di Adolfo Mollichelli

Napoli campione d’inverno. Un punto in più della Juve. Non serve a granché ma dà una spinta psicologica e dona ottimismo. Titolo onorifico giunto a capo di una partita stramba ma valida per la cabala: Hamsik che segna ancora ed ha il 17 dietro alle spalle e batte Cordaz che ha una zolletta bianca per capelli al minuto 17 nell’ultima fatica (calcistica) del 2017. Vittoria numero 9 in trasferta, 48 i punti messi insieme, 23 le gite fuori porta senza sconfitte. Per l’eventuale cinquina da giocare al lotto, fate voi.

E’ stato sufficiente un Napoli al minimo perché i pitagorici hanno sbagliato tutti i calcoli e, portiere a parte, costituiscono una squadra di pipponi, incapace di mettere insieme tre passaggi di fila. E poi li guida Zenga che si porta appresso il fatidico “chi ce l’ha, se lo tenga”. Eppure, va ringraziata la regina del regno (calcistico) di Napoli che sull’unica incursione valida dei crotonesi ci ha messo le unghie smaltate della mano sinistra. Poco prima aveva fatto una paperella? Troppa grazia Sant’Antonio e passiamola nel dimenticatoio.

Adolfo Mollichelli

Marekiaro non si ferma più e va ringraziato pure in lingua slovacca. Terzo sigillo consecutivo e mi sa che tanti altri ne apporrà nel registro dei bomber azzurri. Il migliore, insieme con Allan che mi ricorda sempre più Arturo Vidal il centrocampista più forte dell’ultimo decennio. Cresce di partita in partita Sammy Davis junior e si affloscia il metronomo Jorginho.

Avete visto come pregano prima che l’arbitro fischi l’inizio delle ostilità e sapete perché lo fanno con mani in posizione da pater noster? Una farfallina mi ha detto che implorano la divinità del pallone pressappoco con queste parole “Eupa’, fa che nun ce fanno manco nu tiro n’porta”. Naturalmente, Reina crede che chiedano qualcosa per loro e che essendo brasiliani siano liberi di affidarsi pure al candomblé o all’umbanda. Fatti loro.

Hamsik gol

Giustificata la serata poco friccicarella di little big man, cioè Insigne, fresco reduce di riposo interrotto. Meno quella di Mertens che sta diventando troppo napoletano nell’accezione negativa: sfaticato e va bene che è stato ribattezzato Ciro quasi rinunciando al proprio nome che è Dries e comunque è come uno squillo di un campanello e insomma dovrebbe pur svegliarsi una buona volta.

Insigne

E quella mano galeotta in area azzurra che var non vede e tutto finisce in cavalleria. Resto dell’idea che Hysaj a sinistra renda al cinquanta per cento perdendo un tempo nelle giocate che a destra (ma non era un compagno albanese?) gli vengono spontanee e ricche di effervescenza.

La Juve tiene il passo. Vince a Verona con il ritrovato Dybala, il secondo gol lo si può etichettare alla Messi.

Dybala, due gol

Due reti di destro dell’ex picciriddu costituiscono una rarità. C’erano tre ex in campo ed uno, Caceres, fa tremare Allegri segnando il momentaneo pareggio. Secondo gol per lo sgraziato ma indispensabile Matuidi, uomo dovunque. Da tempo vado sostenendo che lo scudetto sarà una lunga sfida a due tra il Ciuccio e la Zebra. L’ultimo turno del girone d’andata mi conforta nell’assunto.

Frena in casa la Roma. Perché il Sassuolo se la gioca come se le giocava quando aveva Di Francesco in panchina. Roma Roma Roma core de ‘sta città. Hai voglia di cantarla. Perché devi tener conto del core matto di Schick che è longilineo, ha buona tecnica ma pare che non abbia gli attributi necessari per poter dare una mano a Dzeko che da tempo non trova più la via della rete e sono guai per tutti i core de Roma a Trastevere e dintorni.

Spalletti

Resta terza l’Inter che resiste alla Lazio bella a vedersi e degna di stabilizzarsi in alta classifica. Più dei cugini giallorossi che l’aquila che vola non ce l’hanno. Più osservo la Beneamata e più mi convinco che a Icardi spetterebbe di diritto riscrivere la solitudine del centravanti. E mi piacerebbe sapere (sempre che voglia dirmelo) che cosa si prova a ricevere un paio di palloni utili per tempo e pure sporchi. Misteri nerazzurri. E m’intriga anche sapere che cosa pensi il filosofo Spalletti nel suo peripatetico camminare nella stoa di competenza senza portici.

Quagliarella

Buon pari del Milan del mio amico Gattuso in quel di Firenze. Comincia a fare effetto il suo ringhiare. L’eliminazione dei bauscia in coppa Italia non è stata la classica rondine che non fa primavera. Quinta vittoria consecutiva dell’Udinese che da quando ha Oddo in panca è da oddo e mezzo (passatemela). E’ tornata al successo la Sampdoria che da quando batté la Juve non aveva avuto più bene. Doppietta di Quagliarella (rigore e gol) che chiude l’andata in doppia cifra (12 reti) e si propone nei primi posti della classifica dei bomber.

Coda, prima storica vittoria del Benevento in serie A

Fa notizia la prima vittoria del Benevento (sul Chievo) che chiude l’anno a quattro punti, record in negativo in Europa. Mi fa piacere. Il Sannio m’è caro da parte materna, Sant’Agata dei Goti gioiello antico, nave sulla roccia. Terra di gente fiera e sotto al noce danzano le streghe. E quanta gente vorrei al giogo delle forche caudine.

E’ l’ultima sfrennesiata del 2017. Spero di non avervi tediato. Buon anno.

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