravi e càpita che il bastione degli assediati diventi roccaforte oppure Fort Alamo.

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E Cordaz che si chiama Alex ed è nato a Vittorio Veneto sulle prime aveva cominciato a volare da una trincea all’altra.

Finché Sampirisi (chi era costui?) grande e grosso non allungava un braccio sul corpicino di Lorenzo che s’avviava doce doce verso l’eroe di Vittorio Veneto. Rigore è quando arbitro fischia, diceva il buon Boskov e Mariani fischia. Insigne sul dischetto e Cordaz capitola.

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Napoli sciolto dal legame con la tristezza. Intanto, Chiriches non faceva rimpiangere Albiol, tutt’altro. Strinic galoppava come un figlio di Chantilly. Jorginho dirigeva con la bacchetta tra i piedi. Rog picchiava tutti quelli che gli capitavano a tiro (forte sto’ ragazzo croato, sa fare tutto!) un po’ incavolato perché non riusciva a trovare lo spazio giusto per le sue incursioni e difatti rischierà la doppia ammonizione e zio Maurizio che scrive e scrive, ma osserva anche, lo salverà richiamandolo in panca per Zielinski. Poi, c’era Pavoletti in campo. Ehm, era stato schierato al centro dell’attacco, diciamo così, per far tirare il fiato al falso nueve che poi sarebbe il vero – ed unico – nueve.2312975_6Okay, abbiamo scherzato, avrà pensato zio Maurizio e allora fuori Pavoletti e dentro Mertens che pare abbia crucci d’amore. Postilla: davvero non  riesco a comprendere che ci faccia paracarro Pavoletti nella cristalliera azzurra che mette in fila ninnoli delicati e pregiati.

Mertens, che ha lasciato il cane a casa, comincia a piroettare more solito ed i poveri figli di Pitagora non ci capiscono più niente anche se aggiungono al rasoterra di Trotta (cresciuto in azzurro) il colpo di Falcinelli che Reina si ritrova chissà come sul gomito e dunque angolo.

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Sprintano gli azzurri ed Hamsik entra in area con Sampirisi (sempre lui) che vorrebbe ma non può.

Mariani fischia ancora e Mertens bum dal dischetto e sono diciannove quanti ne ha collezionati Higuain in maglia a strisce. Il colpo del torero, di cui sopra, chiude la partita, si fa per dire. Era importante tornare a vincere e se volete venire a capo di una retrocedenda. Perché con le altre due, Palermo e Pescara, si erano vissute situazioni scabrose con relativi smoccolamenti. E basta così.

 

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