di Adolfo Mollichelli
Si va verso la conclusione del girone d’andata – il canonico giro di boa – con in mezzo il Natale (auguri) e non sarà notte buona (amo la Spagna per le espressioni che ha regalato al mondo ed anche per Rajoi e Puigdemont il santo Natale è la noche buena) per tutti. Sarà buona e serena per il Napoli – non per Napoli, sfregiata da delinquentucci vigliacchi – e per Sarri in particolare che ha annunciato dopo il successo sulla Samp che non avrebbe guardato la sfida tra Juve e Roma perché c’era una visita da fare. Alla mamma. E si sa che chi tene ‘a mamma nun chiagne.
Ha tremato, ha sudato, ha subito due tiri in porta (due gol) ma non s’è squagliato ed ha quagliato il successo. Ed ha festeggiato pure il capitano dalla strana cresta che ha sopravanzato di un gol (116 a 115) il Mito dal piede sinistro di Dio, impropriamente detto la mano de dios.
Nonostante Quagliarella che aveva trasformato il rigore del momentaneo secondo vantaggio e non gioisce. Core napulitano.
Il primo vantaggio all’alba della sfida i blucerchiati l’avevano trovato con una punizione da distanza siderale – pare che Kim jong-un si sia informato sull’autore del lancio – di Ramirez che ha fatto giocate sublimi come quando militava nel Bologna. Ramirez, ricordo, è uruguayano. Reina, rammento, il missile neanche l’ha visto.
Poi è spuntato Allan che affettuosamente chiamo Sammy Davis junior e per la ex Sampierdarenese Doria – senza un emulo di Battara che al San Paolo parava di tutto – è arrivata l’ennesima sconfitta, dopo essere stata sugli scudi per aver sconfitto la Juve e peana a più non posso. C’è stato pure il sigillo di Insigne ma l’uomo svolta è stato il brasiliano ex udinese che ad un certo punto s’è messo lo scarpino fine ed ha cominciato a danzare e non vi dico la rabbia della signora Carla Fracci.
Napoli sempre lassù, un punto sopra la Vecchia Signora che ha liquidato la Roma con il minimo scarto perché il conte Max, cioè Allegri, s’è messo in testa che conta più la difesa e così una bella schiera di manutentori in campo, insomma la classe operaia che va in paradiso e al freddo delle panche ha ancorato il genietto Dybala e la freccia nera Douglas Costa che sembra uscito dalle pagine di Stevenson.
E poi dicono che Sarri fa solo tre cambi a partita, sempre gli stessi, senza tener conto che zio Maurizio richiama al seggio chi è stanco morto o chi sbaglia troppo. Così, il Napoli vince anche in dieci mentre la Juve rischia di rimettere in corsa gli avversari perché il conte Max non crede nella fantasìa al potere. Una lotta di classe, la sua. Insomma, il Gonzalo dei gol mangiati sarebbe stato mandato in rosticceria.
Mi sono sbilanciato tempo fa e ribadisco che lo scudetto sarà un lungo duello tra il Ciuccio e la Zebra. Tutte le altre serviranno per accompagnare i taralli. Di contorno.
Niente noche buena per la Roma che deve comunque recuperare il match con la Samp (ahi!) e soprattutto per le cinesi di Milano o milanesi di Pechino (a vostra scelta) che insieme hanno totalizzato zero punti. I bauscia (cioè gli interisti) sono caduti per la seconda volta. In quel di Sassuolo.
E’ accaduto che Icardi supertatuato abbia sbagliato un rigore e si sia mangiato altri due gol perché in uno degli scarpini s’era infilato il diamante piccolo (quello grande l’ha donato a Wanda Nara) che era destinato al panettoncino della noche buena.
Ci vorrebbe Freud per venire a capo della psicosi nerazzurra: l’anno scorso crollò dopo il 7-1 all’Atalanta, quest’anno dopo il 5-0 al Chievo. Spalletti è tutt’al più filosofo e non si raccapezza più.
Turno da incubo per i casciavit (cioè i milanisti) che dopo un lungo ritiro – senza cena sociale – sono caduti in casa ridicolizzati dalla Dea che sarebbe l’Atalanta che è veramente bella. Le facce di Jong, Fassone (Et con sciarpa, cappello e giubbotto) e Mirabelli era la stessa di quanti non riuscivano ad infilarsi nella villa di Arcore per i bunga-bunga. E ora, povero Gennarino (Gattuso), caro amico al quale voglio un gran un bene.
Una sofferenza vederlo soffrire per l’inconsistenza delle figurine in collezione che ha trovato e che Montella trovò. Mi viene alla mente un detto tipico nostro: hai voglia di innaffiarlo con il rum ‘o strummulo semp strummulo resta.
Noche buena anche per la Lazio e la Fiorentina che stanno risalendo la china.
La squadra di Inzaghi è tornata a ridosso dei cugini romanisti guidati da Eusebio (sempre viva sant’Eusebio, protettore dell’anima mia, ricordate Nino Manfredi?) ed ha un giocator cortese che semplicemente adoro per come esibisce in campo, insieme classe e potenza: Milinkovic Savic, una delizia, per me è il Pogba bianco. Noche buena a tutti voi.