Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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Monotonia azzurra

di Adolfo Mollichelli

Noia, la noia quasi assoluta. Per i commenti non commenti di Zac (Zaccheroni) che ha timbro di voce che assomiglia a quello di Arrigo (Sacchi) ma spesso incomprensibilmente monotono. Per il gioco farraginoso degli azzurri.

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Il gol di testa di Immobile

Per la modestia tecnica degli albanesi alla quale hanno sopperito con scientifica durezza negli interventi. Italia quindicesima, Albania cinquantaquattresima: il ranking è spietatamente esatto.

Due gol tra i fumi dei petardi dei figli dell’aquila: De Rossi su rigore guadagnato da Belotti. Capocciata di Immobile con taglio e ciuffo nuovi, ridicoli. Prosegue la corsa a due tra Italia e Spagna verso il mondiale di Putin. Ventura e Lopetegui come Messala e Ben Hur. Si troveranno di fronte il 2 settembre in Spagna e uno dei due cadrà dalla biga.

1490389405788.jpg--Prima della sfida da Circo Massimo l’Italia avrà rotto le reni (brutta, ma rende) al Liechtenstein e la Spagna alla Macedonia nella terra di Alessandro Magno. Ventura e Lopetegui hanno gli stessi punti: tredici. Ma la differenza reti è a tutto vantaggio delle furie rosse (+17) rispetto a quella degli azzurri (un misero +9).

Lopetegui e Ventura, due uomini baciati dalla fortuna. Lo spagnolo perché ha ancora da rastrellare nel campo dei miracoli di una nazionale ancora fortissima che non vuole abdicare. Ventura perché si trova tra le mani giovani interessanti, molti dei quali li ha svezzati egli stesso, tra Bari e Torino. Va più sul sicuro Lopetegui. Viaggia tra realtà e sogno Ventura che ha nella testa (sin dai tempi baresi) quel quattro-due-quattro che finisce poi col diventare un quattro-quattro-due. Numeri, direte voi. E sono d’accordo. Il salace Mondonico ad un collega pistocchian-bacconiano (fissato per la tattica) che si spinse fino a chiedergli come avrebbe affrontato la squadra avversaria che giocava con il quattro-quattro-due, rispose: semplice, con il due-quattro-quattro!

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Il gol su rigore di De Rossi

Numeri, appunto. Sui quali pseudointenditori hanno fatto fortuna nelle tv degli strepiti e delle cazzate (scusatemi).

Occorre chiarirsi subito. C’è stato qualcosa di strano sotto al cielo di Palermo. Se Insigne ha giocato in pratica da terzino aggiunto (buona comunque la prova di dedizione di Lorenzo). Se Candreva che nell’Inter è “mangiafascia” si accentrava per fare spazio a Zappacosta ed entrambi hanno lasciato un binario preferenziale per gli affondo di Roshi albanese tosto e veloce. Se Immobile e Belotti non hanno potuto giocare in verticale, intasando la zona già murata dai difensori e dai centrocampisti di . E questi non sono numeri bensì fatti.

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Belotti a terra in area, rigore

Come la penso? Semplice: sfrutterei il patrimonio nascente del calcio azzurro in maniera diversa. E do anch’io i numeri (beh, in matematica me la cavavo)! Credo che – tenendo conto delle risorse alle quali si può attingere – l’Italia, questa nuova Italia, possa dare il meglio se schierata con tre centrocampisti e tre in avanti, insomma: quattro-tre-tre. M’immagino un trio nella zona centrale con De Rossi, Verratti e Gagliardini (e avanzano ancora: Marchisio e Parolo) e un tridente con Immobile, Belotti ed Insigne (e avanzano ancora: Candreva, Eder, Berardi e altri giovani di belle speranze e qualcosa in più).  Con questo sistema i gemelli del gol troverebbero più spazio (sia Belotti che Immobile sanno attaccare come pochi le linee difensive) e, soprattutto, avrebbero maggiore libertà per incrociarsi.

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Gianpiero Ventura

Ci pensi Ventura. Ah! un’altra cosa va detta: Verratti non è Pirlo e non lo sarà mai. Perché del grande Andrea ha il dono di vedere il compagno smarcato e qualcos’altro: capacità di interdizione e di contrasto e naturalezza negli inserimenti.

Ci pensi Ventura. I gol fioccherebbero lo stesso (forse più copiosi) e si eviterebbe la noia moraviana che ha accompagnato finora le esibizioni (si fa per dire) della sua giovine Italia. D’accordo che nomina sunt consequentia rerum ma ci vuole poco che compaia  una S davanti al suo nome. Comunque e sempre: forza azzurri!

 

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