di Gerardo Mazziotti
E’ notizia dell’altro ieri che Papa Francesco ha intenzione di fare santi i pastorelli portoghesi Francisco e Giacinta Marto che, assieme alla terza pastorella Lucia dos Santos, hanno dialogato più volte con la Madonna che apparve loro a Fàtima nel mese di marzo del 1917.
Pur non avendo alcuna cognizione delle procedure ecclesiastiche per la beatificazione, la canonizzazione e la santificazione, so che non sono sufficienti una vita dedicata al prossimo, la castità, l’onestà, la pietà, la bontà. E nemmeno aver parlato con la Madonna. So che occorre un qualche atto miracoloso per essere elevato agli onori degli altari.
Tant’è vero che la santificazione di madre Teresa di Calcutta è basata su alcune guarigioni da mali così detti “incurabili”, non spiegabili dalla scienza medica e dovuti, per l’appunto, ai suoi poteri di “unta” del Signore.
Nel suo ottimo libro “San Gennaro” lo scrittore e giornalista Vittorio Paliotti, pubblicato da Bompiani nel 2002 , cita gli “Acta sanctorum” che sin dal 1500 vengono compilati dai Padri Bollandisti, secondo cui, oltre alla Santissima Trinità, alla Sacra Famiglia, agli angeli, agli arcangeli, ai cherubini e ai serafini, stanno in Paradiso ben 15mila tra santi, beati e venerabili, angeli, arcangeli e serafini. Se vi sommiamo le migliaia di santi e beati elevati agli onori degli altari da Papa Giovanni Paolo II la “popolazione” del Cielo, se così si può dire, assume proporzioni considerevoli. Anche se nel Calendario cristiano ne compaiono non più di 365 o poco più.
Sono diventati beati, per semplice acclamazione popolare, i martiri cristiani sacrificati nelle arene per il sollazzo dei romani e quelli massacrati fino al quarto secolo quando Costantino, imperatore di sangue illirico, riconobbe il Cristianesimo come religione di Stato.
Dopo venne istituito il processo canonico che, per alcuni anni, talvolta per decenni, esamina la vita dei candidati (si possono chiamare così?) e sopra tutto i loro miracoli. Non a caso nel film “Il marchese del Grillo”di Mario Monicelli c’è il cattolicissimo zio che, per l’elevazione agli onori degli altari della loro antenata Quartina, accampa certi stravaganti miracoli a sostegno della causa di beatificazione.
Mentre il quotidiano IlGiornale del 18 novembre 2003 arrivò a proporre di dichiarare “beati” i nostri 19 carabinieri, soldati e civili morti a Nassiriya ad opera dei terroristi saddamisti o benladisti per il solo fatto di “aver dato la vita alla Patria”..
Le conoscenze scientifiche dell’Universo ( ancora non siamo riusciti a sapere se è finito o infinito tant’è che Einstein nutriva qualche dubbio sull’Universo infinito ) portano a escludere l’esistenza tra i miliardi di sistemi solari e di galassie di un Aldilà cristiano (con l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso) oppure buddista (con il suo nirvana) oppure islamico (dove, secondo certi versetti del Corano, i kamikaze, martiri di Allah, troveranno cibo e bevande in abbondanza e diecine di donne vergini ad allietarli, e si capisce perchè i giovani palestinesi non esitano a farsi saltare in aria…).
Ma come si fa a non credere al Papa polacco che, prima di morire, ha confermata l’esistenza dell’Inferno e del Diavolo, originariamente Lucifero, l’angelo portatore di luce? E come si fa non credere a Dante che, accompagnato da Virgilio, è arrivato sino in Paradiso dove ha visto la beatitudine dei santi in eterna contemplazione dell ” amor che move il sole e l’altre stelle” ? E anche se stanno Lassù in spirito (tranne la Madonna che vi sta ” in anima e corpo”, secondo il dogma di Papa Pacelli degli anni ’50 che mise a dura prova l’intelligenza di tanti intellettuali credenti) tuttavia si fa fatica a immaginare un Paradiso affollato di oltre quindicimila tra santi, beati, venerabili e angeli.
Aggiungere a questa moltitudine anche i pastorelli portoghesi mi pare francamente poco opportuno.
Facciamogli pure monumenti, dedichiamogli strade, piazze e parchi. Istituiamo un giorno della memoria tutto per loro. Ma, per carità, si abbandoni l’idea di farli ” santi “.