di Adolfo Mollichelli
Travolto il Cagliari, superata la Roma almeno fino alla notte del Meazza. Gioco, triangoli e gol. Due di Mertens, uno di Insigne. Unica nota stonata, la rete incassata allo spirare di un match dominato con facilità irrisoria.
Testo di Pisacane (Fabio) napoletano dei Quartieri: un pomeriggio me ne andavo a spigolare quando ho visto una barca in mezzo al mare (verde) era una nave che andava a propulsione nucleare e alzava una bandiera bianca con fascia azzurra di colore.
Insomma: il Napoli. Un po’ di Sarri e un po’ di Euclide. E di Mertens, di Hamsik, di Insigne e di tutti gli altri. Il verissimo nove, cioè Dries il belga, festeggia i trent’anni con due gol che
sommati agli altri 28 (in tutte le competizioni) fanno 30. E lancia la sfida al trono del gol.
Uccella Salamon (salame gigante, insomma) in ouverture. E bissa su Bruno Alves che si scansa per il rasoterra tagliente. Sono i gol numero cento e centouno della macchina da gol, come il River di Di Stefano denominato la Maquina. Il gol numero centotré è di Insigne, sempre più magnifico.
La rete di Farias, non l’abate di Dumas, è l’unico lampo di un Cagliari colabrodo, solo dagli azzurri ne ha presi otto tra andata e ritorno. E gli è andata di lusso.
Perché i fujenti avrebbero potuto dilagare, se solo non si beassero troppo della loro grande bellezza. Giocate e dribbling da favola di Hamsik il capitano. E meno male che era stato in forse per motivi fisici.
Passerella per Rog, Milik e Giaccherini. Fine di una storia che non ha avuto storia. Aspettando che Montella si faccia e faccia a Sarri un regalino. Tra aeroplanini e droni, dovrebbe esserci sintonia, no?