Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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La rabbia, l’orgoglio e gli aiutini

di Adolfo Mollichelli

 La rabbia e l’orgoglio, gli aiutini. Tutto fa brodo. La stanchezza delle duellanti è palese. Zio Maurizio e il conte Max che vanno avanti, cappellate a parte. L’incompiutezza delle milanesi che è avvilente. Storie strane su una terrazza romana. E il derby del Cupolone bussa alla porta.A Firenze c’è un giglio magico, davvero. In coda regna l’incertezza. Benevento a parte, che però gioca meglio di tante altre squadre che lo precedono in classifica. E’ il calcio, bellezza.

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Allegri e Sarri

Si affida al thrilling perché è stanco di sentirsi dire che il suo gioco è tra i più belli che si vedano sui campi europei. Il conducator in tuta vuole nuove emozioni. Per affrontare le quali ce vo’ ‘o fummo e deve accontentarsi invece di tenere tra le labbra il bocchino dei miracoli.

Durante la settimana, sotto i droni può fumare quante sigarette vuole. E può capitare che le volute gli annebbino la vista. E non veda chi ha le gambe un po’ molli, chi sia più tonico, chi più in forma. Certo, c’è anche la fissa dei titolarissimi e delle sostituzioni a tempi fissi. O quasi. Quella di Rog per Mertens per alcuni secondi. Voglia di stupire. Per andare dietro al filone: più casino c’è, più posso lamentarmi.

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 Ciuccio inciuchito  

E più mi seguiranno. Rocambole l’ha fatta da padrone nel San Paolo baciato dal sole e in parte fischiante e poi osannante. Perché si sa, tutto può cambiare. All’improvviso. Coro nato all’Aquila e scopiazzato un po’ dovunque. Ciuccio inciuchito.

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Maurizio Sarri

Zio Maurizio stralunato: dentro Mertens che da un po’ non si regge in piedi e fuori e poi dentro Milik, Diawara in campo perché era squalificato Jorginho. Il polacco alla Chopin e il guineano alla Yaya Touré e vittoria fu. Alla stagion dei fior, come Butterfly aspettando Pinkerton.

Sacchi raccontava: ci vuole occhio, intuito e bucio de cul. Caso Depaoli: se c’è soltanto negligenza non scatta il giallo.

Tanto per la regola. Casotto di Manganiello nel finale d’angolo. Per amor del vero. La sfida continua.

Caso Insigne. Meglio: febbre sanpaolina. Fischi stupidi e ingenerosi. Dicono: e basta co’ ‘sti tiri a giro. Sono nel suo dna, gente. Come la capacità di saltare quasi sempre l’avversario diretto. Come stare sempre in partita (l’unico, contro i clivensi). Come la stella filante per la capoccia di Milik.

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Quant’è difficile essere profeta in patria. Non te la prendere più di tanto, magnifico Lorenzinho: Napoli è stata sempre nemica dei suoi figli migliori. Arkadius, Lorenzo e Amadou: Ciuccio, fa’ tu.

Zio Maurizio ringrazia, l’uomo in tuta che è gattopardesco. Innamorato dei titolarissimi più tre (un po’ meno). Come certi professori che curano i primi della classe e trascurano gli altri. C’è pure la panchina. Altroché. Scetate zi’ Maurì ca l’aria è doce.

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Vecchia signora scollata

Non fuma il conte Max, ma pure a lui s’è annebbiata la vista. Signora e pure vecchia scollata (nessun riferimento al décolleté) nella terra delle streghe. Per poco non è stata legata al Noce e infilata. Lo stregone Diabaté l’ha fatta penare. Più del lecito.

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Max Allegri

Perché il conte Max aveva fatto anch’egli (come zio Maurizio) scelte iniziali sbagliate. La MM come NN. Insomma Mandzukic e Marchisio, due nullità che hanno rinvigorito la creatura di Vigorito. Che stava davvero per fare un piacere al Napoli che è tanto caro al sannita Mastella.

Anche la Zebra, come il Ciuccio, è stanca. Anche se è comprensibile, per le partite in più giocate in Europa.

Roma-Fiorentina 0-2

Roma Capitale

Roma, core de ‘sta città, e Lazio che non sarai mai sola. Sono lì, beate, appaiate sulla terza cadrega con vista derby per cuori forti. Tonfo di Di Francesco – che si chiama Eusebio – davanti alla splendida Fiorentina che nel ricordo di Astori sta andando oltre i limiti. Viola con testa, gambe e soprattutto cuore. Tutto molto bello, direbbe il mio amico Pizzul. Roma incompiuta. Troppo legata a Barbarossa (Luca): quattro dischi, un gatto, una serata strana. O se volete, troppo legata al manto stradale della città: troppe buche.

Udinese-Lazio 1-2 Inzaghi aggancia Di Francesco al terzo posto

Udinese-Lazio 1-2 Inzaghi aggancia Di Francesco al terzo posto

 

Vola, invece, un’aquila nel cielo. Rapace che c’era già prima di Lotito il latinista. Schienata pure l’Udinese che non sa più vincere e neppure pareggiare.

Vola Ciro (Immobile) sempre più sul tetto dei bomber. Bravo Simone Inzaghi. Sapesse pure parlare meglio sarebbe un mostro da panchina.

C_29_fotogallery_1021406__ImageGallery__imageGalleryItem_13_image Il Musichiere milanese

Inter e Milan toh, mi fanno pensare al Musichiere. Chi ha una certa età capirà: mi ricordano quei concorrenti che scattavano dalla sedia per raggiungere la campanella e poi si fermavano a metà strada. Spalletti il filosofo tradito ogni volta che spende parole buone per la sua Beneamata: ora c’è qualità. E poi va a Torino e le becca da Mazzarri che da ex incompreso e cacciato dalla Pinetina avrà goduto come un matto.

Torino-Inter 1-0, Ljajic segna e Sirigu para

Torino-Inter 1-0, Ljajic segna e Sirigu para

Sirigu sugli scudi d’accordo, ma il portiere fa parte della squadra. Come Handanovic che ha fatto un volo d’angelo che neppure a Carnevale a Venezia. E stop, in casa col Sassuolo, di Ringhio Gattuso fresco di rinnovo che comunque ha rivitalizzato un Milan che faceva ridere o piangere, secondo i casi.

Domenica i rossoneri attendono il Napoli. Senza Bonucci e forse senza Romagnoli. Se Zio Maurizio non andrà al Meazza col fumo negli occhi, potrebbe fare come i barboni nella sfera di sole di Miracolo a Milano.

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Adolfo Mollichelli

Bagarre in coda. Lotta aperta che coinvolge sei squadre: Sassuolo, Chievo, Cagliari, Spal, Crotone e Verona. Due tra queste si aggiungeranno al Benevento. Che gioca meglio ma è partito tardi. E comunque sta onorando il suo primo incontro con la massima serie. Un giorno, le streghe torneranno.

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