di Adolfo Mollichelli -
E in una notte all’improvviso accadde che un angelo nero (angeli negri, cantava Don Marino Barreto) calò sulla Turìn città dei misteri che secondo la leggenda fu fondata da Fetonte. Un angelo nero venuto dal Senegal inviato da un drone lontano a sopraffare un marocchino impaurito messo a guardia dello spiazzo davanti alla porta di casa di una vecchia signora. E tutto accadde sul limitare dell’uscio. Lì fu presa nel giorno dedicato al ricordo delle violenze sulle donne. E senza neppure la gentilezza di chiedere: permette, signora?
Il Napoli che ha espugnato l’Allianz dopo anni di magra si candida con autorevolezza alla conquista del terzo tricolore. Riaperte le pagine del romanzo del campionato che sembravano ingiallite nella tenaglia della tradizione.
Grazie all’elevazione imperiosa di Koulibaly che ha saltato fino a raggiungere i due metri e cinquanta. Senz’asta. Per la violazione notturna più sbirciata nella storia dei guardoni della pelota. Tre quarti di mondo calciofilo, perlomeno.
A certificare l’erosione di un potere incredulo. Da sei anni amministrato. In omaggio al celebre detto andreottiano “il potere logora chi non ce l’ha”. Una storia che sembrava finita e che invece si riapre. Si rinnovano le quattro giornate (tante ne restano alla fine dei giochi) di Napoli e del Napoli.
Con trame che s’intrecciano. Pericolosamente, per Madama. Più soft per il Ciuccio che a Turìn in verità è apparso sciolto e possente come Varenne.
Sintesi della sfida tra le più forti (una è bella, l’altra un po’ meno) del reame.
Napoli superiore in tutto. Anche nel gioco delle stelle: l’infortunio a Chiellini che resta il miglior difensore bianconero e la deviazione di Callejòn sul palo (punizione di Pjanic) alla sinistra di Reina.
Sarri ha giocato per vincere. Allegri per non perdere. Vecchio adagio: se lotti puoi perdere, se rinunci a lottare hai già perduto. Risultato finale che è stato conseguenziale al gioco, la volontà, la voglia espresse dalle rivali.
Napoli propositivo, Juve rinunciataria. E giustamente punita. Sarri s’è affidato ai suoi titolarissimi che l’hanno ripagato in toto. Allegri ha sbagliato formazione iniziale e cambi. L’aggiustatore stavolta ha toppato. Giochi che s’intrecciano, ora. Il Napoli potrà fare bottino pieno nei prossimi quattro turni. La Juve è attesa da nemiche storiche. A cominciare dall’Inter, sabato. Scudetto assegnato con tre turni d’anticipo se la Juve perde o pareggia al Meazza e il Napoli vince (com’è probabile) a Firenze. Percentuali per il titolo: 70 per cento Napoli, 30 per cento Juve.
Allo stato, la vedo così. E poi, c’è l’entusiasmo che nel calcio fa tanto: azzurri col vento in poppa dopo l’impresa di Turìn, bianconeri demoralizzati e scassatelli. I campi di Castelvolturno sono elisi.
Quelli di Vinovo trincee con mine che hanno fatto saltare per aria troppi arditi (titolari). Nell’arco della stagione, lo staff medico ed i preparatori azzurri superiori a quelli dei rivali. Annullata così a lungo andare anche la maggiore ricchezza in panca.
Avvincente la lotta per il posto sicuro in Champions. Roma e Lazio una spanna avanti all’Inter. Tre in lotta per due poltrone. Il Milan rischia anche l’ingresso nell’Europa minore.
Risale l’Atalanta detta la Dea. Sprofonda sempre più l’Udinese delle undici sconfitte consecutive.
Il Crotone ha dimostrato (vincendo ad Udine) che il punto conquistato con la Juve non fu frutto del caso.
Matematicamente retrocesso il Benevento che s’è divertito ad espugnare il Meazza. Per il gusto di far perdere al vostro umile scrivano una bolletta sostanziosa. Auguri ai sanniti di una pronta risalita.