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Baby killer

di Carlo Paolo Visconti

Sdegno, orrore, dolore. Le immagini fanno il giro del mondo, la propaganda jihadista uccide anche con le immagini. Quelli che colpiscono comprensibilmente di più sono i bambini-boia, freddi, spietati, violenti. L’ultimo video, è stata una pugnalata. Un bimbo di non più do tredici anni punta la pistola alla testa di un uomo, un agente del Mossad, il servizio segreto italiano. E per la prima volta si vede il baby killer che guarda in faccia la sua vittima, dritto negli occhi.

isis-xxxxxxxxxxxAlle spalle del piccolo terrorista c’è un guerrigliero barbuto che parlando in francese minaccia Israele e le comunità ebraiche della diaspora. “Oh ebrei! Presto i leoni del Califfato attaccheranno le vostre terre e le vostre roccaforti in Francia per liberare Gerusalemme!”.

Sdegno, orrore, dolore. Ci sentiamo tutti più vili, più sconfitti davanti a scene del genere. Avevamo ancora negli occhi quel video choc “Uncovering an Enemy within”  postato dai jihadisti su You Tube  dove si vedeva un bambino di circa 10 anni, capelli lunghi vestito da militare con una pistola in pugno, accompagnato da un combattente jihadista.

isis-bambinoDavanti a lui, in ginocchio, le due vittime predestinate: un kazako e un russo, mani legate dietro la schiena, accusati di essere delle spie russe. Quattro colpi. “Ho ucciso gli infedeli. Diventerò un mujhaidin”. I bambini guerriglieri: spietati, crudeli, senza alcun valore della vita. Islamismo, guerra santa, l’odio diffuso dal Califfato, una cultura della violenza e della sopraffazione.

imageGià. Guardiamo questo fenomeni sconvolgente con distacco, ci viene facile catalogarli come il frutto di popoli che hanno educato dai pulpiti delle loro moschee i loro bambini nel miraggio di diventare delle bombe, di farsi esplodere in mezzo anche ad altri bambini, chiamati “scimmie e porci”, perché ebrei. Il mondo è pieno di eserciti di soldati-bambini, ben presto della nascita dell’Isis in Palestina al Fatah, Hamas e Hezbollah organizzano da sempre campi estivi di soldati-bambini.

ponticelli-agguatoE non bisogna inseguire Maometto. Basta andare nella nostra periferia, nelle bidonville dimenticate, dove da sempre è lotta alla sopravvivenza. Troppo spesso dimentichiamo che sotto i casa, i bambini a Napoli vengono utilizzati nelle operazioni militari dei clan e che sono inseriti a pieno regime nel sistema camorra. E’ accertato, provato e dimostrato dalle molte indagini ed inchieste del Dipartimento distrettuale antimafia, dei carabinieri, polizia e Guardia di Finanza che nei vari clan i minorenni sono pedine stabili, insostituibili.

20120131_gogoE non sono solo i “muschilli” di una volta, quelli che nascondevano la droga, che al massimo facevano i corrieri, sfruttando la logica le conseguenze giudiziarie per un minorenne sono molto meno gravi qualora venga trovato in possesso di armi o droga. Oggi sono anche killer veri e proprio. Soldi, tutto per soldi.

3375521884_aed20b9783Il budget settimanale può andare dai 1500 euro, 2mila e a volte anche 3mila per uno spacciatore, mentre un palo guadagna circa 150 euro al giorno. Chi detiene le armi guadagna di più perché è richiesta responsabilità, chi fa il cassiere 5/600 euro alla settimana. Poi c’è il prezzo dei killer. E quello varia dalla vittima, una cosa è uccidere una scartina, ben altra chi ha un ruolo di comando nella camorra. Più importante è il ruolo della vittima predestinata, più alto il prezzo.

Uccidere a sangue freddo. Chissà se la differenza è poi tanta fra questi baby killer dei vicoli e di camorra  e quei baby guerriglieri dell’Islam e del Califfato.

 

 

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