Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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Un marziano a Napoli

di Adolfo Mollichelli

Sessantacinque anni dopo Kunt, l’extraterrestre di Flaiano che venne catapultato a Roma, ecco che  sulla terra irrompe Thor di Cielodisopra. Ma è cambiato qualcosa?

 Gli alieni anziani gli avevano detto di non farlo, di evitare. Perché sapevano per sentito dire che avrebbe incontrato dei tipi strani e che si sarebbe potuto trovare anche in situazioni incresciose, ma aveva deciso di scendere sulla Terra per il Natale e puntò i piedi, piatti: doveva visitare ad ogni costo quel pianeta che non aveva mai visto e di cui aveva sentito tanto parlare.

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E così, Thor di Cielodisopra ripose un po’ di effetti personali nella valigetta invisibile che si apriva pronunciando bip-bip, salutò parenti ed amici, salì sulla sua nuvoletta sprint senza targa, ingranò una marcia bassa (la trecentesima) e si avviò sulla Terra. Più di duemila anni prima, Thor di Cielodisopra si era laureato con trecentomila e lode discutendo la tesi “Pacem in terris”. Quale occasione migliore, pensò, per poter verificare se ciò che ho studiato è reale oppure frutto di fantasìa, nei giorni di Natale.

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Cominciò il suo lungo viaggio affidandosi al navigatore ad onde emozionali che ben presto gli segnalò: vedo una spianata, un muro, una moschea, un sepolcro. Bene, scendiamo. E Thor di Cielodisopra iniziò la manovra discendente dando uno sguardo al sottovisore. Era In prossimità di una montagnola quando avvertì alcuni colpi secchi contro la nuvoletta sprint. Erano pietre. Lanciate da un gruppo di giovani che fuggivano, inseguiti da militari in assetto di guerra. Thor arrestò la manovra di atterraggio, virò e chiese al navigatore ad onde emozionali di condurlo altrove. Ebbe un bip bip come risposta e via.

Pyongyang, Kim Jong Un a parata militare

Pyongyang, Kim Jong Un

Poco dopo, il navigatore ad onde emozionali si rifece vivo: vedo un enorme piazza vuota, ideale per atterrare. Thor di Cielodisopra sbirciò dal sottovisore.

C’era una piazza di enorme dimensione che ben presto si affollò. Erano quasi un milione di esseri giallognoli che si disposero attorno alla piazza ed erano in attesa di un qualcosa, sguardi che tradivano impazienza ma anche fastidio (nascosto) come a dire: che pazienza. Ad un tratto, tutti applaudirono.

E cominciò la sfilata. Un giovane grassottello con faccia da vecchio era a cavallo di un missile lungo lungo e salutava con entrambe le mani grassocce. Dietro, altre centinaia di missili tenuti a guinzaglio da militari incartapecoriti. A Thor di Cielodisopra sembrarono alti in grado, generali. Tutto molto strano, pensò. Non scendo. Riattacco. Bip bip, Si cambia destinazione.

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Il navigatore ad onde emozionali s’era stufato e decise di allungare il volo. Finché segnalò: vedo una casa bianca e prato intorno, ideale per l’atterraggio. Thor di Cielodisopra sbirciò dal sottovisore e notò un omaccione che aveva capelli di color giallo uovo, al collo una cravatta rossa che scendeva ad libitum e con una mano impugnava una valigetta metallica. Bip bip pericolo, gracchiò il navigatore ad onde emozionali. Pericolo di scoppio, precisò Bip Bip. E Thor di Cielodisopra assentì e ordinò un altro giro, pensando che non sarebbe mai sceso su questa strana Terra. Fai tu, disse al navigatore ad onde emozionali. E via di nuovo. Trascorse un’oretta circa e il nuovo annuncio: vedo una piazza (un’altra, pensò Thor) ricoperta di neve e un uomo muscolosetto che a petto nudo correva avanti indietro ed ogni tanto si fermava e provava mosse di judo e di karate. Non mi piace, disse Thor di Cielodisopra, mi dà l’idea che vede tutto senza che gli altri se ne accorgano, non m’ispira fiducia.

biciclette

Prosegui. E poco dopo un’altra piazza enorme che a stento si vedeva perché lo smog era insopportabile.

Milioni di biciclette e uomini e donne in mascherine. Thor aveva letto di questo strano Paese governato da uomini col pugno chiuso e poi se glielo aprivi trovavi denaro in quantità.

Con il quale compravano mezzo mondo, taroccavano e vendevano. E acquistavano pure società di calcio a scatola chiusa. Scatole cinesi. Non mi va questo posto, informò Thor, E Bip Bip riprese a girare.E trascorso un bel po’ di tempo, parlò ancora: vedo uno stivale che è bagnato dal mare su tre lati, magari si potrebbe ammarare. Basta, stavolta scendiamo, tuonò infastidito Thor di Cielodisopra che nel frattempo aveva avvistato un castello circondato da un fossato gremito di auto. C’era un posto libero, però.

24 novembre 1980

E lì si diresse con la sua nuvoletta sprint senza targa. Stava per parcheggiare, quando udì un automobilista imprecare: uè, stong a tre ore pe’ truvà nu posto e tu vien frisch frisch! Thor di Cielodisopra si sentì agghiacciare il sangue nelle vene e cedette il posto. Allora fu avvicinato da un uomo con giubbotto, berretto e pancia prominente che gli disse: lasciateme ‘e chiave, va parcheggio io ‘sta machina che manco fanno cchiù, ma addò l’aite truvata, dint ‘o scasso?

Thor di Cielodisopra arrossì e rispose: ma la mia nuvoletta sprint non ha chiavi, va a comandi vocali. Faciteme capì, chiese l’uomo con cappello e pancia, me vulisseve strunzià? E mentre l’uomo urlava e Thor arrossiva, si avvicinò uno in divisa con cappello bianco che chiese che cosa stesse succedendo. L’uomo con giubbotto, berretto e pancia prominente raccontò e poiché Thor di Cielodisopra non rispondeva, era muto, l’uomo in divisa con cappello bianco allontanò la folla che voleva sapere ch’era successo e chiamò un’ambulanza che aveva posto libero e però era intrappolata nel traffico.

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Mi hanno preso per pazzo, pensò Thor che non oppose resistenza e si trovò al pronto soccorso di un ospedale che aveva perlomeno trecento barelle in fila indiana con su distesi uomini e donne che si lamentavano e nessuno li assisteva o confortava. Thor di Cielodisopra pensò che non era umano. Fu condotto presso il posto di polizia ospedaliero e gli fu detto: sedetevi qui, ora verrà l’alto in grado ad interrogarvi. Trascorsero un paio d’ore e niente. Forse perché è Natale, dedusse Thor di Cielodisopra che pensò bene di squagliarsela e nessuno lo vide andare via. Per fortuna, prima che fosse trasportato in ospedale, aveva ordinato al navigatore ad onde emozionali di guidare verso l’alto la sua nuvoletta sprint.

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Ma non la richiamò subito. Decise di girare a piedi (piatti) la città. E capitò in una piazza – ‘nata piazza, oramai aveva imparato la lingua della città che l’aveva accolto – sulla quale confluivano esseri di tutti i colori: gialli, neri, rossi che aveva avvistati nel suo giro per i cieli prima di atterrare.

Strano, tutto il mondo è paese, pensò. Sarà la globalizzazione, forse. Continuò a camminare e si trovò in stradine strette e finalmente intuì che cosa fosse il Natale.

Stradine gremite fino all’inverosimile tant’è che pensò: ma qui ci vorrebbe il senso unico pedonale. E vide botteghe che esponevano presepi e pastori. Thor avrebbe voluto portare nel cielo nel quale viveva statuine della tradizione. Ne vide pochissime.

Presepe-moderno

E trasalì quando riconobbe le statuine di quello che cavalcava il missile, di quello col cravattone rosso fino ai piedi, di quello che correva a petto nudo sulla neve. Nel frattempo s’era fatta sera e risultò ancora più lampante la mancanza di luminarie natalizie decenti. Una città buia, l’ideale per i malviventi senza età e gli vennero alla mente scene gomorriane. Rabbrividì e ciak i piedi piatti avevano calpestato cacca di cane. Gli sembrò di aver visto abbastanza e richiamò la sua nuvoletta sprint.

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Disse bip e bip rispose il navigatore ad onde emozionali. Che peccato, pensò: questa città ricca di storia e di monumenti meriterebbe maggior rispetto e non incuria e mandolinate alla sua bellezza. Salì sulla sua nuvoletta sprint. Ancora un giro, in collina. Isole pedonali violentate. Vie cosiddette bene disselciate. E tumpf! Una voragine a centro strada. Per poco non si ritrovò nella città sotterranea. Ordinò al navigatore emozionale di tornare su. Marcia ultraveloce. Arrivò in meno di mezz’ora.

Avrebbe voluto andare a riposare, ma trovò gli anziani della galassia che l’attendevano impazienti. Volevano conoscere le sue impressioni su ciò che aveva visto sulla Terra. E Thor di Cielodisopra mentì, felice di mentire.

Non sono più sceso. Ho preferito seguire il vostro consiglio. E tutto questo tempo, dove sei stato? chiesero gli anziani della galassia. Niente, volando volando ho scritto un libro. Si intitola Buon Natale. Non so che cosa sia veramente. Ma fa un certo effetto.

 

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