di Carlo Alberto Paolino
Meno di un anno fa un gruppo di contestatori gli impedì di parlare, di tenere un comizio a piazza Carlo III. L’altra settimana alcuni pullman sono partiti da Napoli per andare a sentirlo nella grande manifestazione di Roma. Salvini, ormai sempre di più, è un leader nazionale, l’altro Matteo, quello di destra, vede crescere i consensi quotidianamente. Eccoli: i napoletani di Salvini.
La politica è sempre più veloce, immediata, fulminea. Le cose cambiano in fretta. E, soprattutto, è cambiata la Lega. Non è più la lega nordista, separatista, contro tutti e contro tutti, ma un partito su tutto il territorio nazionale, che si fa carico della grande emergenza da Nord a Sud, perché meridione, centro e settentrione sono accomunati dalla disperazione, dalla rabbia, dalla povertà, dalla piaga di una disoccupazione crescente, di un giovane su due a casa, perché non c’è lavoro. E non c’è speranza. Un Paese che non è diventato razzista ma che pretende maggiore disciplina con immigrati e clandestini, senza nulla negare ai rifugiati. Un Paese con una nuova unità nazionale, sempre più deluso dall’Unione Europea.
Ma chi sono i napoletani di Salvini? Sono andato con loro a Roma, in pullman, un viaggio nella ribellione a Renzi che cresce, cresce sempre di più
“Diario del Capitano, data astrale 28022015 …. questa è l’astronave “Enterprise” durante la sua missione quinquennale diretta all’esplorazione di strani mondi, di forme di vita e di civiltà fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima”.
Questo famoso incipit affiorava nella mia mente mentre attendevo che si riempisse il pullman diretto alla volta di Roma. Era la pattuglia napoletana di Salvini, c’era quell’entusiasmo misto ad emozione che c’è ogni volta che qualcosa sta per cominciare, quando comincia una nuova avventura. In realtà non avevo in animo di scoprire nulla di nuovo, troppe ne ho viste nella mia giovanile militanza politica, avevo però, questi si, voglia di scoprire, di guardare da dentro questo popolo che vuole dare uno scossone al governo Renzi e alle sue politiche. I primi napoletani di “Noi con Salvini”.
C’è di tutto. La nostra comitiva è una piccolissimo ma rappresentativo campione di quel Mezzogiorno stuprato e saccheggiato dalla colonizzazione secolare, dagli investimenti clientelari, dalla Cassa del Mezzogiorno che forse ha fatto più danni che benefici, dalla grande occasione mancata del post terremoto, del proliferare scandaloso di quelle fabbriche nel deserto che aprivano e dopo poco, intascati i finanziamenti, chiudevano lasciando macerie e sogni infranti, quella industrializzazione finta e maledetta. C’era un periodo che al governo c’erano solo napoletani, De Mita, Gava, Scotti, De Lorenzo, Pomicino, Galasso, la Iervolino solo per citarne qualcuno, ma lista è lunga, lunghissima. Il Meridione vittima anche dalla malapolitica del Meridione.
Da Napoli alla volta di Roma, un gruppo di napoletani che sogna di ridare dignità alla nazione portando in piazza tutti i movimenti identitari. Giovani e meno giovani di diversa estrazione sociale, studenti, lavoratori, rappresentanti delle istituzioni politiche periferiche, tutti insieme nel ribadire con fermezza la loro opposizione all’Europa dei banchieri e dei mercanti.
E‘Gianluca Cantalamessa l’animatore convinto ed instancabile di questo nuovo progetto politico e del “fronte” anti Renzi campano, ci sono Giuseppe Guida, consigliere di municipalità di Bagnoli, Dario Renzullo, figlio di Claudio esponente della destra napoletana, Nicola D’Onofrio laureato in scienze e tecnologie agrarie della università Federico 2 di Napoli, Vincenzo Benito Frezza esperto in logistica ed attività portuali. Ma ci sono soprattutto tanti giovani, facce nuove che si accostano per la prima volta alla politica.
Siamo tutti in piazza, in questo che è il popolo di questa nuova forza che ha mille storie, molto diverse una dall’altra. Non c’è la Padania. O meglio c’è anche quella e con essa le rappresentanze identitarie provenienti da ogni contrada italiana. E’ l’Italia dei mille campanili che si è ritrovata in piazza per chiedere maggiore sicurezza, tutela delle fasce deboli, la fine di un sistema fiscale iniquo. “Prima gli italiani” è la parola d’ordine che passa di bocca in bocca. E questo vuol dire “prima i napoletani”, “prima i palermitani”, “prima i bresciani”, “prima i trentini”. In piazza una selva di labari – Lega, Sovranità, Fratelli d’Italia, “Noi con Salvini”, associazioni di commercianti, di lavoratori, di studenti, di artigiani, di operai. Un progetto ambizioso, difficile, difficilissimo. Un progetto di speranza. Che vede anche Napoli in prima file. Un progetto che seguiremo da vicino, così come meritano tutte le cose nuove.